Capitolo Ventiquattro

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REBECCA'S POV

La giornata scolastica era finita ed io, sotto richiesta di Elia, mi trovavo nell'auto di Harry.

Non potevo dire mi dispiacesse, in effetti la vicinanza del riccio mi faceva sempre piacere, la cosa che mi infastidiva però era che Elia doveva sempre mettersi in mezzo. Aveva una strana tendenza a manipolare le persone, anche quelle che tenevano a lui, soprattutto quando beveva troppo come accadeva sempre più spesso in quel periodo.

Odiavo quella situazione.

Avrei voluto trovarmi in quell'auto per mille altri motivi ma non per colpa di mio fratello.

"Hey, c'è qualcosa che non va?" Mi chiese Harry che, dal lato del guidatore, mi fissava preoccupato.

Era carino quando si preoccupava, mi ritrovai a pensare. Non potevo che arrossire sapendo che quello sguardo così intenso era rivolto a me.

Nessun ragazzo mi aveva mai guardato come se si preoccupasse per me, nemmeno mio fratello. Harry invece più di una volta era venuto in mio soccorso. Mi ricordai mentalmente quando mi aveva riaccompagnata a casa dopo che mi ero ritrovata a vagare piena di lividi per le strade di Holmes Chapel in seguito ad una festa finita in modo disastroso. Non ricordavo nemmeno tutti i dettagli: solo gente che urlava e si strattonava e musica a tutti volume. Harry allora non mi conosceva bene anzi, si poteva dire ci fossimo parlati solo qualche volta.. ma mi aveva aiutata. 

"Niente, tutto apposto!" Mi ritrovai così a dire con un'espressione fin troppo allegra nettamente in contrasto con quella avuta fino ad un attimo prima.

Lui continuava a fissarmi per nulla convinto così, per placcare i suoi dubbi, mi affretti ad aggiungere:

"Tu invece?" Forse, se avessi spostato la conversazione su di lui, non si sarebbe accorto del fatto che stavo spudoratamente mentendo, di solito con Elia funzionava.

"Non c'è male" Disse semplicemente, tuttavia i suoi occhi dicevano altro.

"Non sembri troppo convinto" Replicai allora squadrandolo.

"Nemmeno tu" Rispose voltandosi verso di me con un sorriso che mi fece sorridere a mia volta. Evidentemente lui non era come Elia.

"Puoi parlarmene se vuoi.. intendo del motivo per cui sei preoccupato" Normalmente non mi impicciavo negli affari della gente, anzi di solito nemmeno facevo così tante domande perché le persone avevano la strana tendenza di sentirsi in diritto di farti altrettante domande quante ne avevi fatte tu, come se esistesse una sorta di regola che gli imponeva di chiederti cose la cui risposta non interessava a nessuno, tanto meno a loro. Ma con Harry era diverso.. m'interessava davvero sapere quello che aveva da dire, quello che pensava. E non avevo paura di rispondere alle sue domande, qualunque esse sarebbero state.

Harry, mi ritrovai a pensare, semplicemente mi piaceva.

Lui si girò nella mia direzione, il suo sguardo era dubbioso tuttavia mi sorpresi quando aprì la bocca per rispondere.

"Non è niente d'importante" Il suo tono era calmo e controllato, si vedeva che non voleva aggiungere altro in merito.

Rimasi in silenzio per qualche secondo prima di dare voce ai miei pensieri.

"Di solito quando io ho un problema cerco di pensare a come lo risolverei se fossi un'altra persona" Harry nel frattempo mi fissava come se stesse ragionando sulle mie parole, era una situazione nuova per me. Di solito la gente, mio fratello compreso, non dava peso a quello che dicevo.

"Anche se trovassi una soluzione.. io sono io, non un'altra persona" Si limitò a rispondere sconsolato.

Si vedeva che era combattuto, lo si poteva notare dalla vena in rilievo che sul suo collo indicava quanto nervoso fosse o dalle sue mani che scompigliavano sistematicamente i capelli ricci.

Absent MindedWhere stories live. Discover now