XVI

205 16 1
                                    

9 MARZO

«Yoongi» la voce di Jimin e l'ultimo rintocco della mezzanotte si fusero insieme

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Yoongi» la voce di Jimin e l'ultimo rintocco della mezzanotte si fusero insieme. Le mani allargate a incorniciare le spalle larghe dell'altro e le ginocchia piantate nel materasso, Jimin sporse la sua testa su quella dell'altro principe. «Yoongi, svegliati»

Yoongi gli diede le spalle, prono. «Devo proprio?»

«Mh-h»
Il principe del Fuoco stropicciò gli occhi con i pugni chiusi, mettendosi a sedere sul letto e congelandosi alla vista del ragazzo così vicino a lui. Pochi raggi argentei trasparivano dal tendaggio tirato a coprire le finestre, ma di quelli, tutti delineavano il suo profilo come solo un abile pittore con il suo sottilissimo pennello avrebbe fatto.
«Alzati» si alzò, mentre i mugolii di Yoongi riempivano la stanza. «Ti porto a ballare»
Il riccio stabilizzò il proprio peso sulle gambe di gelatina. «Con gli abiti da notte?»
«Perché no?» Jimin alzò il busto, in ginocchio sul fondo del letto. «Fidati di me. Vent'anni li compi una sola volta»

Yoongi strabuzzò gli occhi. Vent'anni. Quello significava solo una cosa: era il nove Marzo e lui se n'era dimenticato. Alcuni dei suoi muscoli si contrassero. Jimin era sgattaiolato nella sua camera da letto puntuale, precisamente a mezzanotte, e l'aveva svegliato quando l'intera Baia Salmastra stava andando a dormire per... festeggiare.

«Mi spiace che tu non possa passare un compleanno come si deve, lontano da casa» confessò. La camicia vestiva tanto larga sul torace che le pieghe cadevano continue, a cascata sul petto, i primi bottoni slacciati e parte delle clavicole in mostra. Aveva cambiato posizione: ora le gambe giacevano l'una sopra l'altra, le ginocchia allineate, le cosce compresse, un gomito a sostenere il peso del suo torso e l'altro sostenuto dai fianchi. Appariva più minuto di quanto non fosse. «Volevo rimediare»
«E dove avresti intenzione di portarmi?»
«Aspetta e vedrai»

Jimin, come ci si sarebbe aspettato, scese per primo dal letto, con Yoongi al suo seguito che trascinava i piedi, letargico. Il principe del Regno strinse il suo polso, il calore di chi era appena uscito dalle coperte che scemava in favore del fresco di chi camminava con i piedi nudi su ampi pavimenti marmorei. Non c'era traccia di guardie, almeno non in quel piano. Ma quasi Jimin gli avesse letto il pensiero, mormorò: «È tutto ancora sorvegliato. Tu non fare rumore e seguimi, ci sono un paio di passaggi segreti che fanno al caso nostro»

Yoongi non obiettò. Si limitò a rabbrividire per il freddo mentre il solletico si diffondeva dalla pianta dei suoi piedi fino al collo. Dove Jimin poggiava i piedi, li poggiava anche lui. Anche quando aprì una porta imboscata, dall'aria sinistra, non contestò le scelte dell'altro e scese nella botola incastrata nel pavimento, questa volta ligneo. Non ebbe nemmeno tempo per concentrarsi sugli affreschi vividi che sotto il bagliore dai toni di mercurio della Luna parevano seguirli con lo sguardo. Una scala a pioli s'inabissava nel buio e ne veniva divorata. Jimin ne afferrò il montante, già sicuro sui gradini.

«Hai bisogno di luce?»
Jimin scosse la testa, ma lui non poteva vederlo. «Dovrei riuscire a cavarmela. Piuttosto, tu presta attenzione. Non voglio che ti ferisca»

Water and Fire - Yoonmin #WATTYs2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora