Capitolo Ventotto

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Mi trovavo nella stanza di Harry da ormai alcuni secondi ma l'unica cosa a cui riuscivo a prestare attenzione era il suo sguardo.

Sembrava confuso, come dargli torto! Si aspettava di voltarsi e trovare sua madre ed ero apparsa io, probabilmente l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.

Poi, cosa non da poco, il riccio in quell'esatto momento si trovava al centro della stanza senza maglietta. Per quanto cercassi di convincermi che la cosa non mi toccasse in realtà mi rendeva nervosa e, a dirla tutta, m'imbarazzava.

"Cosa ci fai qui?" Chiese usando un tono freddo che non gli avevo mai sentito. I suoi occhi tuttavia erano agitati.

Malgrado i tentativi però non riuscii a capire cosa nascondessero.

"Voglio parlare" Dissi semplicemente facendo un passo avanti verso di lui che, nel frattempo, aveva aperto l'armadio per prendervi una maglietta da indossare.

Lo ringraziai mentalmente.

La maglietta notai, era nera. Che fosse un caso o aveva sul serio ascoltato il mio consiglio?

"Non ho niente da dirti" Disse il riccio mentre mi lanciava uno sguardo carico di rimprovero.

Sicuramente il caso, pensai a quel punto.

Di certo non voleva rendermi le cose più facili.

"Ascolta Harry io.." Cercai di iniziare nel migliore dei modi ma, a quanto pareva, Harry non aveva intenzione di ascoltarmi perché mi bloccò subito.

"No, ascolta tu Tessa" Rimasi spiazzata da quel suo tono, i suoi occhi verdi erano più scuri rispetto a quanto erano soliti essere normalmente. Dettaglio che di certo non mi rassicurò.

"Non voglio sentire le tue scuse come non voglio sentire niente che riguardi ancora quel coglione che ti porti appresso quindi se sei venuta qui con questo intento, ti prego.. vattene" Quelle parole, dette con rabbia e risentimento, mi distrussero.

Non solo perché riuscivo a sentire il dolore trapelare dalla voce di Harry ma perché sapevo che la causa ero io.

Rimasi immobile, ancora al centro della stanza. Nemmeno Harry pareva volersi muovere, era come se il tempo si fosse fermato in un eterno istante carico di dolore.

"Io.. devi ascoltarmi" Dissi con un tono di supplica.

Sapevo di sembrare patetica ma non m'importava. Feci qualche passo nella sua direzione, stavo per posare una mano sul suo braccio quando Harry, in risposta, si scansò.

"Tessa, io ti voglio bene. Cazzo, credo di essermi innamorato di te! Ma quando ti ho detto che avrei sopportato questa situazione.. non intendevo che sarei rimasto a guardare mentre tu ed Elia giocate a fare i fidanzatini" La sua rabbia mi accecò, non mi accorsi quasi nemmeno di quello che Harry aveva appena detto tanto le sue parole mi colpirono.

"Credo di essermi innamorato di te"

Non importava il tono che la sua voce aveva assunto, lo aveva detto.

Harry era innamorato di me.

Avevo fatto di tutto per proteggermi dai suoi sentimenti perché, una volta che ne fossi venuta a conoscenza, avrei dovuto affrontare i miei ma in quel momento, in quella stanza, non ebbi più paura.

Parlare con quel nodo allo stomaco tuttavia mi risultava difficile. Così rimasi in silenzio a fissare Harry anche per più del dovuto.

Poi, tutto d'un tratto, parlai, ma dalla mia bocca uscirono le parole più stupide che potessi dire in una circostanza del genere.

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