Capitolo trentaquattro

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Daytime

Il giorno seguente, tutti i ragazzi furono chiamati sulle gradinate. Dopo che Maria lesse alcune lettere per le sfide e i compiti dei prof, si rivolse a Luigi.

Dato che aveva vinto la gara giudicata in puntata, avrebbe potuto cantare il suo inedito "Muro" in una location speciale: il tetto degli studi Elios. «Puoi anche portare due persone Lù» disse Maria. «Solo due?» chiese Luigi. Maria disse di sì. «Ok... allora porto Alex». Luigi indicò il cantante. «E poi mi porto Chiaretta, la mia calabrese preferita» finì lui. «E iamu dai» disse Chiara in dialetto calabro. Significava "e andiamo dai". «Assa mi mi vestu» esclamò Luigi, sempre in dialetto. Quella frase significava "lascia che mi vesta" oppure "aspetta che mi vesto". I due ragazzi parlavano il dialetto raramente con gli altri, ma se erano da soli lo parlavano spessissimo. Avevano stretto un'amicizia molto forte.

Dopo che i tre furono pronti, la produzione li guidò fino ai tetti. Appena Alex aprì la porticina videro il panorama di Roma. «Wow, è bellissimo qui» disse Chiara. «Un giorno chiederò alla produzione se posso venirci con Mattia». «Magari ci fanno salire di nuovo a Capodanno, per vedere i fuochi d'artificio» disse Luigi, sistemando l'asta e il microfono. «Gigi, muoviti ca scurau» rise Chiara. «E ammi u tempu, non riesco a mettere bene questo coso qui» replicò il cantante. «Scusate, potreste tradurre per me che non sono calabrese?» chiese Alex, andando verso Luigi per aiutarlo. «Io gli ho detto "muoviti che sennò fa notte" e lui mi ha risposto "dammi il tempo"» spiegò la ragazza.

Quando lo sistemarono, Luigi cominciò a cantare Muro. Al ritornello si unirono anche Chiara e Alex, che cantarono a squarciagola insieme a Luigi. Era una sensazione bellissima. «Vai Gigii» batté le mani Chiara quando finì la canzone. Dopodiché tornarono in casetta e raccontarono tutto ai compagni.

***

Dopo cena, Chiara decise di uscire fuori sul retro per rilassarsi un po'. Quando stava per aprire la porta per uscire sentì qualcuno piangere, e notò che era Simone. Pensò che stava davvero male, poiché non lo aveva mai sentito piangere in quel modo. Lo trovò seduto sul divanetto con la testa fra le gambe. Appena la vide si alzò e corse ad abbracciarla. Lei gli cominciò ad accarezzare i capelli, provando a calmarlo. «Simo tranquillo» gli sussurrò Chiara. «Ti va di parlare?». Lui fece di sì con la testa, e si sedettero di nuovo sui divanetti.

«Il mio problema è quello di non riuscire a rientrare nei canoni di quello che la gente vuole sentire» disse lui guardando il vuoto «Una cosa che ho detto anche a Maria è stata: perché lo posso dire, cioè posso motivare le altre persone, ma poi sono il primo che non riesce a farlo?» si dannò Simone. I loro sguardi si incrociarono, e in quello del ragazzo si insinuò un po' di malinconia. «Perché è una cosa normale» cominciò Chiara, facendo un sospiro. «Capiscimi: c'è un abisso di differenza tra il pensare una cosa e parlarne. Non si può essere quello che la gente vuole, perché ognuno di noi ha una propria personalità. Tu sei particolare Simo, devi solo trovare la chiave per sbloccarti e far capire a tutti chi sei davvero. Non puoi piacere a tutti». «Si ma neanche a Rudy piaccio». Calò il silenzio. Continuò dicendo: «Non voglio pensare di non piacere nemmeno al mio professore, però mi sembra che sia così». In effetti aveva ragione, perché sembrava davvero che Rudy si fosse stancato di averlo con lui. «Cioè pensaci» continuò il ragazzo «nella puntata mi sono messo in gioco cantando la canzone di Bublè, e non mi ha detto neanche "però bravo che ci hai provato", mi ha dato solamente un brutto voto e mi ha sospeso la maglia». Chiara lo guardò negli occhi e disse sinceramente: «Simo sarà che io non ne capisco niente di canto, ma secondo me non hai stonato, anzi l'hai fatta bene la canzone». «Grazie, mi fa piacere che almeno tu lo pensi» replicò lui. La ragazza si limitò ad annuire e poi posò lo sguardo sull'orologio: erano le 22:30. Guardò Simone, e disse: «Che dici, rientriamo? Fa freddino». Il ragazzo di alzò, e di nuovo si abbracciarono. «Grazie» le sussurrò all'orecchio «Di che?» «Di essere qui, di esserci sempre. Davvero». Chiara era sempre felice di poter aiutare i suoi compagni a sfogarsi. Poi rientrarono nella casetta, e dopo essersi dati la buonanotte, andarono ognuno nelle proprie stanze.

Mentre Chiara si stava struccando nel bagno arrivò Mattia, che dapprima la guardò, e poi le chiese: «Dove sei stata fino ad ora?». Mise il mento sulla spalla della ragazza, sentendo il suo solito profumo. «Sono stata con Simone fuori. Pomeriggio ha parlato con Maria ed era un po' triste» disse Chiara. «Sempre con Simone stai» disse Mattia con il fiato sul suo collo, facendo il finto broncio. Chiara ebbe un brivido che le attraversò tutta la schiena. Si girò verso il ragazzo, e ad un palmo dalle sue labbra disse: «Non è vero, sto anche con gli altri» «Sì che è vero, oggi abbiamo parlato pochissimo». Lui appoggiò le sue labbra su quelle della ragazza. Era un bacio semplice, all'inizio. Ma solo all'inizio. Mattia le fece appoggiare la schiena al muro e le mise le mani sui fianchi approfondendo il bacio. Quando si staccarono, sfortunatamente per mancanza di ossigeno, Chiara notò che tra i loro corpi non c'era più distanza. Erano completamente attaccati uno all'altro. «Mattia se ci hanno ripresi le telecamere ti ammazzo» sussurrò Chiara. «Seh seh, già ti vedo» rispose lui con il suo solito accento barese. «Ti aspetto di là così mi dai la buonanotte». E se ne andò.
Dopo essersi messa il pigiama, che consisteva in una felpa azzurra che aveva rubato a Mattia, e dei pantaloncini corti, Chiara andò nella camera del suo ragazzo e, vedendolo quasi addormentato nel suo letto, si sedette e gli cominciò ad accarezzare i capelli. Lui aprì gli occhi e sorrise. «Vieni qua» le fece segno di mettere la testa sul suo petto. Quando Chiara lo fece Mattia le diede un bacio sulla testa, le alzò il mento per guardarla negli occhi, e la baciò di nuovo. Quando si staccarono lei gli diede la buonanotte, ma Mattia disse: «Quella non è la mia felpa?» «Adesso è la nostra felpa» gli rispose Chiara lasciandogli un ultimo bacio sulle labbra.


*spazio autrice*
Allora, scusate se sto pubblicando poco in questo periodo, ma sono super impegnata con la scuola. Voi che mi raccontate? Vi è piaciuto il capitolo?
Comunque, io ancora non riesco a credere che siamo arrivati alla semifinale, sembra ieri che è cominciato.
Vorrei che non finisse mai, ma allo stesso tempo non vedo l'ora che ritorni Mattia🤍

Dal primo momento //Mattia ZenzolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora