VI

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24 OTTOBRE

Addormentarsi alle quattro di mattina non era stata la grande idea che Jimin aveva creduto quando, saturo di teina, aveva continuato imperterrito la ricerca di un libro da leggere quel pomeriggio

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Addormentarsi alle quattro di mattina non era stata la grande idea che Jimin aveva creduto quando, saturo di teina, aveva continuato imperterrito la ricerca di un libro da leggere quel pomeriggio. Procuratosi qualcosa di adatto, tornò di soppiatto nella camera da letto dove Minji si era illusa di avergli augurato la buonanotte ore prima. Con i piedi struscianti sul pavimento soffiò sulla candela che aveva chiesto di tenere accesa e che lo aveva accompagnato, fendendo il buio per lui. Era caduto sul letto con la copertina stretta tra le braccia. Non pensava che le coperte potessero pesare così tanto.

E in quel momento, faccia a faccia con Kim Heechul, si sentì uno straccio. Le dita molli garantivano una presa appena sufficiente sul sottile fioretto consegnatogli.

«Siete giù di morale oggi, Altezza?» il comandante abbassò la guardia. Portava con orgoglio le innumerevoli medaglie scintillanti sul petto, ognuna che riconosceva meriti diversi e imprese superate con valore.
«Non proprio,» assecondò un abbozzo di una camminata in cerchio iniziata dal maestro per dare movimento a quello che iniziava a essere un allenamento statico. Una circonferenza dal diametro ristretto, ma che non ostacolava i movimenti. «è stato il risveglio improvviso»
«Quindi niente Elementi per voi oggi» Heechul studiò i movimenti della lama guidata da Jimin: come ondeggiava, come s'irrigidiva, se indiziava a un movimento improvviso. La sua riposava lungo il fianco. «Sbaglio?»
«Mi rincresce dirvi che sì, sbagliate» Jimin rallentò il passo, giusto per costringere l'uomo a seguire il suo ritmo e a minimizzare l'affanno. Giurò che non sarebbe mai più andato a dormire a orari improponibili. Nella sua testa, rise. Sapeva che non avrebbe mantenuto la promessa. «Choi mi aspetta appena dopo la lezione con voi»
Heechul continuò a parlare con la sua cadenza carismatica, dal tono pesante: «Cercherò di non farvi stancare troppo, allora»

Jimin ne approfittò per far scivolare il ferro sotto l'arma dell'uomo, in un affrettato tentativo di disarmo, ma egli irrigidì di scatto il braccio, fece forza e l'elsa di Jimin sfuggì dalle sue mani, atterrando a un paio di metri alla sua destra. Il clangore del ferro sul pavimento di marmo riverberò nell'ambiente. Il principe rimane ad ascoltare l'eco finché non si esaurì.

«Colpo basso» osservò Heechul. «Non sarebbe valso»
«La scherma non è il mio forte» il principe raccolse il fioretto, piegando la schiena. «Questo è l'unico modo che ho per vincere»
«Lasciamo perdere i duelli. Con tutti questi affondi vi sarà salita la colazione» imbracciò due faretre di pelle lavorata. Se ne mise a tracolla una, passò l'altra a Jimin ed estrasse l'arco dalla sua. «Che ne dite di un po' di tiro con l'arco?»
«Senza bersaglio?»
«Chi ha detto che non possiamo ricavarne uno da qui?»

Gli esili pilastri tra una vetrata cristallina e l'altra assorbivano il colore travolgente dell'alba. Una finestra basculante era stata aperta per favorire il cambio d'aria in un ambiente abituato all'odore di sudore, e proprio a quella minima apertura Heechul puntò la freccia. «Scommetto che riuscite a mirare a quel ramo laggiù, oltre il vetro»

Water and Fire - Yoonmin #WATTYs2021Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum