Capitolo 47

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«Davvero ha fatto tutto questo? Non ci credo, è proprio un coglione.» continua a ridere Rein.

Tornando verso casa ho raccontato a Rein ciò che era successo il pomeriggio, e la sua reazione è stata la stessa della mia: incredulità.

«Lo vedrai con i tuoi occhi.» affermo aprendo la porta di casa.

E la scena che mi trovo davanti mi fa imbambolare.

In cucina, mentre ascoltano musica reggae ton, ci sono Eva e Sam, che ricoperti di farina dalla testa ai piedi, preparano la cena a ritmo di musica.

Rein accanto a me scoppia a ridere, rendendo palese la nostra presenza.

I due smettono di ballare, bloccati sul posto.

«Non ci credo amico, da quando è che cucini?» è tutto ciò che ha da dire il mio ragazzo mentre va verso di loro. Lancio uno sguardo ad Eva, ma lei prudentemente lo evita.

«Io non cucino, mi ha costretto questo diavoletto qui.» risponde Sam indicando la mia amica.

«Ma che bugiardo! Hai deciso di preparare la cena e per poco non mandavi a fuoco l'intera casa, sono corsa a rimediare!» ribatte Eva.

«Plausibile.» conviene Rein.

«No amico, ti giuro, devi credermi, sono stato costretto.» ripete mio fratello disperato.

«Ma che carino, troverai moglie molto velocemente con le tue doti culinarie. Ah, crescono così in fretta.» lo prende in giro Rein strizzandogli una guancia, come farebbe una nonna con il suo nipotino.

«Oh vaffanculo Rein! Vatti a scopare mia sorella.» ribatte frustrato Sam.

«Lo farò, non preoccuparti.» dice facendomi l'occhiolino. Le mie guance immediatamente vanno a fuoco.

«Che cosa stavate cucinando?» domando parlando per la prima volta e dirottando la conversazione su argomenti meno scomodi.

«Lasagna.» risponde Eva. «O almeno ci sto provando.» aggiunge.

«Ehi! Perché parli al singolare? Ci stiamo provando!» ribatte Sam.

«Certo, se per te tenere le mani impegnate a ballare significa anche aiutarmi a cucinare...» obietta Eva ruotando gli occhi.

«Ehi! Anche tu ti sei messa a ballare. E poi non dirmi che non ti sono piaciute le mie mosse.» continua Sam fingendosi offeso.

«E quelle le chiami mosse? Un bradipo sarebbe più agile di te.»

«Questa era cattiva.» ribatte mio fratello indicando Eva con una cucchiarella.

«Quindi tra quanto è pronto? Sto morendo di fame.» intervengo parlando di cose importanti.
«Mezz'ora all'incirca.» dice Eva controllando l'orologio appeso al muro.
«Okay, allora chiamateci quando è pronto.» mormoro agguantando Rein per un braccio e trascinandolo in camera mia.

Per il momento voglio credere ad Eva, e quindi che abbia semplicemente aiutato mio fratello a non mandare a fuoco l'intera casa.

«Credo che tuo fratello sia proprio andato, lasciatelo dire.» sussurra sedendosi sul materasso e facendomi poi sedere su di lui.
«Perché dici questo?» domando confusa.

«È da un po' di tempo che non esce con qualche ragazza, e a scuola vedo che molte volte il suo sguardo cade su di lei.» risponde con un'alzata di spalle.

«Vedo che sei stato molto attento a mio fratello...c'è qualcosa che mi devi dire?» chiedo inarcando un sopracciglio.

«Sì, è da tanto che volevo dirtelo, Mel, e penso sia arrivato il momento per farlo. Io sono innamorato di tuo fratello, mi sono messo con te solo per avvicinarmi a lui, ma quando ho avuto l'occasione di farlo mio, me lo sono lasciato scappare, perché ho incontrato una ragazza che non era poi così male.» sorride avvolgendo le braccia intorno alla mia vita.

La fiducia è tuttoWhere stories live. Discover now