[Sugawara x Reader] 'Our First Date'

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Richiesta di GiorgiaAssi, spero ti piaccia :)

È domenica. Domenica è sinonimo di riposo. Se c'è riposo, vuol dire che non c'è scuola.

Ecco perché il mio risveglio è così armonioso. Mi alzo quando me la sento e posso fare le cose con calma, senza essere oppressa dal pensiero che ci sia qualcuno che mi corre dietro come durante la settimana scolastica.

Scosto le coperte e infilo le mie ciabatte morbide e calde ai piedi. Mi stiracchio un po' e poi mi alzo. Mi dirigo verso la finestra per far circolare un po' di aria fresca, ma nell'istante stesso in cui il vento sbatte contro il mio corpo ancora caldo dalle coperte, impreco a gran voce.

-Si può sapere che hai da urlare alle 10 del mattino?!- spalanca la mia porta mio fratello maggiore

-Fa freddissimo fuori!-

-Siamo a novembre! Cosa ti aspettavi di preciso?!-

-Ieri c'erano 14 gradi!-

-Allora se hai così freddo chiudi quella stra cazzo di finestra! È inutile che ti lamenti del freddo e poi la spalanchi-

-Ma mamma poi mi dice parole se non apro!-

-Allora esci dalla stanza! Non ci vuole un genio!-

-E come faccio a-

-Il prossimo che urla- sale le scale nostra madre con passo lento e silenzioso, parlando alle nostre spalle e spaventandoci non poco -si becca una ciabatta in testa. È una promessa, non una minaccia-

-Scusaci, mamma- diciamo all'unisono e abbassando il capo

Chiudo la porta della camera e scendo verso la cucina, non risparmiando qualche linguaccia a mio fratello, a cui ricambia.

-Hai ventitré anni e ti fai ancora rimproverare dalla mamma- gli bisbiglio, ridacchiando

-Tu sei all'ultimo anno di liceo. Non credere di essere meglio di me- ribatte, sempre mantenendo un tono di voce basso, tirandomi le guance

-Smettila di fare così! Lo sai che mi dà fastidio!- mi lamento io

-E allora?-

-Ragazzi, ve l'ho promessa- ci ammonisce nuovamente il genitore, afferrando una delle due ciabatte che calza ai piedi

Noi subito ci mutiamo e la seguiamo in silenzio. Il massimo che, a questo punto, possiamo concederci è qualche occhiata furtiva.

-(T/n) ha ragione ha dire che deve aprire la finestra-

-Ah!- esclamo io, vittoriosa

-Però anche Akira ha ragione. Se fa freddo, non è che devi restare nella stanza a prendere freddo. Esci e chiudi la porta. Ci torni dopo-

-Ah!- ricambia lui

-Ragazzi...mi sembrate ancora due bambini piccoli quando fate così- sospira esasperato papà -E invece frequentate o l'università o il liceo. Comportatevi come persone di tal età e maturità-

-Ma ha iniziato lei!- mi accusa, mentre io dico la stessa identica frase, nel suo stesso istante, con l'unica differenza che accuso lui

È un istante che nostra madre si toglie la ciabatta e ci schiaffeggia entrambi sul didietro, nell'esatto modo in cui lo faceva quando combinavamo una marachella da bambini.

-Mamma!-

-Ora zitti e a tavola. La colazione è pronta. Vedete di non perdervi ulteriormente. Vi ricordo che avete entrambi un impegno oggi. Tu- guarda Akio -devi andare a seguire quella conferenza per il corso di medicina. E tu- fissa i suoi malefici occhi su di me -hai un appuntamento. Non dovete fare tardi e allora vi conviene risparmiare il tempo che sprecate nelle chiacchiere e nei bisticci per combinare qualcosa di buono nella vostra vita-

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