XII

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15 GENNAIO

Tre giorni sono un lasso di tempo estremamente lungo

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Tre giorni sono un lasso di tempo estremamente lungo. In tre giorni si può ultimare un dipinto, scrivere dodici pagine di un romanzo, guardare tre albe e tre tramonti gli uni diversi dagli altri. In tre giorni c'è tempo di leggere, cambiare e sperimentare nuovi sentimenti, c'è tempo di studiare un libro intero, organizzare una fuga e dimenticarsi del mondo. Tre giorni è il tempo ideale per innamorarsi.
Yoongi in tre giorni aveva composto una bagatella. Era accaduto anni prima, forse quattro se aveva svolto il calcolo correttamente. Chino sul pianoforte, non vi era nota che suonasse giusta al primo tentativo. Aveva copiato lo spartito definitivo in bella solo nell'ultimo dei tre giorni, poiché quei tasti eburnei lo catturavano come se stretto da una morsa. Nessuna seduta pareva tanto comoda quanto lo sgabello rettangolare sovrastato per una metà dalla tastiera e per l'altra dal soffitto che si alzava fino al cielo. O almeno, quella era sempre stata l'impressione che Yoongi aveva avuto delle alte volte a crociera. Per il ballo dell'Equinozio d'Autunno il pianoforte su cui la madre soleva suonare era stato spostato nel salone più spazioso del castello, con tre livelli di vetrate ogivali che salivano diminuendo man mano di dimensioni fino a scontrarsi e a fondersi con le coperture del soffitto. Diversi affreschi componevano le quattro vele di ciascuna volta, intervallate da decori di stucco. Se pensava al fazzoletto ben piegato adagiato nella tasca superiore della giacca ricamata, le sue dita vagavano sul piano mosse dalla rabbia e non più da quella nostalgia che animava il resto della canzone. A quel punto, rimuoveva le note inquinate dalla memoria e ricominciava da dove l'ira aveva spezzato il fluire della calma.

Erano tre giorni che Jimin non si presentava alla radura, con i capelli sempre bene in ordine e le labbra che non osavano esprimere quel sorriso che invece gli occhi amavano tradire, e anche tre giorni da quando aveva letto il passo di un libro che non sapeva com'era finito in camera sua.

Forse, sto solo pensando troppo, si rassicurò, cercando con lo sguardo una figura sottile e curata. Si strinse nelle spalle. Il cielo veniva rischiarato da un tenue Sole, aiutato dal vento che soffiava via le nuvole più ostinate. O forse non stai pensando troppo, Yoongi. Per quale altro motivo Jimin non avrebbe dovuto nemmeno avvisare, trovare un modo per spedire una lettera in segreto?

In cima al palazzo svettava ancora la bandiera blu di Baia Salmastra, bandiera orgoglio di sovrani e intere generazioni. Quando il vento si fece più intenso, esso la spostò. Fu una lieve rotazione, ma in quel momento le frange dorate puntavano verso il principe del Fuoco, tante dita tese in accusa di un solo uomo. Dita che brandivano armi, pronte a sparare, a sferrare un fendente non appena avesse abbassato la guardia. Calcò il cappuccio sulla fronte. La pezza di stoffa aggiunta non si notava, eccetto quando si prestava particolare attenzione. Ma l'impercettibile cambio di sfumatura, nascosto dalle ombre mutevoli, in quel momento era l'ultimo tra i problemi di Yoongi.

Kihyun non lavorava alla locanda da una settimana. Sette giorni erano un lasso di tempo più lungo che solo tre, eppure, in quel caso, sembravano essere trascorsi con meno pesantezza. I lineamenti del cameriere si presentavano ancora chiari alla memoria di Yoongi e la sua voce rimaneva squillante. Sebbene anche per i tratti di Jimin fosse lo stesso, nel caso di quest'ultimo parevano passati secoli. E forse era la disperazione di un'occhiata al suo corpo, per rendere di nuovo vivida la sua immagine, che gli aveva fatto vedere il principe dell'Acqua nella figura che si avvicinava da destra. Ma Jimin non era mai arrivato da destra. A meno che Yoongi non avesse sbagliato albero. D'altro canto, l'affanno nella corsa della figura, la postura e perfino i vestiti erano estranei al Jimin che Yoongi conosceva.

Water and Fire - Yoonmin #WATTYs2021Where stories live. Discover now