Capitolo 19

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All'uscita da scuola io e Eva decidiamo di andare al centro commerciale a sfondarci dal Mc.

Rein è salito in macchina con la stessa ragazza con la quale si stava baciando questa mattina. Non ne sono affatto sorpresa, dopotutto è di lui che stiamo parlando, è fatto così. Sopprimo il dolore che sento al petto, è da tutta la vita che allontano le persone per paura di essere ferita e lui molto probabilmente raggiungerà queste. Ho sempre preferito prevenire che curare, perciò è meglio che mi allontani prima di affezionarmi troppo.

Sono stata ferita tantissime volte nella mia vita, da persone che credevo amiche e che non ci hanno pensato due volte a pugnalarmi alle spalle.

Mi sono costruita questa corazza di menefreghismo e ironia per difendermi. Il menefreghismo mi aiuta a concentrarmi più su me stessa, in questo modo la smetto di mettere sempre gli altri prima di me, e l'ironia mi serve per far cicatrizzare tutte le ferite invisibili che mi rivestono.

«Allora cos'è che mi devi dire?» domanda Eva una volta che ci siamo sedute al tavolo.
«Piccola premessa: perdonami se non te l'ho detto prima. Non fare quella faccia, in realtà non è chissà cosa.» inizio frettolosa. Eva annuisce aspettando che continui.

"Sono circa un paio di settimane che mi vedo con Rein. Non in quel senso, intendo che normalmente viene a casa mia e ci vediamo un film, parliamo un po'.» dico aspettando una sua reazione.
«Parliamo dello stesso Rein? Quello che cambia ragazza come fosse un paio di mutande?» domanda cercando di capire.

Annuisco arricciando il naso a quel commento, anche se so che definisce molto bene la situazione.
«Perché non me lo hai detto?» chiede leggermente ferita.
«Non lo so, volevo vedere dove andasse a finire questa cosa. E penso che sia finita ancora prima di cominciare.» rispondo amareggiata. Un cameriere ci porta i nostri vassoi, e io mi fiondo sul cibo.
«Perché?» domanda corrucciata mentre addenta una patatina.
«Non voglio affezionarmi a lui.» rispondo evasiva.
«Perché?» ripete.
«Perché non mi va di vederlo ogni giorno con una ragazza diversa, e non voglio che pensi che io sia come loro. E lo so che non è giusto che io abbia alcuna pretesa del genere su di lui, siamo solo amici, o almeno credo, ma so già che ne uscirei ferita da questa situazione, quindi meglio evitare.» rispondo prendendo un sorso di coca cola.
«Fai sempre così. Ti precludi esperienze belle per paura di quello che potrà eventualmente accadere. Non ti godi la vita così, Mel!» mi rimprovera.
«Sì, ma non ti ho detto proprio tutto.» continuo sorridendole innocente. Eva inarca un sopracciglio incitandomi a continuare.

«Ci siamo baciati.» dico trattenendo il fiato.
«Quante volte?» domanda strabuzzando gli occhi.
«Tre?» dico, la voce mi esce incerta.
«E' una domanda o un'affermazione.» continua Eva finendo di mangiare il suo panino.
«Affermazione.» borbotto.

«E com'è stato?» chiede.
«Bello, e proprio per questo è meglio interrompere subito qua. Non voglio rivivere la stessa situazione che avevo con Fin.» rispondo sincera.

Non sopporterei di rivivere tutto d'accapo.

«Secondo me dovresti aspettare ancora un po'. Stai dando per scontato che debba esserci un coinvolgimento emotivo, quando in realtà potreste semplicemente divertirvi.» mi consiglia.

«Ma io so che andrà a finire così, Eva, perché io sono fatta in questo modo. Se passo altro tempo con lui mi ci affezionerò e mi farà male vederlo ogni giorno con una ragazza sperando di essere diversa dalle altre quando lui probabilmente mi considera come loro.» dico mantenendo un tono di voce duro, perché già solo il pensiero mi fa venire il volta stomaco. «Se la finisco ora andrà tutto per il meglio.» aggiungo finendo il mio pranzo.

«Non credi che già solo il fatto che quel ragazzo passi del tempo con te che non implichi stare su un letto nudi conti qualcosa?» chiede.
«Non lo so.» sospiro appallottolando il mio tovagliolo.
«Io fossi in te aspetterei ancora un po' prima di arrivare a conclusioni affrettate. Qualunque sia però la tua decisione io ti appoggio. Solo una cosa ti chiedo, non raccontarmi le cose dopo che sono già avvenute.» ride.

Avevo bisogno di parlarne con lei, è l'unica di cui mi fidi e sa che non deve mai forzarmi a parlare, perciò apprezzo il suo tono gentile nel pormi quest'ultima richiesta.

«Ora basta parlare di me. Con Brandon come è andata a finire?» cominciò, scrollando le spalle.
«E' un deficiente, ho chiuso definitivamente. Sono pronta a qualsiasi esperienza mi si presenterà.» ribatte con un sorriso.
«Alleluia! Sono fiera di te.» proclamo con un gran sorrisone in volto.

«Allora che te ne pare di un po' di shopping consolatorio?» domanda sorridendo maliziosa.
«Direi che è un'ottima idea miss Eva.» scherzo.

Ci alziamo dal tavolo e, dopo aver gettato le cartacce nei cassonetti, passiamo tutto il pomeriggio a girare per negozi.

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Ig: Vivereinunlibro1622

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