𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 21

286 6 0
                                    

Era inizio giugno, in questo momento ero svaccata sul divano ad aspettare il giorno dopo, che saremmo partiti in vacanza in spagna con Alvaro e Alice.
Mi vibrò il telefono e vidi che era alice.
"Pronto Ali" Mi misi seduta sul divano.
"Vieni a casa mia, subito."
"Cos, perch-" non mi fece finire di parlare che mi attaccò in faccia.
"Ma" Dissi fra me e me.
Andai a prendere le chiavi della macchina, ma non c'erano. Poi mi ricordai che Leo era uscito.
"Merda!" Esclamai.
Me la feci di corsa da casa mia a casa di alvaro, sotto il sole.
Arrivai, bussai, e mi aprì dopo poco alvaro.
"Se non sono morta adesso, vuol dire che sono immortale" Dissi con le mani sulle ginocchia e con il fiatone.
"Sei venuta correndo? Sotto il sole?"
"SI! Alice mi ha chiamato e mi ha fatto preoccupare" Alvaro si spostò e mi fece entrare.
"Aspetta che ti do un bicchiere d'acqua" Disse tra qualche risata.
"Ma ciao edoo" Mi abbassai quando vidi edo venirmi incontro.
Lo presi in braccio e andai in cucina seguendo alvaro.
"Perché hai quel sorriso in faccia?" Chiesi ad alvaro.
"Ora alice ti dice"

"Mettiti questa" Alice mi porse una benda.
Poi mi diede in mano un oggetto.
"Che cazzo è, indizio?"
Prima che potessi finire la frase alvaro disse velocemente:
"Ha due linee"
E li capii.
Mi tolsi la benda e misi la mano sulla bocca, spalancando gli occhi.
"È uno scherzo" Risi guardando alvaro e poi alice.
"No scema" Rispose alvaro.
Saltai addosso ad alice, senza pensarci due volte.
"Ora mi emoziono" Mi asciugai un lacrima sotto l'occhio con l'indice.
"Noo scema vieni qui" Alvaro mi abbracciò.
"Che dire, congratulazione, sono un sacco felice per voii"
Poco dopo suonò il campanello e alvaro andò ad aprire.
Vidi correre in salotto Ale e Leo, che subito mi videro.
"Ciao ziaa!" Si, mi chiamavano zia.
"Ciao piccolettii" Li abbracciai entrambi.
"Domani si parte, pronti?" Chiese a tutti.
"Sii" risposero Ale e Leo.
"Va bene dai io vado a casa, ci vediamo sta notte"
"Vuoi in passaggio?" Mi chiese Alvaro.
"No tranquillo, mi farò un'altra corsa" Guardai Alice.
"Va bene"
Li salutai e tornai a casa, fortunatamente avevo le airpods e mi misi la musica a palla.

Aprii la porta e mi tolsi subito le scarpe.
"Leo sono a cas-" Andai in salotto e vidi Jorginho, Mason e Kai, insieme a Leo che ridevano e scherzavano.
"Oh mio dio" Saltai in braccio a Jo e lo strinsi a me, poi abbracciai anche gli altri.
"Che ci fate qui?" Chiesi con un sorriso enorme.
"Verremo in vacanza con voi e Morata." Disse Mason.
Spalancai ancora gli occhi.

SKIP TIME
"Buongiorno bellezze, è ora di svegliarsi" Andai nella camera dove c'erano kai, jo e mase.
Jo si mise il cuscino sopra la faccia, mase si coprì con il lenzuolo fino alla fronte e kai non si svegliò neanche.
"Cazzo non vi ricordavo così pigroni"
"E io non ti ricordavo così fastidiosa" Disse mason.
"Alzate il culo e svegliate kai, che tra poco abbiamo l'aereo e siamo pure in ritardo" Dissi uscendo dalla camera.

Scesimo dalla macchina, e entrammo in aeroporto, Alvaro, alice e i bimbi erano già lì.
"Eccoli" Leo gli indicò.
"Ciao ragazzi" Ci salutammo tutti.
Edo stava dormendo, mentre Ale e Leo erano mezzi addormentati.
Ale mi venne subito incontro e io lo presi in braccio, mentre lui appoggiò la testa nell'incavo del mio collo.
"Hai sonno amore?" Gli chiesi
"Si" Sussurrò
"Dai che adesso dormi"
Mi guardai intorno e vidi tutti sorridere.
"Emh perché mi guardate?" Dissi imbarazzata
"No è che Ale si comporta così solo con noi" Disse Alice.

Salimmo sul Jet privato che aveva preso Alvaro e decolammo poco dopo.
Io mi sedetti difianco a Jo, che stava guardando instagram.
"Beh allora come sono andati questi mesi? Paulo, tutto bene?"
Appena sentii il nome di Paulo mi bloccai e abbassai lo sguardo.
Dall'ultima partita all'Allianz non l'avevo più sentito, l'avevo visto una volta al Jmedical, ma non l'avevo neanche salutato.
Jo mi scocchiò le dita davanti agli occhi.
"Terra chiama Allison"
"Oh emh si, va tutto bene con lui" Mentii.
Però fece una faccia strana, come se avesse capito che stavo mentendo.
Sprofondai la testa nel sedile e sussurrai:
"Tutto alla grande" Sperando che non mi avesse sentito.

Una storia complicata|| Paulo DybalaWhere stories live. Discover now