Capitolo Otto

5K 246 122
                                    

Non c'era molta gente alla pista di pattinaggio e non potei che esserne felice. Non solo perché volevo passare del tempo da sola con Harry ma per il semplice fatto che ero una schiappa in quasi qualunque cosa richiedesse un minimo di coordinazione. Almeno così, mi dissi, non lo avrebbero notato in troppi!

Quando eravamo entrati nel grande palazzetto le uniche persone che avevo visto erano due dipendenti ed una famiglia che passava insieme il weekend.

Li guardai quasi con invidia, io a differenza di quei bambini non passavo mai del tempo con i miei genitori..

Inizialmente mi rabbuiai pensando che non era giusto che io non avessi ricordi simili. In fondo, sebbene ora avessi diciassette anni, ero stata anche io una bambina..

"Tessa?" Harry sembrò notare il mio cambio d'umore così mi si avvicinò tentando di strapparmi un sorriso.

Lui sapeva quanto soffrivo per i miei genitori ed era sempre stato lì, ogni pomeriggio di ogni giorno da quando ci eravamo conosciuti, accanto a me nel tentativo di non farmelo pesare.

"Sisi, tutto apposto. Andiamo dai!" Mi indirizzai verso il bancone dove si potevano prendere in prestito i pattini, il commesso ci disse che potevamo servirci direttamente noi e ci indicò dove potevamo trovare lo scaffale in cui c'erano quegli aggeggi infernali.

Pagammo il noleggio e non ce lo facemmo ripetere due volte, evidentemente la voglia di lavorare di quell'uomo era pari a zero: come dargli torto, in fondo era domenica!

Tuttavia quando fu ora di infilare quei dannati pattini non fui in grado di allacciarli da sola.

Harry nel frattempo era davanti a me che mi osservava e rideva.

"Non ti ho proprio insegnato niente in questi anni, eh?" Disse cercando di nascondere un sorriso divertito.

"Non fare lo stupido! Aiutami piuttosto invece di stare a guardare!" Lo implorai.

Mi seccava chiedergli aiuto ma sinceramente non volevo passare tutto il pomeriggio a cercare di infilarmi quei cosi!

"E cosa ci guadagno?" Mi chiese allora cercando di fare la faccia più seducente di cui era capace.

Non riuscii a trattenere una risata mentre lui, stranamente senza che dovessi pregarlo più di tanto, fece quello che gli avevo chiesto.

Si chinò su di me così, mentre sistemava il casino che avevo combinato, ne approfittai per osservarlo più attentamente.

I capelli gli erano diventati abbastanza lunghi, non se li era mai lasciati crescere così tanto in quegli anni. Sembrava più grande.

Tuttavia gli occhi verde smeraldo sempre incastonati in quel bellissimo viso rivelavano l'evidenza: era sempre il solito Harry che da tanti anni si occupava di me solo che, a differenza di prima, ora sapeva quanto ne avessi bisogno.

"Non devi darci peso Tessa, loro ti vogliono bene solo che non si rendono conto di farti stare male" Mi disse Harry che nel frattempo si era seduto vicino a me, nell'angolo di pavimento in cui mi ero rannicchiata.

Le lacrime bagnavano il mio viso ed ero sicura che avrebbero continuato a farlo per tutto il giorno se lui non mi avesse trovata.

Era venuto a casa mia per chiedermi di giocare insieme ma invece che salire in camera e trovarmi sorridente e pronta ad uscire in giardino per stare con lui aveva trovato solo una bambina con le guance rigate di lacrime che piangeva perché i suoi genitori non passavano del tempo con lei.

Patetico, eh?

Qualunque altro bambino di 12 anni si sarebbe voltato e sarebbe andato a cercare qualcun altro con cui divertirsi.

Absent MindedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora