XIII

818 59 5
                                    

16 GENNAIO

Il mattino seguente, fu la luce del Sole, anziché quella della Luna, ad accompagnare i movimenti lenti e letargici delle palpebre di Yoongi

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Il mattino seguente, fu la luce del Sole, anziché quella della Luna, ad accompagnare i movimenti lenti e letargici delle palpebre di Yoongi. Stirò i muscoli delle braccia. Scostando le coperte bianche, le pieghe disordinate dei vestiti cadevano sul suo corpo, seguendone la posizione. Ce li aveva ancora addosso, i suoi vestiti. Sbadigliò. Soffocò il suono con il palmo della mano, nel tentativo di non svegliare Kihyun, la testa ancora sul cuscino accanto al suo mignolo. I primi bottoni slacciati della camicia lasciavano in mostra le clavicole pallide e la pelle che Yoongi ora sapeva essere morbida. Aveva sbagliato? Forse. Si era lasciato guidare dall'istinto, dal desiderio, da ciò che gli mancava più di tutto: guarire le ferite della solitudine con qualcuno. E per la prima volta, l'aveva fatto con qualcuno che conosceva. Un passo avanti.

Si tirò su a forza. Le mani ai lati dei fianchi, le braccia lievemente piegate, i gomiti puntati contro la testiera del letto, i muscoli dolenti per essersi addormentato non nella migliore delle posizioni. Di fronte a lui, una figura pallida, magra, dai capelli neri e arruffati lo fissava negli occhi. Accanto a essa, una seconda figura, per meglio dire una sagoma, le cui forme potevano essere indovinate dalle pieghe che descrivevano le coperte poste sulle sue membra. Un raggio di Sole colpiva la superficie dello specchio di cui non si era accorto fino a quell'istante. Scompigliò i capelli, come se quel gesto potesse pettinarli, e il ragazzo dall'altra parte dell'argento mimò le sue azioni. All'alba il pulviscolo diveniva d'oro. Tante piccole pagliuzze abbaglianti che vorticavano a un ritmo tutto loro nell'aria.
Se Yoongi aveva avuto riguardo nell'evitare di far rumore, non ne ebbe altrettanto nel sottrarsi dall'abbraccio delle coperte con delicatezza. Non si curò del lembo che strisciò a terra. Il principe raccolse gli stivali, li calzò, strinse i fiocchi dei lacci e si alzò, con lo strascico del gemito delle molle che echeggiò per qualche secondo mentre egli si affaccendava ad assicurare il mantello nell'incavo del gomito e a raggiungere la porta. Niente librerie scorrevoli, niente torce appese alle pareti o passaggi angusti. Una sola, semplice tavola di legno fissata con tre cardini di ottone. Girò il pomello e la serratura scattò. Aveva vissuto quella scena un centinaio di volte. Un silenzioso addio sull'uscio di una lunga - o forse nemmeno così lunga - notte, un velato senso di pentimento e un sorriso amaro. A variare era solo la differente illuminazione con cui lasciava la stanza. Dopo quelle notti, mantenere un contatto non era una scelta contemplabile. Eppure, quella volta era costretto. Salvare il re non era stata una sua scelta, così come non lo era stato trovarsi nel cuore del palazzo di Baia Salmastra. Tuttavia accogliere il bacio di Kihyun lo era stato.

Quando la porta ruotò sui suoi tre cardini, essi cigolarono. Yoongi strizzò le palpebre e piegò la testa di lato. Questo avrebbe potuto svegliare Kihyun ancora più del suo brusco modo di abbandonare il letto ancora caldo. Allargò lo spiraglio che gli permetteva di sbriciare il corridoio. Un altro cigolio. Kihyun avrebbe dovuto svegliarsi in ogni caso a quell'ora. Conosceva i ritmi dei domestici meglio dei suoi: se voleva scappare dal palazzo di Città del Fuoco, doveva cercare di rientrare quando il rischio di venire scoperto era ridotto al minimo, quando anche le candele dormivano. Già alle prime luci dell'alba i domestici erano in fermento. E forse un po' se lo aspettava, di vedere Minji oltre gli stipiti della porta, con il grembiule già allacciato e una soffice cuffietta legata sotto il collo a protezione dei capelli.

Water and Fire - Yoonmin #WATTYs2021Where stories live. Discover now