Capitolo Ventisette

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Ero nell'auto di Elia da qualche minuto ormai eppure nessuno di noi due aveva intenzione di parlare.

Io non avevo nulla da dirgli, era lui in fondo ad essersi presentato nel parcheggio della mia scuola chiedendo di avere un confronto!

"Se non hai nulla da dire dimmelo subito" Dissi cercando, senza riuscirci, di contenere la rabbia.

Non potevo credere di essere stata così stupida.. non potevo credere di aver di nuovo deluso Harry.

"E' difficile da spiegare" Disse allora il moro che, dal posto del guidatore, si passava ripetutamente una mano nei capelli.

Era evidentemente sotto pressione.

"No, non lo è" Risposi.

Sapevo che stavo esagerando, sapevo che probabilmente Elia non avrebbe capito questa mia improvvisa presa di posizione, nemmeno io la capivo fino in fondo. Ma ero stufa di tutta quella situazione.

E non mi riferivo solo a me ed Elia. Anzi, probabilmente mi riferivo a quello solo in minima parte.

"Tessa non puoi sul serio essere arrabbiata perché non mi sono presentato ad uno stupido appuntamento!" Disse esasperato.

Io, in risposta, mi voltai verso di lui decisa nel rovesciargli addosso tutta la mia frustrazione.

"Mi hai chiesto tu di venire a quello stupido appuntamento! Potevi almeno assicurarti di non avere altri impegni" Dissi cercando di mantenere il controllo senza riuscirci.

Mi sistemai una ciocca di capelli che mi era appena ricaduta davanti agli occhi notando poi che eravamo arrivati a casa mia.

E, per la prima volta da quando io ed Elia uscivamo insieme, ne fui felice perché constatai che non avevo più voglia di parlare con lui.

"Non avevo altri impegni" Si affrettò a dire il moro.

Stava guardando davanti a sé, non più verso di me.

All'improvviso mi ricordai di quando mi aveva chiamata ubriaco fradicio nel bel mezzo del pomeriggio e un dubbio si insinuò dentro di me.

Era sbagliato dubitare fino a quel punto, lo sapevo bene. Ma per quanto ci provassi non ero in grado di lasciare perdere.

"E allora perché non sei venuto?" Chiesi abbassando ulteriormente il tono della voce.

Volevo che mi dicesse la verità.

"Mi sono addormentato" Rispose non incrociando mai lo sguardo con il mio.

A quel punto una consapevolezza inusuale per me, che solitamente ero così indecisa, si fece strada. Quella, malgrado volessi credergli, era chiaramente una bugia.

"Cazzate" Dissi semplicemente.

Elia non replicò. Di nuovo nell'auto regnava il silenzio.

"Se quella fosse la verità l'avresti detto già da un pezzo" Quell'ultima frase riempì le nostre orecchie per più di qualche secondo.

Non aspettai nemmeno che mi rispondesse, presi lo zaino che avevo lasciato posato sotto il sedile e aprii la portiera per ritrovarmi fuori dall'auto.

"Aspetta!" Sentii la voce di Elia che mi chiamava ma ero troppo presa da quello che stava succedendo dentro di me per ascoltare veramente il mondo esterno.

"Tessa ti prego aspetta!" Una mano mi afferrò il polso facendomi voltare.

Senza nemmeno che me ne rendessi conto mi ritrovai con il viso a pochi centimetri da quello del moro.

Absent MindedWhere stories live. Discover now