VIII

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21 DICEMBRE

21 DICEMBRE

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«Non... non capisco, Yoongi» Jimin negò i suoi stessi sospetti. «Cosa vorresti dire?»

«Guarda» indicò alcune chiazze d'acqua sparse per la pista, altre zone in cui il ghiaccio era poco più spesso di un foglio di carta, vicino ai bordi. «La pista non reggerà per molto. Dobbiamo fare qualcosa, ma... non ho idea di cosa»

Jimin strinse le palpebre. Attorno a lui, un'aura di silenzio. I bambini, le ragazze e gli adulti in pista sfrecciavano da una parte all'altra come se nulla fosse. Un suono che in altre occasioni mai sarebbe suonato agghiacciante lo fece rabbrividire e, presto, Yoongi si strinse a lui, quasi fossero circondati da un esercito ostile. Il rumore di qualcosa che si spezza proveniva da lontano, ancora ovattato alle loro orecchie, ma ci volle poco perché anche accanto a loro gli scricchiolii del ghiaccio si facessero più insistenti. Un'ombra grigia inghiottì i riflessi azzurri di quel pomeriggio. Una sottile crepa si diramò a partire dal centro del laghetto. Una bambino, ignaro, con le lame eccessivamente lunghe rispetto alle minute suole, mirava a quella zona. Troppa pressione, ecco cos'avrebbe fatto collassare la pista. Ecco cos'avrebbe fatto sprofondare quel corpicino inerme nel gelo di un'Acqua che non era buona, no, ma di un'Acqua che afferrava tutto il tangibile con i suoi artigli, che mutavano in tentacoli, giusto per soddisfare la sua ingordigia, una bramosia crudele a tal punto che mai un umano avrebbe mai potuto avvicinarsene. Era l'Acqua dalle bollicine piccole e compatte. L'Acqua che soffocava ancor prima di giungere ai polmoni.

Yoongi si sporse in avanti, il braccio teso, la bocca schiusa in un tentativo di urlare "Fermo!" a gran voce e ottenere un'occhiataccia da parte del giovane. Jimin fu più rapido di lui. Gli passò un braccio all'altezza del petto per frenarlo, la mano opposta con il palmo rivolto verso la spaccatura nel ghiaccio. Il bambino non si fermava, ma nemmeno la crepa aveva intenzione di retrocedere. Strinse gli occhi. Concentrò le sue energie sul palmo della mano. Vedeva buio, no, rosso. La sua visione cambiava colore al mutare dei suoi sentimenti, delle sue sensazioni. Poco lontano, alla sua destra, si trovava l'uscita alla pista. Aveva calcolato tutto nel tempo di un respiro.

«Jimin, cosa...?»

Ma poi Yoongi capì, e sapeva anche che le prossime persuasioni per Jimin sarebbero state vane.

«Possiamo trovare un altro modo»
«Altro modo non c'è, Yoongi»
«Non potrà funzionare. Il ghiaccio... il ghiaccio forse non è cosa che puoi comandare. E anche se ci riuscissi, ti scopriranno. Non puoi rischiare così. Jimin-»
«Tu sei stato il primo a dirmi di rischiare»
«Non lo intendevo fino a questo punto» Yoongi si trattenne dal concitarsi solo per evitare un'inutile anticipazione degli sguardi indiscreti che da lì a poco si sarebbero soffermati sui due principi. Strinse l'avambraccio del ragazzo. «Ragiona, ti prego. Mi hai detto quello che accadrebbe se tuo padre venisse a scoprire che scappi. Che ci conosciamo»

Jimin si divincolò dalla presa dell'altro. «Una vita è più importante delle conseguenze»

L'altro lo stette a guardare, rassegnato. Quel comportamento da eroe non l'avrebbe portato da nessuna parte. Ma il ghiaccio iniziava già a ricomporsi e occhi in un numero tale che non riusciva ad enumerarli tutti erano già sulla sciarpa che di millimetro in millimetro scopriva il volto dell'erede di Baia Salmastra, e le lame di questo giacevano già abbandonate. Ferme, ancorate a suolo, davano l'impressione di fluttuare. Appena salito su quella pista si era sentito leggero, ma in quel momento pesi d'insopportabile gravosità spingevano verso il basso le sue spalle. La bolla in cui si era rifugiato con Yoongi era scoppiata, ma non in quel momento: le sue fragili pareti erano esplose già da tempo. La figura di Jimin ondeggiava nel tentativo di riabituarsi a procedere a passi anziché a flebili spinte, la testa china nel tentavo di sparire. E sparì davvero, o almeno sparì dalla visuale di Yoongi, che si riscosse troppo tardi da quella sensazione di intorpidimento che l'aveva pervaso. Il mondo aveva rallentato il suo ritmo. E insieme al moto delle nubi, alla voce del vento e all'incorruttibile Etere che manteneva in vita i cieli, anche il sangue nelle sue vene tentava di riprendere fiato. La sabbia nella clessidra del tempo ritrovò il suo scorrere regolare solo quando l'attonimento generale si alleggerì, e gli occhi sgranati sfumarono in leggeri mormorii, e i leggeri mormorii si tradussero in impalpabili silenzi.

Water and Fire - Yoonmin #WATTYs2021Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt