Capitolo 53

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~Sam's POV~

A grandi falcate ripercorro la strada che il mio soufflé ha già fatto.

Non avevo mai visto mia sorella così distrutta, e soprattutto in lacrime, il che mi fa venire il dubbio che forse non le ho mai prestato abbastanza attenzione.

Da quando è morta la mamma, ho fatto finta di niente, concentrandomi soltanto sulla mia vita, i miei amici, le feste, senza preoccuparmi della sofferenza di mio padre e mia sorella.

Mi sento un vero bastardo.

Sono il fratello maggiore, avrei dovuto prendermi io cura di lei, ed evitare che tutto questo casino accadesse, ma sono stato egoista, e ho pensato soltanto a me stesso.

E dopo averla vista in quel modo, in lacrime, ho capito di dover tirare fuori le palle e comportarmi da vero fratello.

Spalanco con rabbia la porta dell'appartamento, e la prima cosa che mi colpisce è il casino che c'è per terra.
Vetri rotti sono sparsi ovunque.

Due braccia si avvolgono attorno al mio corpo.

«Dio, menomale che sei venuto Sam, è impazzito, ha dato di matto, ha iniziato a lanciare oggetti ovunque...» Guardo in basso verso il corpo della ragazza che mi sta incollata come se fossi la sua unica salvezza.

«Laura, scollati.» rispondo duro.

La ragazza si stacca da me, risentita. I suoi occhi sono in lacrime, ma io non mi faccio incantare, può prendere in giro qualcun altro con quelle lacrime da coccodrillo, ma non me.

«Io-io non sapevo che fare. Quella matta si è presentata qui e ha inizi-» non la lascio finire.

«Quella matta di cui parli è mia sorella, ma sei tu quella che si butta addosso ai ragazzi già impegnati, quindi prima di iniziare a giudicare gli altri, fatti un esame di coscienza.» ribatto carico di rabbia

Nessuno parla del mio soufflé in questo modo, solo io posso.

Laura sbatte i piedi per terra come una bambina capricciosa e poi esce dall'appartamento correndo in lacrime.

Mi impongo di restare freddo, continuando a ripetermi che se lo meritava. Scruto l'appartamento cercando l'unico motivo per cui sono venuto qui.

«Tu.» dico puntandogli un dito contro. È seduto per terra, con le spalle al muro e la testa fra le mani. Mi avvicino a lui, e, acchiappandolo per il collo della maglietta, lo tiro in piedi, bloccandolo contro il muro.

Ma la mia sicurezza viene meno quando vedo i suoi occhi arrossati dal pianto e le labbra tremanti.

Ma cos'è oggi? Hanno tutti deciso di piangere davanti a Sam? Ci manca poco che mi ci metta pure io.

«Sei un vero stronzo.» infierisco. Rein sembra non sentirmi, scuote la testa, sussurrando parole sconnesse.

«Io non posso...la amo, n-on può lascia-rmi, non anche lei.»

«Non lo farà, perché tu te la riprenderai. Mi ha capito, Rein? Tu te la riprenderai, e voglio vederti strisciare finché non ti perdona, altrimenti te la vedrai con me.» lo guardo duro.

Lo lascio andare, facendolo ricadere per terra, come un corpo senza vita.

Mi avvio verso la porta, ma la sua voce mi fa fermare.

«Io farò di tutto per riaverla.» lo sento mormorare.

«Sarà meglio per te.» rispondo senza voltarmi.

La fiducia è tuttoOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz