Capitolo Diciannove

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Era passato un giorno da quando io ed Harry avevamo avuto quell'incontro al bar.

Non lo avevo sentito molto per la verità, forse era stato un bene.. forse no. Chi lo sa?

Elia al contrario mi era stato vicino, sembrava quasi sapesse quello di cui avevo bisogno. Però, da quello che avevo potuto notare, purtroppo non era stato il solo a darsi da fare.

Anche Rebecca si era avvicinata sempre ad Harry provocando, lo dovevo ammettere, un fastidio dentro di me che cresceva giorno per giorno.

Finalmente il sabato era arrivato, lo avevo atteso tanto quella settimana!

Avevo bisogno di staccare la spina, anche solo per riposare i nervi ormai tesissimi al pensiero costante di dover avere a che fare con Harry o con chiunque altro durante le mattinate che dovevo obbligatoriamente passare a scuola. Non mi era mai pesato frequentarla fino a quel momento ma, mi ripetei mentalmente, c'è sempre una prima volta per tutto.

La verità era che avevo paura, paura di non saper rispondere in modo adeguato alle frasi di Harry che, come quel pomeriggio al bar, avevano l'obbiettivo di punzecchiarmi. Inoltre avevo paura della sua vicinanza che provocava in me sensazioni sempre così contrastanti, avevo paura dei suoi occhi che mi guardavano intensamente anche se a separarci era un'intera stanza, avevo paura semplicemente del suo essere se stesso perché era proprio quello ad attirarmi da lui ogni volta.

Non riuscivo ad allontanarmi da Harry seppur fossi consapevole che sarebbe stato quello di cui avrei avuto bisogno. Anche quella mattina, come anche quelle prima di lei, l'avevo infatti passata ponendomi quelle domande famose che mi facevo ogni volta che il timore d'incontrarlo cresceva in me.

Ci saremmo parlati?

Rebecca sarebbe stata con lui?

Dovevo forse fare io il primo passo e chiarire quella situazione? O era meglio lasciare tutto in sospeso?

E se la nostra amicizia fosse stata già irrimediabilmente rovinata?

E puntualmente la paura di perderlo mi assaliva.

Ormai era un ciclo infinito.

Sospirai cercando di aggiustare la maglietta nera che avevo indossato quella mattina prendendo gli ultimi libri di cui avevo bisogno dall'armadietto.

Quel sabato il tempo sembrava leggermente migliorato rispetto al solito ma si moriva comunque dal freddo. Elia aveva insistito per accompagnarmi a scuola così avevo accettato. Lui non pareva mai voler fare accenno al suo lavoro o al fatto che lo avessero licenziato, parlava semplicemente di altro come se nulla fosse. Io puntualmente sorridevo ancora stranita quando ripensavo alla conversazione che avevo avuto con l'anziano signore del negozio di dischi. Possibile si fosse semplicemente dimenticato di Elia? Allontanai velocemente quei pensieri tanto in fretta quanto erano nati e mi concentrai sul suono della campanella che riecheggiava nei corridoi.

Mi aspettava un interminabile ora di storia con il professor OcchioLungo ma mi ero resa conto che l'idea di una lezione con lui non mi divertiva più come quando c'era Harry a fare commenti scherzosi sul suo conto.

Malgrado il mio cattivo umore mi diressi verso l'aula.

Sarebbe stata un'altra lunga e noiosa giornata.

-

Quando anche l'ora di storia fu terminata e con essa anche la seguente, finalmente la campanella che segnava la fine dell'intervallo suonò.

"Non credo avrei retto un'altra ora di biologia!" Disse Lucy al mio fianco.

Io feci un cenno d'assenso ancora persa nei miei pensieri.

Absent MindedWhere stories live. Discover now