Capitolo dodici

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Nessun daytime

Chiara era seduta sulle panchine nel giardino con Elisabetta, quando uscì Mattia. «Raimondo ci vuole in sala» disse alla ballerina. «Perché?» chiese, provando a nascondere il fatto che le stava salendo il panico. «Non so, però ha detto di mettere qualcosa di comodo». Chiara annuì, andandosi a cambiare.

Quando fu pronta, chiamò Mattia. Aveva messo una delle sue solite camicie aperte, e dei pantaloni neri. I ricci biondo scuro erano disordinatamente stupendi insieme a quegli occhi azzurri come il cielo. Insieme si incamminarono verso la sala 6. «Secondo te cosa ci vuole dire?» chiese lei durante il tragitto, per alleggerire la tensione. «Non lo so, ma spero nulla di grave» rispose lui, aprendo la porta. Videro che all'interno della sala non c'era ancora nessuno, così posarono i borsoni per terra, aspettando. Si misero davanti allo specchio, cominciando a fare alcuni passi di latino. Ballarono per un po', divertendosi. Mentre Chiara canticchiava una canzone sentì due braccia che la stringevano da dietro. Dal riflesso dello specchio capì che era Mattia. Le cominciò a riempire di baci la guancia, appoggiando poi il mento sulla sua spalla. Si guardarono allo specchio, facendo delle facce buffe. Continuarono a ballare, e alla fine della canzone fecero uno strano movimento, che avvicinò i loro corpi. Fra loro c'era chimica, e lo sapevano. Chiara sorrise, facendo diventare le sue guance di un colore rosso abbastanza chiaro. Anche Mattia le sorrise, prendendola un po' in giro per il colore assunto dalle sue gote. Poi si abbracciarono. Lui le diede un bacio sulla fronte, scompigliandole i capelli.

La porta si aprì, rivelando Raimondo Todaro, seguito da Francesca e Umberto. Il maestro si sedette su una sedia, con i due professionisti accanto. «Mattia» cominciò Todaro, con uno sguardo serio. «Ti ho trovato una ballerina» gli comparì un sorriso sul volto. «Vi ricordate che vi avevo promesso un passo a due? Oggi vi accontento. Solo che non sarà di latino puro, ma di latino contaminato, dato che è un compito di Veronica». Chiara e Mattia si scambiarono uno sguardo d'intesa, per poi osservare la coreografia alla tv. Era un ballo molto 'confident', infatti Raimondo poi spiegò che gliela voleva far fare affinché si potessero fidare al cento per cento l'uno dell'altro. «Che dite, cominciamo a provarla?» chiese Umberto, mentre i due ragazzi annuivano, andandosi a togliere le scarpe.

Dopo quasi un'ora di prove, Mattia e Chiara vennero congedati. Quando arrivarono dagli altri, andarono ognuno nelle proprie camere, stanchi morti. Lei raggiunse Carola e Serena, sedute nei propri letti a discutere. «Allora?» chiesero entrambe quando l'amica entrò nella stanza, posando le cose per terra. «Ho un passo a due con Mattia». «Ah» disse Carola. Sul volto le comparve un sorriso furbo. «E tu ce lo dici così, come se nulla fosse?». Serena guardava Chiara come se le avesse appena raccontato una barzelletta. «Abbiamo cominciato a provarlo» disse, sedendosi davanti alle due. «Però c'è un problema». «Quale?» chiese Carola, prendendole la mano. «Che ho paura di non essere abbastanza per lui» rispose lei, abbassando lo sguardo. «Stai scherzando spero». Questa era Serena. «Tu lo sai che quando balli in puntata lui non ti toglie gli occhi di dosso nemmeno un secondo? E che da quasi cinque giorni non fa altro che parlare di un ipotetico passo a due con te?». Chiara scosse la testa. Non lo avrebbe mai pensato.

***

Il pomeriggio dopo, i due ballerini dovevano provare la coreografia in sala. Questa volta la fecero ancora più convinti, dato che mancava ormai un giorno alla puntata. Per l'ultima volta quel pomeriggio, Umberto fece partire la musica. Chiara si convinse mentalmente che quella volta sarebbe andato tutto bene. Ogni volta che Mattia toccava con le dita la sua pelle, mille brividi le invadevano il corpo. E sentiva di volerne sempre di più. In poche parole, amava qualsiasi cosa che le facesse, qualsiasi effetto le facesse. «Stavolta siete stati bravissimi» disse Francesca, alla fine della coreografia, che si trovò d'accordo con Umberto. Poi si salutarono, dicendosi che si sarebbero visti dopo per le prove generali in studio.

La sera, finite le prove in studio con i professori e i professionisti, i ragazzi decisero di guardare un film tutti insieme. Chiara si sedette sul divano vicino ad Alessandra, quando si ritrovò accanto Mattia. Il cuore le prese a battere forte. Ale le tirò una gomitata, sorridendole. Durante la visione del film, Mattia mise un braccio attorno alla spalla di Chiara. Lei per un secondo si trovò bloccata da quella vicinanza, ma poi appoggiò la testa sulla sua spalla, come due sere prima. Sentiva un formicolio nello stomaco, e un calore fortissimo nel cuore. Anche quello, come lei, sorrideva, e non poteva essere più felice.

Dopo quasi un'ora, Chiara si addormentò. Mattia lo notò solo dopo la fine del film, quando le chiese cosa ne pensasse non ricevendo risposta. La guardò, pensando a quanto fosse bella mentre dormiva. «Frate, ou» Christian lo risvegliò dai suoi pensieri. «Che ti sei addormentato pure tu? L'ho capito che ti piace però contieniti eh» lo disse con il suo accento bergamasco, facendo ridere Mattia. «E mo' per portarla di là la svegliamo?» chiese il biondo, sedendosi accanto a Chiara. Serena urlò dalla cucina: «Matti portala tu a dormire». Lui in tutta risposta le dedicò un terzo dito. Decise di svegliare Chiara. Il suo cuore gli diceva di prenderla con sé, ma la mente non glielo permise. E lui in quel momento ascoltò la mente, non il cuore. Mattia mise la testa vicino a quella della ragazza, guardandole le palpebre socchiuse. «Chia, svegliati» le sussurrò, accarezzandole il volto. Lei fece una smorfia, poi aprì gli occhi. «Che è successo?» chiese. «Ti sei addormentata. Sulla mia spalla per giunta». Sorrise sinceramente. «Bene, allora mi sa che tornerò a dormire di là». Chiara si alzò, dando un bacio sulla guancia a Mattia. Quando se ne stava andando, venne bloccata da lui per un braccio. «Voglio un abbraccio». Mattia fece il labbruccio, sapeva che Chiara non avrebbe resistito. «E abbraccio sia, però dopo vado a dormire. E anche tu». I due ragazzi si abbracciarono. Sapevano entrambi che in quell'abbraccio erano contenute tutte le parole che non avevano il coraggio di dirsi.

Dal primo momento //Mattia ZenzolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora