IX

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21 DICEMBRE

Yoongi scese per le strade lastricate quando sui tetti camminavano già i gatti

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Yoongi scese per le strade lastricate quando sui tetti camminavano già i gatti.
I gatti erano creature della Luna e lungo i profili dei tetti rischiarati da pozzanghere di mercurio lasciavano zampate che portavano via uno strato di polvere ivi accumulatasi. E come la Luna portava con sé i suoi segreti, anche l'andatura sinuosa e la coda frusciante di ciascun gatto faceva lo stesso, in un linguaggio che differiva da quello umano solo per chi non sapeva come interpretarlo. Uno dei felini appostati sulle tegole di un basso edificio balzò su un carro addossato a una delle pareti, le zampe anteriori unite, le zampe posteriori che completarono l'arco perfetto descritto dal corpo. A piccoli passi furtivi, misurò la strada lastricata prima di avvicinarsi alle gambe di Yoongi, chiedendo in silenzio discrete attenzioni, mentre strusciava la testolina sui pantaloni puliti di questi. Il principe del Fuoco si inginocchiò. Con la rotula sinistra contro le pietre levigate della strada, gli bastò sollevare un braccio perché il gatto allungasse il collo. Ma meglio scrutava il pelo ispido che avvolgeva la scarna figura, meglio vedeva i tremiti da cui era scossa. Capì che il felino non gli si era avvicinato solo per qualche sommessa carezza sul pelo nero, ma anche per del calore con cui confortarsi per pochi secondi di quella lunga notte. Come se avesse avvertito da lontano i poteri del ragazzo.

Yoongi fece scattare lo sguardo da una parte all'altra della stradina. A pochi metri, le candele della taverna non emanavano abbastanza luce per squarciare con il loro giallo vibrante il blu profondo delle sette e mezza di sera. Mani precoci avevano già serrato le imposte degli altri edifici. Ciò che sconvolgeva davvero la naturale oscurità del luogo erano i lampioni, sebbene sporadici come denti di leone in un prato appena primaverile. Chiunque avesse incrociato Yoongi in quello stesso momento, avrebbe potuto percepire l'aura di potere che lo circondava. Invisibile, si trattava di un campo di energia pura. Se anche solo Kihyun avesse deciso di affacciarsi alla porta, avrebbe intuito che qualcosa di straordinario era in atto.

Il gatto strofinò il muso contro le nocche di Yoongi, come per ringraziarlo.

«Ti sei avvicinato quasi fossi conscio di cosa avrei potuto offrirti» Yoongi ricambiò l'affetto grattando lo spazio tra le orecchie ritte del felino. «Ma tu non puoi sapere tutto questo, no? Sei un gatto»

In tutta risposta, l'animale fece le fusa e se ne andò. Yoongi si rimise in piedi facendo forza sulle gambe, percorse gli ultimi metri che lo separavano dalla taverna ed entrò quasi a occhi chiusi. I ricci nascosti sotto il mantello gli solleticavano le palpebre. «Ciao, Kihyun»

«Se cercate mio figlio, per 'sta sera è a palazzo» a rispondergli fu un omone dalle spalle larghe, la vita larga e i vestiti altrettanto abbondanti. La robustezza dell'uomo infondeva la stessa energia curativa delle querce che, con le loro radici ancorate nel terreno, rendevano evidente la loro secolare presenza.

Yoongi si accomodò sulla sua solita panca, calcando il cappuccio sulla testa. «A palazzo?»

«A quanto pare gli hanno intimato di trovarsi lì. Lui ha parlato di una grande opportunità di lavoro, ma con tutto ciò che brulica lì dentro, tra affari e accordi segreti... non credo possa trattarsi solo di quello. Gli ho detto di stare attento» incrociò le braccia al petto. Dalla camicia abbottonata fino al collo si intravedeva parte del petto villoso, finché la leggera camicia di lino, necessaria quando si lavorava con le alte temperature dei forni, non spariva sotto la stoffa del grembiule color crema. Sospirò. «Cosa vi posso portare?»

Water and Fire - Yoonmin #WATTYs2021Where stories live. Discover now