Capitolo 38

96 14 1
                                    


La sera a cena non presto attenzione alla conversazione tra Eva e Fin, che cercano di coinvolgermi, ma senza successo. Sono troppo impegnata a rimuginare sulle parole di Nate. Mi sento sporca e usata. Perché mi ha baciata e poi è andato a letto con un'altra? Sto iniziando a pensare che non mi sarei dovuta affezionare così tanto a quel ragazzo. Mi sta solo facendo soffrire, e io ho già sofferto abbastanza. Non mi serve che anche Rein Cester si aggiunga alla lista.

«Amico lo sapevi che questo hotel ha una piscina sotterranea?» sento Nate dire.
«No, non lo sapevo.» risponde Rein.

Ma che diamine?

Perché sta mentendo? Era forse troppo ubriaco per ricordarsi di esserci stato con me e avermi baciata? Eppure la scopata con la ragazza se la ricorda. Il solo pensiero mi fa stringere le mascelle. Ho bisogno del mio sacco da boxe.

«Mel ti senti bene? Non hai toccato cibo.» dice Eva preoccupata.
«Non ho molta fame.» rispondo atona. Altroché, ho lo stomaco chiuso. Quel ragazzo riesce a farmi perdere anche l'appetito.
«Andiamo in piscina stasera?» chiede Eva sorridendo eccitata. Annuisco distrattamente. Non mi va di restare da sola in camera a piangermi addosso, ma non ho neanche tutta questa voglia di ritornare in quella piscina.

———————————

«Dovresti mettere questo.» afferma Eva mostrandomi un costume piuttosto succinto.
«E lo consideri un costume questo?» domando scettica. È nero, il pezzo sopra costituito da una triangolo piuttosto piccolo, e il pezzo sotto da un tanga che è quasi inconsistente.

Un filo interdentale insomma.

«Oh andiamo scommetto che ti sta benissimo.» sorride Eva. Lei si è già preparata, indossa un costume celeste che le sta d'incanto, e da dieci minuti a questa parte sta cercando un costume per me tra le sue cose. Si è portata l'intero armadio da casa e mi sta mostrando tutti i costumi più osceni che abbia mai visto, tentando di costringermi a metterli.
«Non lo metterò Eva.» sentenzio categorica. Se devo mettere quel costume tanto vale che vada nuda.
«Ti prego. Fallo per me.» mi supplica.

«No.»
«Sì.»
«No.»
«Sì.»
«No.»
«No.»
«Sì.»

La fiducia è tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora