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22 MARZO

«Baia Salmastra è poco più che un borgo» la bocca di Jimin si contrasse al ricordo delle vie intricate e della calca che si spingeva contro i muri di esse pur di passare, dei mercati che con i prodotti esposti sui banconi ricordavano le campagne, ...

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«Baia Salmastra è poco più che un borgo» la bocca di Jimin si contrasse al ricordo delle vie intricate e della calca che si spingeva contro i muri di esse pur di passare, dei mercati che con i prodotti esposti sui banconi ricordavano le campagne, e dei tetti della città, che si vedevano per intero da un'altura, senza lasciarne uno escluso. Le briglie sostenute dalle dita leggere del ragazzo erano bloccate in quella posizione da quando avevano lasciato il recinto. «Un tempo era un Regno potente, con la sua flotta. Poi la mancanza di guerre lo ha stremato. Paradossale, vero? Senza guerre non affluivano più né oro, né argento, mancava materiale per la moneta e i commercianti non sapevano cosa li trattenesse ancora qui. Se ne sono andati tutti. Il Ducato del Vento sembrava ben più allettante e prospero, almeno per i loro affari. Adesso capisci perché mio padre era così impuntato sul farmi sposare Jeon Jungkook?» scrutò l'orizzonte, oltre i prati, oltre le scogliere, oltre le prime miglia di oceano dove il livello dell'acqua, ancora basso, permetteva di studiare alla meno peggio il fondale pulito. Il mondo lì scompariva. Gli avevano sempre detto così. «Il Quartier Grande decadde presto, diventando un ammasso di case diroccate e ruderi, pietre che rotolavano a destra e a manca. Circa trent'anni fa mio padre ha iniziato un'opera di distruzione e bonifica della zona, e ora è tutta prateria»

«Quindi qua un tempo c'erano delle case» disse Yoongi con un'intercalare deciso. Non era una domanda.

«Mh-h» Jimin guidò Malachite perché si voltasse verso l'appezzamento di terreno che terminava a strapiombo sul mare. Qualcosa di quel posto l'aveva sempre affascinato, tuttavia mai usando un innocente richiamo, mai sfruttando l'innocuo fascino della brezza marina pregna di salsedine. Quella distesa smeraldina l'aveva sempre sedotto col canto delle sirene, facendo rilucere macabri dettagli agli occhi di un avventato diciottenne come la pirite brillava sotto il naso di uno stolto. Un brivido mosse la sua spina dorsale. Non riusciva a definire cosa di quel posto lo rilegasse nell'angoscia. Nonostante tutto, ne rimaneva ammaliato. «Ma non le ho mai viste»

Hitch scalpitò sull'erba. Il suo muso toccò un punto dove i fili verdi lasciavano spazio a del terriccio umido, ancora reduce da una delle recenti piogge, e vi soffiò contro. Yoongi carezzò il suo manto soffice per calmarlo, allentando la presa sulle briglie. Funzionò.
«Non riesco a immaginarmelo» il principe del Fuoco mantenne un tono di voce basso, in modo tale da ammansire Hitch. «Così... sembra come dev'essere»

Un passero si posò sul ramo di uno degli esili alberi dietro di loro, di quelli troppo giovani per essere robusti come le piante che vegliavano da anni sulla foresta dietro il palazzo. La fronda arpionata dalle sue zampette tremò. Le orecchie di Hitch scattarono verso l'alto. Il collo si raddrizzò all'improvviso, e Yoongi fece appena in tempo a bloccarlo con i talloni prima che corresse verso chissà dove.

Sempre a dorso di Malachite, Jimin si avvicinò.
«È irrequieto oggi» gli fece notare Yoongi.
«Lo è sempre quando viene qua. Speravo che con te fosse diverso» confessò. «Gli sei sempre piaciuto. Auspicavo che la tua presenza lo avrebbe messo a suo agio. Meglio se ci spostiamo»

Water and Fire - Yoonmin #WATTYs2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora