𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 16

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La sveglia risuonava nelle mie orecchie.
Erano le 08:00, alle 9:30 avrei dovuto essere agli allenamenti insieme a leo e gli altri. Avrei avuto tutto il tempo necessario per prepararmi con calma.
Mi alzai stiracchiandomi e poi aprii la porta.
Scesi in cucina, leo forse stava ancora dormendo. Mi sedetti su uno sgabello e mi misi a guardare il vuoto, pensando a quello che era successo in questi giorni.
Posi la mia attenzione sul mio polso violaceo, non era servito a nulla il ghiaccio, anzi, era peggiorato.
Sentii subito dopo la voce di leo assonnata richiamarmi.
"Sono in cucina" mi alzai andando verso il frigorifero per prendere il succo di frutta.
"Buongiorno" disse leo sbadigliando.
"giorno"
"Come stai? il polso?"
Tirai su la manica della felpa per fargli vedere il polso.
"È peggio di ieri" lo scrutò con lo sguardo
"L'ho detto che mi stava facendo male" abbassai la manica.
"Vado a prepararmi"
Andai in bagno e presi l'arnica, me la spalmai su lentamente cercando di non farmi male, e poi mi misi una benda un pò stretta.
Poi, presi la maglia e i pantaloncini della squadra.
Mi tolsi la felpa, e il mio sguardo cadde sulla cicatrice che avevo sul cuore.
La odiavo, ma non a livello estetico. È per quello che mi ha fatto una stupida anomalia, che mi ha cambiato la vita. Dovevo fare controlli ogni mese, ogni cazzo di mese.
A risvegliarmi dai miei pensieri fu leo che urlò:
"Allison ci passa a prendere alle 9 alvaro, va bene?"
"Se non lo dobbiamo pagare va bene" risposi, lo sentii ridere.
Una decina di minuti dopo sentii il campanello suonare, doveva essere alvaro.
Presi il borsone e scesi per andare ad aprire la porta.
Era paulo, e dietro in macchina c'era alvaro.
"Ma ciao amoree" dissi
"Ciao piccola" mi abbracciò e mi diede un bacio.
Poco dopo mi staccai visto che era arrivato leo, e ci dirigemmo in macchina.
"Ciao alvarito" ormai lo chiamavo sempre così.
"Ciao nana, ciao leo" ci salutò entrambi e poi iniziammo a parlare, fin quando in radio non uscii una delle canzoni preferite mie, di alvaro e di paulo, cioè "mamacita". ci misimo a cantarla a squarcia gola, fino a perdere il fiato.
"La prossima volta vado a piedi agli allenamenti" ci guardò leo, scendendo dalla macchina ormai arrivati.
"Nana che hai fatto al polso?" chiese alvaro incuriosito
"Oh emh-"
"È caduta come una scema" prese la parola leo, parandomi il culo.
Lo ringraziai con lo sguardo come solo due fratelli sanno fare, poi ci separammo per andare ognuno nei propri spogliatoi.

SKIP TIME
Ero a casa di Paulo. Ora ero in bagno, per vedere come andava la situazione al polso.
Mi tolsi la benda e vidi che la situazione non era migliorata molto.
Non feci in tempo a rimettermela che paulo entrò.
"Non sei caduta vero?" guardò il polso
Non sapevo come rispondere
"Forse è l'ora di raccontarti la verità"
Ci andammo a sedere sul divano e io gli spiegai tutto.
"Questo, te l'ha fatto tua padre?" non ci credeva
Annuii.
"Amore mi dispiace tantissimo, come si fa a trattare così la propria figlia" disse tra se e se, per poi buttarsi su di me.
"Aspettami ti prendo il ghiaccio"
Poco dopo tornò con esso.
Ci sdraiammo e lui mi prese delicatamente il polso schiacciandolo piano piano con il ghiaccio.
Mi stampò qualche bacio umido, sia sulle labbra, che sul polso.
Come facevo a non amarlo?
"Ti amo, lo sai?" chiesi
"Ti amo di più io"
"No, più io"
Iniziammo a litigare come dei bambini, quando paulo non salì a cavalcioni su di me e mi iniziò a fare il solletico.
"NO PAULO BASTA" Continuai a ridere
"Conosco i tuoi punti deboli ormai"
Finalmente, dopo una tortura smesse.
"Ho voglia di giocare" dissi dal nulla
"So io dove portarti, vieni"
Andammo in macchina e fecimo una quindicina di minuti di tragitto.
Il cielo si era ormai tinto di un rosso, rosa, arancio per il tramonto.
Eravamo in un campo da calcio in mezzo al nulla, solamente noi due, al centro del mondo.
Paulo aprì il bagagliaio della macchina e prese un pallone passandomelo.
Iniziai a fare dei palleggi, giusto per aspettare paulo.
Alzai lo sguardo e vidi che mi stava facendo una foto.

