🔴[Bokuto x Reader] 'Come Here, Baby~'

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-Sì, pronto?-

-No, signore-

-Mi dica pure-

-Spero di esserle stato d'aiuto-

-La ringraziamo noi di essersi affidato a noi, Signore-

-La ringrazio ancora-

-Le auguro una buona giornata-

Sempre la solita routine fatta di squilli di telefoni, di chiacchiere, discorsi tra clienti e dipendenti e rumore di tasti che vengono schiacciati a una velocità decisamente notevole. Questa è la mia consuetudine e non posso farne a meno.

Lavoro in un'importante azienda di Tokyo da un paio di anni ed è gestita da due soci che sono anche due tra gli imprenditori più giovani del Giappone.

Ero riuscita ad ottenere un posto grazie all'aiuto del mio decisamente rispettabile professore di economia all'università.

Lui aveva istruito i due giovani e i nuovi imprenditori gli dovevano davvero molto. Per tal motivo, quando ho fatto richiesta per un colloquio di lavoro, sono stata accolta subito. E poi c'era anche la buona parola del docente.

Ricordo come se fosse ieri che il giorno in cui sono mi sono presentata con la richiesta ero molto ma molto agitata.

Il mio completo elegante si era tutto sgualcito sui bordi a causa del mio continuo arrotolare e maneggiare, per non parlare delle mani sudate che ho teso loro quando ho fatto il colloquio.

Quando i due dirigenti si sono osservati, il panico mi ha assalito. Mi ero detta di non poter perdere una tale occasione e allora, dopo un respiro profondo per far calare l'ansia, avevo iniziato con la mia presentazione e il mio colloquio.

Per tutta la durata del dialogo i due hanno fatto ben poche domande. Hanno lasciato gli altri esaminatori dirigere il tutto mentre mi squadravano, osservavano il mio comportamento e commentavano il mio curriculum.

Un mese dopo di pura ansia e agitazione, dove la mia coinquilina doveva calmarmi ogni giorno, ricevetti una mail dagli esaminatori e, dalla gioia, pagai tre giri di bevute alle mie amiche.

La settimana dopo iniziai a lavorare già a tempo pieno nel reparto di uno dei due imprenditori da cui prendeva il nome la compagnia: Bokuto Kōtarō.

Il giovane uomo era decisamente uno di quegli uomini per cui avresti fatto di tutto. Capelli singolari di colore nero e bianco, occhi di un singolare oro e fisico atletico e slanciato. Non mi sarei di certo stupita nel sapere che andava regolarmente in palestra. Era davvero un uomo di bell'aspetto.

Il suo assistente, Akaashi Keiji, mi illustrò tutto ciò che era in mio dovere fare e come funzionavano le cose nel piano. Mi fece vedere la mia postazione e il luogo in cui potevo porre i miei vestiti di ricambio, nel caso ne avessi avuto bisogno.

Fu molto tosto iniziare e prendere un ritmo tanto frenetico. In primis dovetti rivedere le mie abitudini, come gli orari, i giorni in palestra e i soliti piani per il weekend che ero solita programmare quando ancora studiavo.

Il reparto, inoltre, funzionava come una macchina con tanti ingranaggi e io dovevo trovare il mio posto corretto in questa macchina e incastrarmi alla perfezione con gli altri.
Impegnandomi al massimo, ci riuscii e, visto il mio impegno, mi fu riconosciuto un leggero aumento.

Motivata da ciò e dal farmi vedere bene agli occhi del capo, iniziai a lavorare sempre più duramente. Ero tra le prime persone ad arrivare e tra le ultime ad andarsene.

Molti mi dicevano di non strafare, ma io pensavo solo a fare quello che riuscivo a reggere.

Lo stesso Akaashi mi aveva consigliato di riposarmi di più, però io volevo poter fare bella figura con il capo.

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