𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 10

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POV PAULO
Ero abbracciata a lei, fin quando di colpo non entrò di colpo il dottore:
"Allison, abbiamo trovato un donatore, dovremmo operarti tra due giorni" disse tutto ad un fiato, per poi guardarci ed uscire.
La guardai sorridente, lei fece un lieve sorriso.
"Andrà tutto bene, tornerai a giocare tranquillamente"
La baciai, un bacio d'incoraggiamento.
"Io ora devo andare all'allenamento, altrimenti il mister mi uccide. Vengo qui domani ok?"

POV ALLISON
Erano le 17, stavo mangiando il mio yogurt finché non vidi una ragazza entrare.
Chi era?
Cristiana.
Mollai la mia merenda e le saltai addosso.
"Piccoletta" disse.

Iniziammo a parlare, gli dissi pari pari quello che paulo mi aveva detto.
"Non so se tornerò a giocare" dissi con lo sguardo basso.
"Ei ei guardami, tornerai, e più forte di prima. E nel mentre, io e la squadra abbiamo pensato di regalarti questo, almeno ci avrai sempre vicino"
Mi porse una collana con la scritta "Juventus" in oro bianco.
Mi girai, spostai i capelli per farmela allacciare.
"Ti dona sai?"
Sorrisi per poi guardarmi allo specchio presente nella stanza.

SKIP TIME
Sta notte non avevo chiuso occhio, il pomeriggio avrei avuto l'operazione.
Leo, paulo, giorgio, juan e alvaro avevano detto che sarebbero venuti qui in ospedale dopo gli allenamenti, per poi aspettare l'operazione.
Erano le 13, l'ansia cominciava a farsi sentire.
Stavo camminando avanti e indietro per la stanza, sfregando piano piano le mani l'una contro l'altra vicino alla faccia.
Decisi di andare a fare una piccola passeggiata per l'ospedale.
Ero quasi davanti all'uscita, quando mi distrassi per un attimo, e andai addosso ad un ragazzo.
"Scusami, non stavo guardan-" appena lo guardai in faccia dissi:
"Nicolò che cazzo ci fai qui?"
"Stai calma, volevo solo parlare"
"Non mi va di sprecare tempo, che non so neanche quanto io ne abbia ancora"
Mi diressi verso il prato presente nell'ospedale, ma mi seguì.
"Mi vuoi ascoltare porca puttana"
Ormai eravamo nel giardino, non c'era nessuno, solo io e lui.
"So che sei stanca di tutti quei complimenti che non vogliono essere veri apprezzamenti, ma modi per raggiungerti e catturarti. Ogni "sei tanto" altrui, lo percepivi come un "non sei abbastanza". Non abbastanza da essere scelta, non abbastanza da essere una scelta. Non é la diversità ciò che chiedevi, quando volevi solo essere diversa da te, e nessuno capiva. Dicevi "sono fatta così" e sembrava volessi giustificarti, quando nemmeno ti perdonavi, ed era solo un modo alternativo per anticipare: introdurre il casino che eri, quest'ultimo ridotto ad un "così". Non ti sentivi uno di quei casini belli da far innamorare, bensì uno di quelli che resta per coerente e ti incasina davvero. C'erano così tanti sbagli di mezzo che i tuoi giorni d'un tratto hanno smesso di essere limpidi. Te ne andavi soltanto per capire se avessi motivi per restare, perché giocavi a fare la forte ma volevi anche lasciarti andare. I pensieri nocivi diventavano emicrania, e non avevi colpe, se non essere più umana."
"E io invece, avrei voluto ancora dormire in quell'angolo di letto accanto a te, e mi facevo così piccola al tuo fianco, che ci stavo così bene. Stavo così bene con le mie fragilità mentre ti alzavi in fretta e andavi a fare la doccia lasciandomi dormire. Quando cercavi la mia bocca invano per darmi un bacio e nel buio non mi trovavi, ma mi facevo trovare. Era quel tipo di amore lì.
Ma tu- lo indicai- tu hai voluto distruggere tutto, e ora ti arrangi.
Non venire più da me a fare il finto tonto come se niente fosse successo."
Lo guardai, per poi tornarmene in camera.
Arrivai in camera, e vidi che c'erano già lì giorgio e leo.
"Ciao ragazzi" feci un piccolo sorriso e poi lì abbracciai.

Erano le 15, era appena entrata l'anestesista in camera per iniziare a prepararmi.
Ero sdraiata sul letto quando arrivò paulo.
"Ciao piccola" mi diede un bacio sulla fronte e poi andò a salutare leo e giorgio.
Dopo poco arrivò grace, una dottoressa del mio piano, con cui avevo fatto amicizia mi disse:
"Alli, sei pronta?"
"Tantissimo guarda" risposi ironica.
"Saremo tutti fuori al tuo risveglio" fece leo, dandomi un bacio sulla fronte.

Una storia complicata|| Paulo DybalaWhere stories live. Discover now