Capitolo finale

168 14 24
                                    

Il campanello sta suonando da cinque minuti, ma sono troppo pigra, non ho voglia di alzarmi dal letto.

«Sam! Vai ad aprire!» urlo a mio fratello.
«Sono sul cesso!» sento rispondermi.

Che principessa.

Con uno sbuffo frustrato mi alzo, dirigendomi verso la porta, e rimango a bocca aperta quando vedo chi ho davanti.

«Che ci fai qui?» domando. Rein si guarda intorno con fare sospetto, e prima che possa fare qualsiasi cosa mi ritrovo a testa in giù sulle sue spalle, e la porta di casa chiusa dietro di noi.

«Rein mettimi subito giù!» esigo, ma lui fa finta di non sentirmi. «Che cosa stai facendo? Hai intenzione di rapirmi?»

«Diciamo più prendere in prestito per la serata.» risponde con nonchalance.

«Non potevi semplicemente chiedere anziché fare tutto questo?» chiedo gesticolando in aria mentre osservo il suo didietro, al quale faccio un apprezzamento silenzioso.

«Così è più divertente.»

«Rein, non ho il telefono appresso, mio fratello pensa che io sia in casa, e così non potrò avvertirlo, probabilmente si preoccuperà e chiamerà la polizia.» inizio a blaterare.
«Lui già lo sa, era d'accordo con me.» ribatte, e potrei giurare che in questo momento stia sorridendo, anche se non lo vedo.

«E quindi adesso fate comunella alle mie spalle?» domando risentita.
«Una breve alleanza.»!risponde fermandosi. «Sto per metterti in macchina.» mi avverte, e l'attimo dopo mi ritrovo sul sedile del passeggero con la cintura allacciata a guardare i suoi occhi di ghiaccio.
«Ciao.» mi saluta sorridente.

Sono arrossita, lo sento, e a giudicare dal suo sguardo compiaciuto, è così.

Rein chiude il mio sportello e poi entra anche lui, mettendo in moto l'auto. Mi volto verso i sedili posteriori e noto diverse cose che mi fanno corrucciare.

«Stiamo andando a fare campeggio per caso?» chiedo leggermente preoccupata.
«Qualcosa del genere.» risponde mantenendo gli occhi sulla strada.
«Perché?» domando ovvia.

Sono passate due settimane dall'ultima volta in cui abbiamo parlato, e in questo breve lasso di tempo ho capito che non riesco a stare senza di lui. Ogni giorno mi ronzavano in testa le parole di Laura. Entrambi hanno detto di non essere stati insieme, ed è vero che io non sono una fan delle seconde possibilità, ma se stessi facendo uno sbaglio? Se per paura di essere ferita mi stessi facendo sfuggire qualcosa di importante?

«Perché non voglio più stare lontano da te, di tempo ne abbiamo avuto a sufficienza, e ciò che ti ho detto due settimane fa è ciò che penso tutt'ora. Io voglio te.» risponde lanciandomi un'occhiata. Di colpo ammutolisco.

Per alleggerire la tensione ed eliminare questo silenzio imbarazzante, accendo la radio. La musica si diffonde nell'abitacolo, e piano piano inizio a battere le dita sullo sportello, a ritmo.

«Quindi...dove stiamo andando?» domando dopo un po'.
«In un posto.» risponde vago.

Ma dai? Non lo avrei mai detto.

Mi mordo la lingua per non dare voce ai miei pensieri, e rimango in silenzio. La luce rossastra del tardo pomeriggio illumina le strade della città. Osservo il profilo del ragazzo di fianco a me, e ancora una volta rimango affascinata dalla sua bellezza. I capelli neri, grazie alla luce del sole, acquistano dei riflessi ramati, e i suoi occhi sembrano più chiari che mai.

«Non fraintendermi, mi piace che mi fissi, ma in questo momento mi stai distraendo.»
«Scusa.» borbotto colta in flagrante.
«Siamo quasi arrivati.» annuncia.
Annuisco in silenzio.

La fiducia è tuttoWhere stories live. Discover now