Capitolo 55

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«Quindi hai sistemato tutto con tua madre e tuo padre?» domando a Eva all'uscita da scuola.
Finalmente è venerdì, non sono mai stata così contenta di avere il fine settimana per poter staccare la spina.

«Sì, diciamo che per il momento ricominceremo a piccoli passi, voglio dargli una seconda chance, e soprattutto non voglio essere io la causa dell'infelicità di mia madre. Se mio padre è ciò che la rende felice, imparerò ad accettarlo.» mormora scrutando il cielo.

«Penso che tu abbia fatto la scelta più giusta, Ev.» le sorrido poggiandole una mano sulla spalla.
«Grazie.» mi abbraccia.
«Tu, come stai?» domanda osservandomi.

Uno schifo, mi sento come se un tir mi avesse investita e poi avesse fatto retromarcia per ricalpestare il mio cadavere già martoriato.

«Mi sto prendendo un po' di tempo per me stessa.» rispondo invece.

Mi guardo intorno, e per un attimo incrocio i suoi occhi, già puntati su di me, ma distolgo in fretta lo sguardo.

«Fai bene.» annuisce comprensiva. «Comunque io stavo uscendo con alcuni di classe, ti va di venire con noi?» mi domanda. Scuoto la testa. «No, grazie, ho altri piani.»

Ci salutiamo con un ultimo abbraccio, e poi mi dirigo verso la fermata.
Scendo dall'autobus, e mentre mi incammino verso la mia destinazione, mi fermo per prendere un panino e mangiare. Dopo aver riempito il mio stomaco, pago ed esco.

Mi guardo intorno, non c'è molta gente.
Meglio così, avrò più privacy.

Oltrepasso il cancello in ferro del cimitero, e mi incammino verso la tomba di mia madre.

Intorno a me non c'è altro che silenzio, ma non è un silenzio inquietante, è rilassante.

Leggo il nome inciso sulla sua lapide, e già le prime lacrime sono pronte a scendere.

"Amanda Silenti 1971-2015"

I miei occhi si soffermano sulla frase riportata sotto al suo nome.

"Se hai fiducia negli altri e soprattuto in te stessa, puoi fare qualsiasi cosa"

Mi siedo per terra, poggiando lo zaino al mio fianco.

«Ciao mamma.» mormoro. Respiro profondamente, e poi comincio a parlare.

«Mi manchi, da morire. Vorrei che tu fossi qui, vorrei che mi potessi aiutare, darmi consigli. Non so cosa fare.» sento le lacrime iniziare a rigarmi le guance. «Ho conosciuto questo ragazzo, Rein. È bellissimo. Ti sarebbe piaciuto, per il semplice fatto che riesce a tenermi testa. Ti ricordi quando mi dicevi che il mio piccolo cuore di pietra prima o poi avrebbe trovato il suo scalpello, che avrebbe distrutto quella corazza che mi ero costruita? Credo di averlo trovato, o meglio, credevo.» prendo un bel respiro, la vista è offuscata dalle lacrime.

«Lo scalpello è andato troppo a fondo, ha bucato il cuore.» ridacchio mentre continuo a piangere.

«Mi sono fidata, e guarda come è finita, con il mio cuore spaccato a metà e tante lacrime da poterci riempire un lago.» mormoro toccando la terra umida sotto di me. «Ho paura, mamma. Ho paura di dargli una seconda possibilità. Ho paura di non farcela a ricucire tutti i pezzi. Scommetto che tu al posto mio avresti saputo cosa fare, forse mi avresti detto di buttarmi a capofitto, e prendermi questa bella testata se fosse stato necessario, ma io non sono come te.» Mi guardo intorno, il sole ha iniziato la sua rapida discesa, le foglie degli alberi sono illuminate di arancione. Mi lascio scaldare da quel poco calore che mi viene concesso, chiudendo per un attimo gli occhi.

«Mi hai sempre detto che io ero la persona più forte che conoscessi, ma non è così. Io non mi sento affatto forte, mamma. Non ho la metà del coraggio che hai tu, e mi dispiace se ti ho delusa, ma un Rein Cester non era davvero pianificato. Si è insinuato nella mia vita poco alla volta, ritagliandosi uno spazietto nel mio cuore, che giorno dopo giorno è diventato sempre più grande, finché non è rimasta un'enorme voragine.» sussurro, confidandomi con lei, dicendo per la prima volta queste parole ad alta voce.

«E questo buco gigantesco che si è aperto nel mio cuore, mi ha fatto capire quanto lo amo, perché solo una persona a cui tieni può ferirti veramente. Gli ho chiesto di darmi un po' di tempo, per capire che cosa voglio davvero, ma io lo so già...voglio lui. E questo mi fa tremendamente paura, perché non avevo mai desiderato una persona così tanto in vita mia. Vorrei davvero averti ancora al mio fianco, ascoltare il suono della tua voce. Mi manca tutto di te, anche le litigate, le serate pazze del venerdì, diamine forse quelle sono la cosa che mi manca di più. Mangiavamo schifezze tutta la notte vedendoci film che raccontavano di amori impossibili, da fiaba. Ma le fiabe servono solo ad illuderti, perché nella vita vera non è tutto rose e fiori, non c'è il principe azzurro che viene a salvare la principessa in pericolo. Nella vita reale la principessa deve salvarsi da sola, aggrappandosi con unghie e denti a ciò che tiene. Ed è quello che sto cercando di fare, ma è difficile e stancante fare tutto da soli, mamma.» mormoro.

«Penso che per il momento mi prenderò un po' di tempo per riflettere, cercherò di ricostruire un rapporto con Sam. Adesso si vede con la mia migliore amica, sai? Sono molto carini insieme. Chi l'avrebbe mai detto che Sam avrebbe trovato qualcuna che lo sopporta, eh?» ridacchio.

«Anche papà ha iniziato a vedersi con una persona. Si chiama Jenny, ed è dolcissima, ma non sarà mai come te, perché tu sei unica, nessuna può sostituirti.» aggiungo.

Passo le mani sul viso, scacciando le lacrime.

«Spero che ovunque tu sia, possa sempre essermi vicina, in ogni passo che non potrai vedere di persona, perché io ho ancora bisogno di te, mamma.» bisbiglio.

Mi porto una mano alla bocca e imprimo un bacio sul suo nome, salutandola.

La fiducia è tuttoWhere stories live. Discover now