𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 3

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Ci dividemmo in varie macchine, io ero con dybala, cuadrado e mckennie.
"Allora allison, parlaci un pò di te" disse juan.
"Oh ok.. allora ho vissuto a Londra per 3 anni per l'università di giurisprudenza, infatti l'ho finita qualche mese fa. poi ho iniziato a giocare a calcio, nel chelsea. ero anche abbastanza brava tutto sommato. un giorno decisi di mollare tutto lì e tornare in Italia" Dissi brevemente.
"Come mai hai mollato?" mi chiese il colombiano
"Un giorno vi spiegherò" dissi osservata da paulo che già sapeva tutto.
"Okok, sei fidanzata?"
"Juan non credi che stai invadendo un pò la sua privacy?" disse paulo guardando dallo specchietto della macchina dritto negli occhi.
"Stai calmo stavo solo chiedendo" alzò le mani in segno di resa.
"Paulo ha ragione" disse west con quel poco di italiano che aveva imparato.
Mi girai verso West e gli dissi:
"dovresti prendere lezioni di italiano"
tutti si misero a ridere.
"Paulo posso mettere un po' di musica?"
"Certo"

Arrivammo alla discoteca, prima di entrare giorgio disse a tutti:
"Non ubriacatevi troppo altrimenti io e leo dobbiamo portarvi a casa a tutti"
tutti guardando cuadrado:
"Ma che avete contro di me oggi?" disse entrando.

Entrammo tutti. c'è chi andava verso il bancone, chi andava in mezzo alla pista e chi andava a sedersi sui divanetti presenti nella sala.
Io ero andata con cuadrado, bernardeschi e dybala al bancone. ordinammo 4 Cuba libre.
Dopo solo un drink juan sembrava già ubriaco, guardai paulo e fede e gli dissi:
"Non regge l'alcool vero?"
Si misero a ridere e il colombiano mi guardò male.
"Ti sfido" disse lui
"Che sfida?" chiesi
"Chi regge più shottini di tequila"
"Andata" dissi
"Partecipo pure io" disse fede alzando la mano.
"Non credo sia una buona idea" aggiunse paulo.
"Fidati reggo l'alcool" dissi io rivolto a Paulo guardandolo negli occhi.
Mi guardò con un sorrisetto come per dire "Vedremo", cazzo che sorriso.
Iniziammo a bere, 1, 2, 3, 4 , 5... 8. non ero ubriaca fradicia, ero ancora un pò lucida, il giusto per capire che ormai juan non si reggeva più in piedi.
Federico era messo certamente meglio di cuadrado, ma sicuramente peggio di me.
"Vado a cercare leo e gli dico che li portiamo a casa" dissi rivolta a Dybala.
Mi misi a cercare nella folla, ma l'unico che trovai fu De ligt, con lui mi sono solo presentata, ma sembra una persona molto simpatica e gentile.
"Eii Matthijs hai per caso vis-" Non feci in tempo a finire la frase che uno sconosciuto mi prese il braccio e mi tirò verso di lui. Era evidentemente ubriaco fradicio.
"Lasciami, non so chi tu sia e preferirei non saperlo" Dissi cercando di liberare la presa dal mio polso.
"Dai stai un pò con m-"
"Ha detto lasciala andare" disse de ligt guardandolo profondamente negli occhi.
"E tu chi saresti?" chiese lo sconosciuto, con un sorrisino talmente odioso che mi venne voglia di picchiarlo. Un mio difetto era che avevo pochissima pazienza.
Matthijas prese il braccio dello sconosciuto e lo levò dal mio, poi lo spinse via.
"G-grazie" dissi con un poco di paura.
"Tranquilla, è tutto ok?"
"Sisi, ti stavo chiedendo, sai per caso dov'è leo?" mi indicò un punto in mezzo alla pista, lo ringraziai ancora e mi diressi in quella posizione.
"LEO" gridai in modo che mi sentisse.
"Dimmi"
"Io e Paulo portiamo a casa Federico e Juan che sono ubriachi, non so per che ora torno a casa. Va bene?" chiesi
"Stai attenta" mi diede un bacio sulla guancia e poi mi diressi verso l'uscita.
Trovai già lì paulo che stava cercando di mettere in macchina juan. Lo vidi in difficoltà quindi persi subito la pazienza e gridai:
"JUAN MUOVITI E SALI IN MACCHINA"
Paulo si spaventò perché non mi aveva vista, e invece Cuadrado si diede una mossa e non ci pensò due volte a salire sulla macchina.
"Fede sei abbastanza lucido per almeno entrare in casa da solo?" chiesi guardandolo negli occhi.
"Sicuramente sono più lucido di lui"
disse indicando juan e appoggiando la testa al finestrino.
"Perfetto".
Lo portammo a casa e poi paulo decise di portare Juan a casa sua, perché non sarebbe neanche stato in grado di aprire la portiera.

Arrivati a casa sua, scesi dalla macchina velocemente, aprii la portiera posteriore, presi cuadrado sotto spalla e così fece anche paulo.
"Siete delle stampelle, che bella stampella che sei tu" disse rivolto a me, cuadrado.
"Stai zitto" dissi diretta.
"Devo vomitare, ma non RIESCO" disse marcando l'ultima parola.
"Io non ti ficco due dita in gola" disse paulo.
"Lo devo fare per forza io? ah diamine!"
Gli infilai 2 dita in gola e prima che potesse vomitare le tirai subito fuori.
"Ti giuro mi devi una cena come minimo."

Una storia complicata|| Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora