Capitolo Trenta

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La giornata passò lenta, fin troppo lenta.

L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era il sorriso di Harry che, per quanto bello fosse, mi faceva soffrire perché nell'immagine che avevo in mente era rivolto a qualcuno che non ero io.

E se avesse passato il pomeriggio con Rebecca?

Me lo sarei meritata in fondo..

Solo dopo un pomeriggio passato a rimuginarci su avevo capito l'errore che avevo fatto mandandogli quel messaggio.

Avevo avuto paura. Come una vigliacca.. ed ora dovevo prendermi le mie responsabilità.

"Tessa, tra mezz'ora partiamo" Disse mia madre che, sebbene non me ne fossi accorta, era appena entrata nella stanza.

"Uhm.. si, adesso mi preparo" Risposi cercando di scacciare i pensieri che avevano minacciato di schiacciarmi tutto il pomeriggio.

Ma non ci riuscivo.

Ad un certo punto mi alzai dal letto, i muscoli mi facevano stranamente male.

Probabilmente, mi dissi, era perché non mi ero mossa tutto il giorno.

Dovevo chiarire con Harry o sarei impazzita.

Così feci l'unica cosa che mi venne in mente: presi il telefono e lo chiamai.

Squillava, era già un buon segno.

"Andiamo, rispondi.." Sussurrai mentre spostavo il peso da un piede all'altro. Ero in ansia perché non sapevo bene cosa aspettarmi..

Era arrabbiato? E se lo fosse stato come facevo a parlargli senza peggiorare la situazione?

Il telefono continuava a squillare.. ma nessuno rispondeva.

La situazione era così grave?

Poi di colpo un dubbio si insinuò in me: e se fosse stato davvero con Rebecca?

Chiusi la chiamata e lanciai il telefono sul letto.

"Sei pronta Tessa?!" Chiamava mia madre dal piano di sotto.

Mi guardai intorno e notai che la mia stanza in quel momento era come la mia vita: un disastro.

"Ehm non ancora, mi manca poco!" Mentii andando subito a prendere dall'armadio il vestito rosa antico che mi aveva regalato la nonna l'anno prima.

La parte alta dell'abito era stretta per poi andarsi ad aprire verso i fianchi, ad unire il tutto ci pensava il nastro nero che legai intorno alla vita.

Di sicuro le avrebbe fatto piacere vedere che lo indossavo.

Lo infilai in velocità notando che, a differenza di quando lo avevo provato la prima volta, non mi era più largo.

Lisciai i capelli con la piastra per poi truccarmi lo stretto indispensabile, era pur sempre una cena a casa dei nonni.

Completai il tutto indossando un paio di ballerine nere ed una borsa dello stesso colore.

Guardai il letto dove ancora stava il cellulare. Era lì in bella vista come a volermi ricordare che Harry non mi aveva risposto.

Lo presi in un modo non troppo delicato e lo gettai all'interno della borsa.

"Sono pronta!" Gridai mentre prendevo il cappotto nero e scendevo le scale.

Dovevo farmi forza, era solo una cena.. cosa sarebbe potuto andare storto?

La mia mente mi suggeriva tutto ma lasciai perdere.

-

Il viaggio in auto fu silenzioso ma per fortuna anche breve.

Absent MindedWhere stories live. Discover now