Capitolo Quarantadue

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Non avevo dormito per niente da quando avevo letto quel messaggio. Milioni di domande si erano succedute nella mia mente: come faceva Elia a sapere che ero tornata? Mi aveva vista? Se si, dove? E soprattutto, prima fra tutte, perché non mi aveva semplicemente ignorata?

In quei due anni varie volte avevo pensato a lui, a quello che poteva essere diventato, a quello che pensavo pensasse di me. Dopo il modo in cui ci eravamo lasciati non credevo potesse ancora fregargliene qualcosa, se mai gli fosse importato. Anche questo mi ero chiesta.. ad un certo punto avevo semplicemente smesso di domandarmi se i sentimenti che diceva di provare per me fossero veri. A quale scopo? Stavo con Harry, non mi sarebbe dovuto interessare. Tuttavia saper di aver sprecato tempo ed energia per una persona che mi aveva continuamente mentito mi faceva sentire stupida.

Non avevo mai parlato ad Harry di questo. Gli avevo detto che ci avevo messo una pietra sopra, che non ne volevo discutere. E lui aveva accettato, come dargli torto? Se c'era qualcuno che aveva sofferto più di tutti per quella situazione era stato sicuramente lui.

Non gli avrei detto nemmeno del messaggio, mi dissi. E non avrei risposto ad Elia. A quale scopo? Non avrei saputo cosa dirgli. Ero andata avanti e avrebbe dovuto farlo anche lui se non lo aveva già fatto.

Convinta della mia decisione mi alzai finalmente dal letto, di certo più stanca della sera prima.

Non appena scesi notai immediatamente i miei genitori intenti a preparare la colazione.

"Buongiorno tesoro! Dormito bene?" Mi chiese mia madre mentre sfornava i pancake. Non ricordavo l'ultima volta in cui li avevo mangiati..

"Buongiorno, ehm si ho dormito bene" Mentii, sicura di poter nascondere le mie occhiaie con un falso sorriso.

Mio padre emerse dal soggiorno per salutarmi con un bacio sulla fronte.

"Come mai non siete a lavoro?" Chiesi guardando l'orologio: erano le 9.07 ed era martedì. A Natale, notai, mancava solo qualche giorno.

"Sei appena tornata, volevamo stare un po' insieme" Mi disse raggiante mio padre.

Sorrisi anch'io sedendomi, vogliosa di mangiare i pancake che mia madre mi aveva avvicinato sul bellissimo piatto in ceramica che solitamente usavamo per i dolci.

La mattina passò veloce: facemmo tutti colazione insieme, poi mio padre uscì per andare al supermercato mentre mia madre mi aiutò a disfare le valige che ancora avevo lasciato in camera mia. Non le piaceva vederle lì, disse. Le ricordavano che presto sarei partita di nuovo.

"Non partirò domani mamma, stai tranquilla. Passeremo diverso tempo insieme" La rassicurai.

Non ero ancora abituata al nuovo rapporto con lei, non era normale un tempo per noi parlare in quel modo. Forse, mi dissi, non lo era nemmeno in quel momento ma si vedeva che entrambe ci stavamo sforzando di non darlo a vedere. E mi andava bene così.

"Allora.." Iniziai.

"Hayley come sta? Non la ho sentita molto ultimamente, sono stata impegnata con l'università. E il piccolo Sean come sta?" Chiesi curiosa.

"Oh Hayley sta bene. Ha ripreso a lavorare, Nick e lei fanno a turni per stare con Sean. Quel birbante ha già più di un anno.. mi sembra ieri che è nato!" Disse mia madre ridendo di gusto mentre sistemava la mia maglietta rossa sul gancio dell'attaccapanni.

"Già.. l'ho visto poche volte ma è un bambino sveglio" Continuai. Mi sarebbe piaciuto avere un ruolo più attivo nella vita di mia cugina ma lei era tornata a New York qualche settimana dopo il matrimonio. Eravamo rimaste comunque in ottimi rapporti, qualunque astio provassi nei suoi confronti era definitivamente svanito. Tutto andava bene.

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