28 - Ululati di forza

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Come è strana la sorte... come appare incredulo chi dì natura, cerca di spezzare una linealità forse troppo diffusa in chi cerca di ombreggiare una diversità, rinchiusa in ogni senso umanistico.
Tutti uguali, ma anche tutti diversi... è così che in realtà, appare distante, incredula, un'unicità che è lì, proprio lì, dove tutti siamo abituati a scavare invece di raccogliere.
In ogni petto l'aurora dell'immenso... in ogni voce la melodia di un fruscio, così simile, ma così diverso nel prendersi cura di ogni portatore d'essenza... c'è chi grida, chi implora, c'è chi è infinitamente preoccupata e infine c'è lei, che sì rivede in tutte, che preferisce sussurrare, ma non apparire, quasi per non essere di troppo, anche sapendo che il suo, è un valore di vitale importanza per ognuno di noi.

Chi sei, tu che leggi...
Che fai, tu che puoi...

Ululati di forza... hai mai ascoltato degli ululati di forza?

Tu lì conosci, tu che sfidi il silenzio per comprendere il valore altrui, usando quei piccoli ululati, che se pur silenziosi sanno arrivare al cospetto di ogni squarcio di essenza.
Quí, giace senza alcun timore, un portatore d'essenza, uno dei tanti, abituato a cercare invece di imparare a raccogliere.
Dove sono dirette le tue mete! Cosa faresti, se non avessi più il dono della voce... se ad un tratto le tue corde vocali, quasi per pigrizia, non vorrebbero trasmetterti la tua voce.
In silenzio... Il silenzio... non l'avresti apprezzato se quelle corde vocali non sarebbero state spezzate da un soffio incompreso, in una notte quasi surreale, dove inizieresti ad apprezzare ogni minuscola stella, arrivata a posarsi sul tuo capo, quasi per gridare ad un silenzio forse troppo assordante, troppo fastidioso, soprattutto per chi avrebbe sperato di esternare i propri, amati, ululati di forza.
Diamanti, come gocce di vetro, diventeranno gli occhi in un riflesso notturno, apparso per accarezzare un silenzio... un silenzio arrivato senza preavviso per tentare di arricchire un sorriso, che si riflette solo nei frammenti di qualche vecchio ricordo. Dove saresti andato, tu, un portatore d'essenza rinchiuso in un'incomprensibile silenzio, rinchiuso nel tuo dolore, dove la rabbia senza preavviso, brucerebbe ogni granello d'armonia per gridare a squarcia gola senza poter esternare ogni tua piccola vocale di dolore.
Maledetto-silenzio-maledetta-paura!
Proveresti a gridare alzando il tuo capo, prenderesti a pugni ogni tormento di vento, che vorrebbe accarezzarti per donarti sostegno, ma in realtà in cuor tuo sai bene che sì tratterebbe solo di un miraggio.
Cosa stai tendando di scrivere tu che muovi le mie dita... in che modo vorresti esternare i tuo ululati, quelli, che in un silenzio quasi surreale ti hanno portata in una stanza buia, dove il soffitto ha iniziato a calamitare il suo sguardo su di te.
I tuoi occhi hanno deciso per te, eri circondato dai colori, così splendenti che hai preferito inventare delle ombre, più tosto che rincorrere quei stessi colori per continuare il tuo dipinto... un dipinto di vita. In un battito di ciglia sono volati via una quantità di giorni, senza che tu, avessi avuto il controllo di spezzare quell'incantesimo che ha tanto fatto del male alla tua pelle.
Incompreso e deriso da te stesso, ipnotizzato dalle ombre hai spezzato via ogni legame armonioso... eri un audace portatore d'essenza, ma non saresti stato capace di apprezzare quel minusculo soffio, quel piccolo fruscio che senza colpe sì è sempre sentito oppresso da colpe incomprese.
Hai spento la luce e mentre lei ti bruciava nel petto hai provato per la prima volta ad accarezzare quel minuscolo fruscio, che ha saputo sopportare ciò che tu, non avresti mai sopportato.
Quel silenzio, ormai diventato un nemico d'avventura, iniziò a mostrare le sue debolezza... anch'egli, come te, meritava di essere accarezzato.
Quando finalmente hai iniziato a comprendere il valore della tua essenza, quelle corde vocali che avevano deciso di isolare le tue parole dai tuoi pensieri, hanno ripreso a dare vite a quelle piccole vocali di speranza e con un po' di coraggio hai imparato a ringraziare quel silenzio che tu chiamavi nemico, senza saper che, spesso, il silenzio e il tempo hanno un valore enorme per provare a ricucire quelle ferite di resilenza, che non adoravano essere cucite, ma solo medicate.
Ululati di forza e un silenzio incompreso hanno fatto la loro parte per far apprezzare a te stesso, un qualcosa di te, che ti ha sempre apprezzato e amato per ciò che sei, senza saper chiedere nulla in cambio... quasi per trasmetterti in un silenzio surreale cose di eterno valore, cioè, quelle che arrivano sotto voce, scombussolandoti con benevolenza fino all'ultima briciola d'essenza.
I tuoi amati occhi, o meglio, i tuoi abituali riflessi di vetro, hanno imparato a luccicare in un silenzio così incompreso e in un tempo, che amava accelerare il suo percorso quasi per metterti una mano sulla spalla e provare ad accarezzare il tuo percorso di sofferenza, cercando di tatuare un sorriso incompreso... proprio lì, sul tuo viso, dove le tue lacrime hanno saputo arrivare fino al tuo petto.

Un giorno ti troverai al cospetto della tua essenza e spero che anch'io sarò degno di poterlo fare... soprattutto, per donargli le mie lacrime d'affetto, le stesse, che sto tenendando di incarnare in ogni suo piccolo granello d'essenza, attraverso dei piccoli ululati di forza.

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La profonda sensibilità {in revisione} Onde histórias criam vida. Descubra agora