"Guarda qui" mi indicò il telefono"Dai però è bella"Buttò il telefono sulla felpa che aveva tolto in precedenza, poi si mise poco lontano da me per iniziare a giocare

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"Guarda qui" mi indicò il telefono
"Dai però è bella"
Buttò il telefono sulla felpa che aveva tolto in precedenza, poi si mise poco lontano da me per iniziare a giocare.
"Ora ti sfido, prendila" Iniziò a correre, così feci quello che mi aveva proposto.
Gli arrivai vicino, fin quando non la presi in scivolata, ovviamente senza farlo cadere.
"Presa" dissi soddisfatta
Mi venne incontro e mise le mani sui miei fianchi.
Ci guardammo per minuti che sembrarono infiniti, il tempo si era fermato, tutto in torno a noi si era fermato.
Non riuscii a resistergli così lo baciai.
"In testa ho solo te" sussurrò.
Arrossii violentemente.
"Timidona" disse paulo ridendo.
"Scemo" lo spinsi via.
Presi la palla e andai velocemente alla porta che c'era in questo campo, tirai con tutta la mia forza come se fossi in uno stadio e feci gol.
"Ogni tanto mi sorprendi" mise le mani sui suoi fianchi guardandomi.
"Ricordati che tra tre settimane dobbiamo andare a tenerife"
"Come faccio a dimenticarmene?" Rimasi sorpresa
"Era solo un avviso"
Dopo aver giocato ancora un pò, ritornammo a casa.

SKIP TIME
Era il giorno dopo, avrei avuto la partita di champions league contro il lione, l'ansia saliva, stavo per fare la mia prima partita con la juve in champions league.
Ora eravamo nel tunnel, aspettando di entrare in campo.
Cristiana mi passò davanti, per dirigersi verso la panchina.
Quella sera sarei stata il capitano, per la prima volta dopo quasi un anno qui alla juve, sarei stata capitano in una partita così importante.
"Conto tutto su di te" mi diede una pacca sulla spalla e poi uscii.
Mi girai verso le mie compagne incoraggiandole battendo le mani, poi entrammo in campo.
Quella sera a vedermi c'erano leo e paulo ovviamente, e poi alvaro, matthijas, weston e juan.

Calcio d'inizio.
Subito 5 minuti dopo il lione segnò, cazzo erano fortissime.
Ma risposi subito al 20', segnando un gol di testa.
Andai alla panchina e corsi incontro a cri, che subito mi abbracciò insieme a tutte le altre.
Ma i festeggiamenti durarono poco, perché l'arbitro fischiò, a causa delle proteste delle avversarie per un tocco di mano. Così andò a vedere il var.
Mi girai verso la tribuna, per cercare paulo, aveva gli occhi puntati sull'arbitro, per vedere una qualsiasi sua scelta.
Qualche minuto dopo, annularono il gol.
Picchiai le mani contro le mie gambe sbuffando, per poi tornare al mio posto.
La partita riprese, il nervosismo era palpabile.
Pochi minuti dopo, presi la palla dai piedi di una centrocampista del lione, che si trovava nella nostra difesa, così iniziai a correre tutto il campo in contro piede.
vidi con la coda dell'occhio un difensore che si stava avvicinando, così passai la palla a Martina, che come me si era fatta tutto il campo, ormai vicino alla porta, tirò ma la buttò fuori, e non di poco.
"Cazzo" esclamai arrabbiata.
Mi guardai un pò intorno e vidi la mister a bordo campo che cercava di richiamarmi.
Mi fece segno di calmarmi, avevamo ancora tutto il tempo, ma io ero fatta così.
Pazienza 0.

2 minuti di recupero. Potevo farcela.
Calcio di punizione per noi, e lo tirai io.
Posizionai la palla nel punto esatto, Lisa mi stava parlando, mi stava dicendo come si stava posizionando la barriera, nel mentre che ero piegata per sistemarmi i calzettoni e la palla.
Feci 3 passi indietro, mi concetrai e poi l'arbitro fischiò.
Tutti gli occhi erano puntati su di me. Presi la rincorsa e tirai all'incrocio.
Gol.
Corsi ancora una volta alla panchina per abbracciare Cri, ma prima guardai l'arbitro se fosse tutto apposto.

POV PAULO
2 minuti di recupero sapevo quanto fossero per allison.
Poteva fare un gol in due minuti, la conoscevo benissimo ormai.
Calcio di punizione quasi da inizio area, e lo tirò lei.
Prese un respiro profondo e poi tirò.
Gol.
Dio quanto l'amavo.
Mi alzai di scatto ed esultai come se il gol l'avessi fatto io.

POV ALLISON
La fine del primo tempo arrivò, così prima di dirigersi verso gli spogliatoi mandai un bacio ai ragazzi che ricambiarono subito, così sorrisi.
Avevo preso una bella botta al ginocchio, infatti, una volta arrivata nello spogliatoio, i medici mi misero il ghiaccio da tenere per un quarto d'ora.
"Ragazze, state giocando bene.
Martina, devi essere più precisa, ma allo stesso tempo devi tirare forte, la precisione è importante, non fare le cose di fretta.
Allison, bravissima, ma stai un pò più larga, sarai più facilitata nel prendere la palla, se dopo ti fa ancora me il ginocchio fammi segno che ti cambio con cri, non aspettare troppo, non sovraccaricarlo troppo"

L'intervallo finì, tornammo in campo e ripresimo a giocare.
Non riuscii a stare molto in campo, quindi feci segno al mister di sostituirmi.
Uscii dal campo applaudendo e diedi il 5 a cri.
Poi andai a sedermi in panchina.

Era il 90', la partita era ancora in pareggio, ero a bordo campo con il mister, cercavo di dare delle indicazioni che mi diceva.
Fin quando non diedero un calcio di rigore per noi.
Lo tirò Martina e fece gol.
Avevamo vinto cazzo.

Una storia complicata|| Paulo DybalaWhere stories live. Discover now