Capitolo Uno

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Un suono si fece strada nelle mie orecchie, era assordante ed in netto contrasto con il silenzio che regnava in casa.

Mi ritrovai a pensare che fosse la sveglia così mi tirai velocemente su a sedere per spegnerla il più in fretta possibile in modo da non svegliare nessun altro, quando però fui con la mano tesa verso il comodino mi accorsi che non c'era veramente nulla da spegnere.. A fare quel rumore così fastidioso era stato semplicemente il mio telefono che, impazzito, continuava a suonare come se fosse una bomba pronta ad esplodere.

Fui tentata di sfogare la mia frustrazione su chiunque mi stesse svegliando a quell'ora del mattino ma, non appena vidi il nome sullo schermo,  mi calmai e feci andar via tutti quei cattivi propositi.

Harry.

Mi affrettai a rispondere.

"Tessa" Sentii dire da una voce divertita all'altro capo del telefono.

"Harry" Risposi usando lo stesso tono.

"Abbiamo un problema" Lo sentii dire, improvvisamente serio. Inizialmente mi preoccupai ma non feci in tempo a chiedere cosa ci fosse che venni interrotta.

"Si sono rotti i miei pantaloni preferiti"

-

Non avevo a che fare con una persona normale ma ormai questo lo sapevo bene da molto tempo.

Harry era il mio migliore amico da quando, molti anni prima all'asilo, mi era venuto addosso facendomi cadere. Io gli avevo risposto dandogli uno schiaffo così, tra urla e pianti da entrambe le parti, eravamo stati messi in punizione.

Da quel giorno di tanti anni prima nessuno dei due era mai stato senza l'altro.

Passavamo insieme 24 ore su 24 e, quelle rare volte che non era così, passavamo al telefono ore ed ore a parlare di tutto e di niente. Era entrato a far parte della mia vita così per caso eppure, se non ci fosse stato lui, non avrei saputo come fare.

C'eravamo sempre stati l'uno per l'altra in svariate occasioni: quando lui si ubriacava alle feste e non poteva tornare a casa perché altrimenti sua madre lo avrebbe visto in quello stato, io inventavo scuse e lo ospitavo da me (ovviamente senza che i miei genitori lo sapessero), quando voleva fare colpo su una ragazza io mettevo una buona parola per lui, quando era ammalato e aveva voglia di mangiare cinese io mi alzavo e andavo a comprare il necessario senza fare domande perché ovviamente sapevo già cosa gli piaceva mangiare.

Tuttavia, seppur queste fossero sciocchezze, condividevamo anche molto di più.

Io ero la custode dei suoi segreti e lui era il custode dei miei: non c'era persona di cui mi fidassi di più e nemmeno che sapesse così tante cose su di me.

Sapeva che non avevo dato ancora il mio primo bacio e che me ne vergognavo in maniera assurda, sapeva che mi commuovevo quando vedevo Titanic anche se lo avevo visto mille volte, sapeva che dormivo ancora con un pupazzetto a forma di orso risalente a quando ero piccola.

Tuttavia non mi giudicava, né io giudicavo lui.

Eravamo due metà perfette che combinate davano vita a qualcosa. Non sapevo cosa fosse quel qualcosa, non avevo mai ritenuto importante sapere cosa fosse. 

Molte persone tuttavia non capivano il nostro rapporto, davano tutti per scontato che tra uomo e donna potesse esserci solo un altro tipo di relazione, l'amicizia non veniva considerata.

E così, spesso e volentieri, mi trovavo a cercare di spiegare che io ed Harry non stavamo insieme.

Si, ci piaceva abbracciarci.

Absent MindedWhere stories live. Discover now