Capitolo 18

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«Ragazzi starò via tutta la prossima settimana, devo incontrare degli investitori in Canada. È un problema per voi?» ci domanda nostro padre mentre facciamo colazione.
«No.» diciamo in contemporanea io e mio fratello, per poi guardarci in cagnesco.
«Fatevi trovare tutti interi quando torno, okay?» domanda divertito mio padre.

Io e mio fratello annuiamo. Finisco di mangiare e poi salgo in camera mia per prepararmi. È già passato un mese da quando è iniziata scuola, e ancora non sono andata ad iscrivermi in palestra. Mio padre mi ha detto di fare un salto alla palestra che si trova vicino casa nostra, della quale è un investitore. Per lo meno non mi servirà la firma del genitore, dal momento che sono minorenne, ma mi basterà sfoggiare la carta "figlia di papà".

Mi finisco di preparare e come tutte le mattine io e mio fratello passiamo a prendere Eva. Sono passate ben due settimane, ma non le ho ancora detto che ogni tanto io e Rein ci vediamo a casa mia per guardare dei film insieme.

Non ci sto uscendo, ma stiamo imparando a conoscerci.

E devo dire che non lo trovo niente male.

Per quanto riguarda Fin, lui tenta ancora di approcciarmi, ha provato a invitarmi di nuovo ad uscire con lui, per "rimediare" alla prima uscita disastrosa, ma ho declinato. Spero capisca che non sarà con una cena che potrà rimediare a quello che è successo nel passato.

Voglio andare avanti e non pensarci più, ma lui non me la sta rendendo facile.
Prima o poi ci dovrò parlare e mettere un punto a questa storia, senza che si faccia illusioni di qualche tipo.

Mio fratello parcheggia la macchina e io prendo a braccetto Eva mentre ci dirigiamo verso l'entrata. È venerdì fortunatamente, per cui siamo a solo sei ore dal fine settimana. Mio fratello va verso i suoi amici, riesco ad intravedere Rein tra di loro, sto per alzare una mano e salutarlo, ma mi costringo ad abbassarla.

Avvinghiata a lui c'è una ragazza dai capelli rossi. Il sorriso mi muore sulle labbra.

Non riesco a staccare gli occhi da quella visione, anche mentre gli passiamo accanto per poter entrare, ma lui è troppo impegnato a limonarsi con quella ragazza per degnarmi di un'occhiata.
Non so neanche perché io ci sia rimasta male, siamo solo amici (forse), niente di più.

Eva mi tira per un braccio.
«Tutto okay?» domanda osservandomi in viso. Mi costringo a sorridere.
«Sì, è meglio se andiamo in classe.» dico trascinandomela appresso.

Oggi Rein sarebbe dovuto venire a casa mia per vedere un film, ma mi è passata la voglia di vederlo.
«Ti va se oggi usciamo, ti devo dire un po' di cose.» propongo ad Eva mentre prendiamo posto in classe.
«Certo.» risponde sorridendo.

La lezione inizia, e le prima tre ore passano lentissime. Durante l'intervallo mi precipito fuori dall'aula e vado fuori in giardino. Intravedo Rein appoggiato al muretto, sta parlando con un paio di ragazzi. Mi avvicino al gruppo, gli occhi di Rein vengono calamitati verso di me.

Mi sorride, il bastardo mi sorride.
Non ricambio, sarò pure infantile ma non ho la forza di muovere i muscoli facciali.
«Possiamo parlare?» chiedo ignorando le occhiate che mi lanciano i due ragazzi. Rein annuisce e mi segue. Ci spostiamo un po' più in là lontani da orecchie indiscrete.

«Non mi saluti neanche?» domanda lui sorridendo furbo. Da che pulpito! Non mi lascio incantare e ignoro la sua domanda.
«Oggi non puoi venire da me.» gli comunico incrociando le braccia sotto al seno.

Il sorriso sparisce dal suo volto.

«Perché?» domanda corrucciandosi.
«Perché ho da fare.» rispondo cercando di non essere troppo fredda.
«Cosa?» continua lui.
«Ho da fare e basta, ci vediamo.» dico prima di allontanarmi.

Non mi segue, ma sento il suo sguardo bruciarmi sulla schiena e seguirmi fino a che non entro dentro scuola.

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Ig: Vivereinunlibro1622

La fiducia è tuttoWhere stories live. Discover now