Capitolo 35

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Dopo cena saliamo tutti nelle nostre stanze. Le ragazze stanno tentando di convincermi da mezz'ora di uscire e andare con loro e gli altri, ma sono irremovibile.

«Mel sei sicura? Guarda che ci divertiamo!»continua la mia migliore amica.
«Sono sicura, e ora andate che sennò fate tardi. Divertitevi.» le saluto cacciandole fuori dalla stanza.

Una volta chiusa la porta mi accascio contro di essa respirando un po' di pace. Mi stendo un po' sul letto leggendo e verso mezzanotte il sonno ancora non arriva perciò decido di indossare il costume e l'accappatoio e uscire da questa stanza. Prima di partire ho fatto qualche ricerca sul sito dell'hotel e ho scoperto che ha una piscina sotterranea, per cui mi sono portata appresso il costume. E sembra proprio il momento giusto per fare un bagno di mezzanotte. Dopo aver vagato un po' per l'hotel trovo finalmente le indicazioni per la piscina.

Mi libero dell'accappatoio e, sollevata, constato che non c'è nessuno. Mi immergo nell'acqua calda illuminata dalle luci colorate che si intervallano in tempi prestabiliti. Prima verde, giallo, rosso, poi azzurro, blu e viola. Nuoto avanti e indietro finché non sento le gambe e le braccia stanche e decido di rimanere a galla. Chiudo gli occhi beandomi della sensazione di essere sospesa. Allontano tutti i pensieri dalla testa, la tristezza, la malinconia, la nostalgia...qualsiasi cosa. Mi svuoto di ogni sensazione. Penso spesso a quanto potrebbe essere d'aiuto poter spengere le emozioni e non sentire nulla. Sarebbe bello alcune volte, ma poi mi ricordo che sono le stesse emozioni che ci fanno soffrire a renderci umani.

Riapro gli occhi sentendomi osservata, faccio vagare lo sguardo nella sala e incontro i suoi occhi di ghiaccio che mi osservano chissà da quanto. Il suo corpo statuario è messo in bella mostra, indossa solo un paio di bermuda neri, il che mi fa intuire che sia qui per fare un bagno. Si avvicina a passo lento dandomi modo di osservare l'armonia del suo corpo, sembra essere stato disegnato. Una volta entrato in acqua si dirige verso di me. A differenza mia lui tocca il fondo e rimane scoperto da parte del torace in su.

«Come mai qui tutta sola?» domanda fermandosi a mezzo metro da me.
«Volevo farmi una nuotata.» rispondo con un'alzata di spalle. Sento il bisogno di mettere altra distanza tra di noi. La mia ritirata dura poco quando la mia schiena si scontra con il bordo della piscina, sussulto al contatto.
«Non sei andato con gli altri?» chiedo cercando di nascondere il mio crescente imbarazzo. Improvvisamente sotto il suo sguardo mi sento più nuda che mai, come se non avessi indosso neanche il bikini.
«Sì, ma mi stavo annoiando, così sono tornato in hotel.» risponde avvicinandosi di un passo. Noto i suoi occhi leggermente arrossati.

«Ho bussato alla tua stanza.» un altro passo.

«Ma tu non c'eri.» passo.

«Ti stavo cercando.» fa un ultimo passo.

Ne basta un altro per annullare completamente la distanza tra di noi. L'aria sembra essere diventata elettrica e mi scopro ad avere il fiato sospeso.

«Perché?» trovo la voce per domandare.
«Perché volevo vederti.» mormora compiendo quell'ultimo passo. Poggia le mani ai lati del mio corpo incastrandomi tra il suo e la parete. Il mio cuore inizia a battere più velocemente.

La fiducia è tuttoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora