X

1K 76 22
                                    

12 GENNAIO

Jimin sfilò il guanto

¡Ay! Esta imagen no sigue nuestras pautas de contenido. Para continuar la publicación, intente quitarla o subir otra.

Jimin sfilò il guanto. Prima l'indice, poi il medio, l'anulare e il mignolo. Infine, il pollice. La roccia su cui poggiava i piedi non era la liscia, levigata pavimentazione del castello. Le suole scivolose delle scarpe faticavano a trovare un appiglio saldo sulle pietre grandi e sconnesse, imperlate delle gocce d'acqua che come proiettili si abbattevano sul terreno. Lo scroscio della cascata tappava le sue orecchie come un cuscino. Aspettarsi un cambio di clima da Dicembre a Gennaio, forse, era chiedere troppo, ma Jimin aveva sperato che quel Dodici Gennaio il cielo abbandonasse il suo aspetto plumbeo per soddisfare la sua nostalgia di Primavera.

«Lascialo pure a terra» Choi, non curante, chiuse il libro che teneva tra le mani. La seta bianca tra le dita del principe cadde a terra. Tra una pozza d'acqua e l'altra, s'infangò.

Faceva freddo, un freddo becco, ma lui era lì in camicia, maglione e mantello. Choi gli aveva promesso una lezione normale, ma quella gita fuoriporta si stava rivelando tutt'altro che normale. Il gelo della chiave imprimeva la sua metallica impronta sul cuore di Jimin. Le folate di vento facevano a turno per insinuarsi sotto la pesante lana del maglione. Sotto il mantello si poteva notare chiaramente la figura delle braccia incrociate del ragazzo. «Perché mi avete portato qui?»

Oltre le pieghe del cappuccio, l'uomo doveva avergli lanciato un'occhiata seccata. «Capirete, Altezza»

I passi dell'uomo proseguirono ancora per un po', a un ritmo che doveva adattarsi agli spigoli e alle spiacevoli sorprese che riservavano quelle rocce. Un tappeto di muschio attendeva solo che qualcuno vi scivolasse sopra. «Prestate attenzione a dove mettete i piedi»

Jimin tentò di avanzare, ma il palmo dispiegato del Sapiente si frappose tra i due. Alle spalle del principe l'acqua precipitava inarrestabile verso il corso del fiume in piena, le radici che si prodigavano per raggiungere l'umido del liquido, serpeggiando tra terriccio e altre radici per prolungarsi dove le zolle di terra venivano erose con più facilità e s'incastonavano con i massi che incoronavano lo scenario. Il piede destro di Jimin ruotò dimodoché la punta si affacciasse sullo strapiombo, mentre l'altro indicasse implicitamente Choi. Il Maestro scrutò con aria vaga il cielo. Voleva fingersi preoccupato, ma non gli riusciva bene. «Le correnti non viaggiano in  nostro favore oggi»

Il principe restò in silenzio. L'unica cosa su cui riusciva a concentrarsi erano i punti in cui i vestiti aderivano alla pelle, si aggrappavano a essa e non la lasciavano andare se non per imprimervi tracce rosee. O forse quelle linee sbiadite erano solo i graffi inconsci delle sue unghie, che lottavano per allontanare il cappio del colletto intorno al collo, le manette dei polsini, il cilicio della cintura. Più pensava all'Aria, più gli mancava. Fece scendere una mano appena sotto il segno delle tasche sulle cosce per rialzare i pantaloni rispetto alle caviglie. Vento preannunciante bufera intorpidì anche quei lembi di pelle.

«Per rispondere alla vostra domanda di poco prima, voi avete sempre dominato insignificanti quantità d'acqua: sfere di medie dimensioni, goccioline» disse, con tono noncurante, quasi di disprezzo verso ciò che aveva appena elencato. «Ma avete mai pensato di potervi imporre su interi fiumi?» chiese, aggiungendo passione e coinvolgimento parola dopo parola. «Su fonti d'acqua viva, sull'imponenza degli oceani e dei loro impetuosi frangenti? Controllare ciò che l'uomo non potrebbe mai governare? E se l'aveste mai fatto, avreste mai anche pensato come riuscirci?»

Water and Fire - Yoonmin #WATTYs2021Donde viven las historias. Descúbrelo ahora