[Sugawara x Reader] 'My Husband is a Missed Mother'

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Non. Ce. La. Posso. Fare.

Questo è l'unico pensiero che riesce a passare per la mia mente stanca e priva di forze.

Sono le 11 del mattino e sto bevendo già la quinta tazza di caffè mentre osservo Michio, mio figlio di sei mesi, che spalma il cibo sul seggiolone e sui suoi vestiti.

Finisco in fretta la mia bevanda, che non mi sta aiutando affatto a restare sveglia, e mi avvicino al seggiolone.

-Michio, quanto volte te lo devo dire che non si gioca con la pappa?- gli chiedo, abbassandomi alla sua altezza

Lui ferma il suo gioco e mi osserva attentamente. Lascia cadere il cucchiaino e io sto già ringraziando per questo miracolo quando le sue due manine sporche si posano sulle mie guance.

Sospiro sconsolata, mentre sento l'omogenizzato che mi scorre sulla pelle e lascia il suo appiccicume e il suo pessimo odore dietro di sé. Il tutto mentre il diavoletto ride.

-Michio, devi mangiare. Non può essere che solo con il papà lo fai-

Prendo il piattino e lo allontano da quella piccola peste, mettendolo sulla credenza, procedendo poi a pulirgli mani e volto. E a pulire me.

Il body è bello che sporco e non vale la pena cambiarlo con il rischio che ne debba lavare ben due. Prendo un altro omogenizzato e gli do da mangiare. Di nuovo.

-Dai, amore, mangia. La mamma è tanto stanca e ha bisogno di fare un riposino. Aahm! Bravo, piccolo! Ora mangiamone un altro po'-

Passa un'altra ora, dove il richiamo del caffè si fa molto tentatore, e riesco a finire di dargli un barattolo di liofilizzato di pollo.

Lo prendo in braccio e lo porto in bagno per cambiargli i vestiti e anche il pannolino, essendo sicuro che tra poco avrà finito di digerire e i primi odorini si faranno sentire.

Non faccio in tempo ad arrivare in bagno che sento il pannolino farsi caldo e intuisco che tal momento sia arrivato.

-Ora ci cambiamo e poi vieni a fare un riposino con me, okay?- parlo al bambino, anche se so che non riesce a capire bene tutto quello che dico

Apro il vestitino e lo sollevo cautamente, cercando di non sporcare il bambino. Lo metto di lato e procedo a cambiargli il pannolino.

Alla puzza ci ho oramai fatto l'abitudine e allora chiudo lo scrigno dei suoi ricordini e inizio a pulirlo con dei piccoli batuffoli di cotone bagnati con dell'acqua.

Per sicurezza passo anche una salviettina e gli metto la crema per evitare i rossori. Ne prendo uno nuovo e glielo avvolgo, ma sempre tenendolo morbido e non stringerlo troppo, e prendo un completino pulito.

Impresa, tra l'altro, difficile, visto che ogni giorno ne butto a lavare almeno tre solo per il cibo.

-Ora sì che sei bello profumato- gli dico, strofinando il mio naso sul suo pancino e facendolo ridere di gusto -Adesso vieni a fare la nanna con me, okay? Così aspettiamo che il papà torni a casa dal lavoro, d'accordo patata?-

Lo poso momentaneamente nel lettino e recupero in gran velocità il vestito sporco.

Sempre controllandolo, tolgo con dei fazzoletti il cibo rimasto e poi, fatto il più che potevo, lo butto nel sacchetto con i suoi vestiti da lavare.

Più tardi, appena Koushi ritornerà, accenderò la lavatrice.

Riprendo in braccio la piccola peste e mi stendo sotto le coperte del letto matrimoniale. Lo posiziono accanto a me e, dall'altro lato, metto un cuscino, a fare protezione nel caso si dovesse muovere troppo nel sonno.

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