III

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14 OTTOBRE

La sua schiena collise contro il materasso come avrebbe fatto con un sacco riempito di sassi

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La sua schiena collise contro il materasso come avrebbe fatto con un sacco riempito di sassi. L'Ostello del Mare era tutt'altro che accogliente, ma Jimin non aveva mentito dicendogli che era l'unico albergo della città. Con le pareti scrostate, il cemento in vista, e le gambe dei mobili mangiucchiate dai tarli, la baracca sembrava stare in piedi dalla notte dei tempi. Ma quando Yoongi si era avvicinato al bancone disposto a pochi passi dall'entrata e aveva letto la targhetta bronzea appoggiata sul legno, aveva scoperto che quel luogo era sorto appena cinquant'anni prima. Le chiavi che aveva stretto tra il pollice e l'indice stavano accumulando le prime tracce di ruggine sull'impugnatura.

Le travi in vista del soffitto sopra di lui tradivano l'umidità del luogo in più macchie scure, che decretavano la struttura come fragile e precaria. Il portinaio aveva accettato le sue monete senza farsi troppe domande. Gli aveva chiesto tre Raggi per la prima settimana, ma Yoongi, avendo solo Mezzelune e Soli, gli aveva porto una moneta argentea e incassato il resto di dodici Raggi, piccole monete arrotondate con un foro quadrato al centro. Steso sul letto, sfilò la bisaccia alla cieca, con le mani che frugavano appena sotto la cintura, dove il femore destro incontrava il bacino. Al terzo tentativo riuscì a rintracciare i fili rigidi con cui l'aveva fortuitamente assicurata alla vita quando aveva notato che la tracolla, logora, non avrebbe resistito per più di qualche passo. Se la appoggiò sul ventre, il peso che gli occludeva la bocca dello stomaco. Dalla tasca cavò le monete che gli aveva offerto Jimin. Soppesandole sul palmo della mano, rivide quei brillanti occhi scuri. Sospirò.

La cinghia non oppose resistenza quando Yoongi la aprì. Il materasso ospitò il contenuto, un flusso scarno di monete come i ruscelli di Città del Fuoco nelle estati più aride, quando il Sole cocente trapassava le fonde fitte e dissetava i suoi implacabili raggi con i flutti dei corsi d'acqua in cui si imbatteva. Rovesciò la nuova valuta all'interno della borsa di pelle, e la appoggiò nel punto in cui le sottili coperte incontravano le assi del pavimento.

Quando i bottoni della camicia iniziarono a soffocarlo, lui li slacciò uno a uno, fino a scoprire il torace, il plesso solare, e tutto ciò che congiungeva quella zona all'orlo superiore dei pantaloni. Sfilò la giacca benché i movimenti di torso e braccia fossero minimi. Circondò il collo con le dita della mano destra, quella su cui spiccava la bruciatura, applicando una maggiore pressione con pollice e medio. L'unguento che l'anziana signora gli aveva spalmato sulle nocche bruciava ancora sulla pelle, fragile quanto carta. Più fragile del sottile tessuto che aderiva sul medicamento.

Scorse la mano su e giù, seguendo la linea della carotide e liberandosi dai nodi d'aria che la fuga improvvisata da palazzo gli aveva stretto tra laringe e faringe. Sotto l'arco di cupido persisteva l'odore di erbe medicinali che aleggiava nella baracca della vecchia donna. Le schegge di legno sfioravano ancora i suoi polpastrelli, senza che li ferissero, in un contatto che non si osava intraprendere. Le vigorose e tremule mani di lei avevano spalmato la mistura di calendula e arnica sulle nocche e sulle zone accanto a esse, non senza aver prima addolcito la poltiglia con dell'olio di iperico e propoli. Non gli aveva chiesto nulla in cambio, solo un sorriso. Yoongi era uscito dalla porta portandosi dietro lo stesso scampanellio che aveva seguito la sua entrata.

Water and Fire - Yoonmin #WATTYs2021Where stories live. Discover now