[Hinata x Reader] 'I Think I Wanna Marry You'

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Ah~, il traffico di Tokyo. Che bello! Mi è sempre piaciuto vivere in realtà così grandi! Sarà che ho un carattere esuberante...

Per me questa città non ha alcun tipo di segreto. Ci sono nata e cresciuta e ho intenzione di restarci fino a che non sarà giunta la mia ora. Qui a Tokyo ci sono davvero tutte le comodità del mondo! E, oltretutto, posso portare avanti la mia grande passione di manga!
Non so quale sia il motivo per cui ci sono tanto affezionata. Forse perché è con essi che ho imparato a leggere i kanji. O forse perché anche mio papà li adorava e li leggevamo sempre assieme. Non saprei. Fatto sta che in questa enorme metropoli posso davvero trovare ogni tipologia di manga esistente, anche quelli ritenuti più rari.

Ma c'è anche un altro motivo che mi fa desistere dall'andarmene via di qua: il palazzetto di pallavolo della città.

La pallavolo mi attrae a dir poco un sacco. Trovo sia uno sport davvero difficile a discapito da quello che molti credono. In primis perché si tratta di uno sport di squadra, dove c'è bisogno di armonia e di fiducia verso i proprio compagni. E secondo perché è uno sport dove bisogna metterci testa. La forza è importante, ma è con la testa che si vince. Osservando, ragionando e cercando i punti deboli delle altre squadre.

Non ho mai giocato a pallavolo, né come attività extrascolastica né come parte di un club. Ma quando andavo a trovare mio cugino Tobio o lui veniva a trovare me, finivamo sempre per fare qualche passaggio o per guardare qualche replica assieme. Lui è sempre stato il più appassionato dei due e ora ha coniato il suo grande sogno.

E sempre grazie alla pallavolo ho conosciuto anche il mio attuale fidanzato (sì, credo proprio sia stato lo sport il nostro Cupido). Io e Shoyo stiamo assieme da quando frequentavo il secondo anno al liceo Fukurodani e, durante le vacanze estive, mio cugino ha ben pensato di venire a trovarmi e portarsi dietro un amico.

Ricordo che quando mi disse dell'essersi portato dietro compagnia, sperai nella possibilità di trovare un ragazzo, ma alla vista di quel liceale piccolino e con dei capelli assai singolari mi ero detta che no, non era di certo quello che cercavo. A discapito di tutto, era di ottima compagnia. Allegro, divertente, scherzoso e non serio come mi sarei immaginata sapendolo amico di Tobio.
Tra una chiacchiera e l'altra, scoprii che erano anche amici del senpai Akaashi e del senpai Bokuto, soprattutto il ragazzo dalla capigliatura aranciata, e su questo fondammo un altro punto su cui discutere.

Kageyama mi disse che si sarebbero fermati lì in città giusto un paio giorni per visitarla e visitare anche degli altri amici che non vedevano da un po'. Allora mi proposi di accompagnarli in giro e dissi loro di invitare anche i loro amici (che poi scoprii essere tutte persone che frequentavano i miei stessi giri) e visitammo la capitale giapponese in lungo e in largo, nei limiti del possibile.

Hinata Shoyo si dimostrò sul serio pieno di energia e super simpatico. Ammisi a me stessa che non mi sarebbe affatto dispiaciuto restare in contatto con una persona come lui e, nel corso del secondo anno, quella che avevo giudicato da subito un'amicizia divenne interesse reciproco e si concluse, poi, in qualcosa di più quando ci trovammo durante le vacanze di Natale.

Sorprendente come tutti i piani e le idee che ci facciamo all'inizio di tutto poi non vengano mai rispettati e/o portati a termine, no?

Fatalità nevicò quelle vacanze e me lo trovai davanti a casa con un grosso giubbotto e un buffo para orecchie blu scuro a tremare mentre sorrideva e teneva stretto tra le braccia un piccolo sacchetto.

Però ora non è il caso mi perda nei dolci ricordi della gioventù.

Mi dirigo verso il palazzetto a passo spedito, dopo aver attraversato la strada. Sono sempre stata presente a tutte le loro partite (perlomeno quelle giocate in casa), ma questa non ho avuto modo di seguirla a causa del lavoro. Non si tratterà di una professione troppo complessa come quella di un medico, però dal mio canto posso dire che nemmeno lavorare come impiegato in una grande azienda sia così semplice. Monitorare costantemente, giorno e notte in maniera indipendente, ciò che succede nel tuo paese per inserirti nel giro d'affari più conveniente può davvero essere stancante. L'unico lato positivo è la buona paga.

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