Capitolo 25

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«Buongiorno.» sussurra la sua voce rauca nel mio orecchio. Un sorriso si fa strada sulle mie labbra. In questo momento mi sento in paradiso, al caldo, tra le sue braccia.
«'Giorno.» saluto, aprendo lentamente gli occhi. Mi stiracchio cercando di allungarmi, ma le braccia di Rein strette intorno a me non me lo permettono.

«Hai intenzione di lasciarmi andare? Perché devo proprio pisciare.» affermo tentando di staccarmi da lui.
«Che signorina.» mi prende in giro prima di togliere le sue braccia dalla mia vita. Sento improvvisamente freddo.

Per prima cosa vado in bagno a farmi una doccia, e, una volta pulita e profumata, scendo al piano di sotto per fare colazione. I ragazzi sono entrambi seduti al bancone, intenti a divorare qualsiasi cosa trovino a portata di mano.

«Hey soufflé.» mi saluta Sam ostentando un sorriso. «Divertita ieri sera?» allude alzando e abbassando le sopracciglia.
«Con i miei amici intendi? Oh moltissimo!» esclamo entusiasta sorridendogli. «Ma piuttosto dimmi, quanto vi siete divertiti voi due ieri sera?» domando prendendo posto davanti a Rein e addentando uno dei miei biscotti preferiti.
«Il giusto.» risponde Sam.

Rein ascolta in silenzio la nostra conversazione, spostando gli occhi da me a mio fratello, come fossimo degli alieni.
«I miei video confermano il contrario.» dico, sperando di risultare seria come vorrei. Non c'è nessun video, ovviamente, ma potrei trarne qualche vantaggio da questa piccola bugia.

«Stai scherzando vero? Che video?» domanda ora preoccupato mio fratello. Mi impongo di non ridere, la sua faccia in questo momento è spettacolare, sarebbe proprio da immortalare.
«Chissà.» rispondo vaga alzando le spalle.
«Melissa, giuro che se non mi dici che cavolo di video hai fatto, io...» inizia.

«Tu cosa?» lo interrompo sorridendo.
«Che cosa devo fare perché tu non mandi a nessuno i video che hai fatto?» chiede alzando la voce.

Non posso fare a meno di pensare a quanto sia stupido mio fratello, neanche gli è passato per l'anticamera del cervello che la mia fosse tutta una balla.

Sposto la mia attenzione su Rein che mi sta guardando con un mezzo sorriso in volto. Lui ha sicuramente capito.
«Mh, non saprei, vediamo...puoi accompagnarmi ovunque io voglia per un mese, senza se e senza ma, quando te lo chiedo, dove te lo chiedo.» propongo allungando la mano, che lui prontamente stringe.
«D'accordo.» ribatte, i suoi occhi mi comunicano tutto l'astio che sta provando nei miei confronti in questo momento. Mangio la colazione in silenzio, facendo finta di ascoltare ciò che Sam e Rein si stanno dicendo.

Un telefono, poggiato sul bancone, vibra.

«Che razza di nome è "Edo è troppo figo per stare tra voi comuni mortali"?» domanda mio fratello leggendo qualcosa sullo schermo del telefono. Mi rendo conto che il telefono in questione è il mio, così glielo sfilo dalle mani, aprendo la chat di gruppo.
Un sorriso mi sorge spontaneo sulle labbra leggendo il nome del gruppo. I due ragazzi mi guardano sospettosi, aspettando una mia risposta.

«Non vi riguarda.» rispondo concedendogli appena un'occhiata prima di riportare la mia attenzione sul messaggio di Edoardo.
"Volevo sapere se la Meneater ha un ragazzo" leggo il messaggio ridendo di gusto.

"Troppa paura di chiedermelo di persona?" digito velocemente la mia risposta. Tre secondi dopo arriva un altro messaggio.
"Volevo evitare di portarmi un para palle in palestra, nel caso in cui te lo avessi chiesto di persona ;)"

Decido di non rispondere al messaggio, chiudendo Whatsapp.
«Chi era?» domanda Rein sporgendosi verso di me per cercare di sbirciare sul telefono.
«Un amico.» dico alzando il mento in gesto di sfida. Perché oggi sono tutti così invadenti? Rein sembra capire che non siano affari suoi, così si rimette al suo posto, non prima di avermi fulminata con lo sguardo.
«Io ho bisogno di una doccia.» interviene mio fratello grattandosi la nuca. Non aspetta alcuna risposta prima di alzarsi da tavola e andarsene. Rimaniamo io e Rein da soli, guardandoci a vicenda. Di primo mattino se possibile è ancora più bello, con i capelli leggermente scompigliati, la sua mascella marcata, quelle labbra carnose che vorrei baciare... mi riscuoto, come fossi in trance.

«Ho alcune cose da fare, quindi è il caso che vada.» dice prima di alzarsi e salutarmi con un misero "ciao".

Sento la porta di casa chiudersi e lentamente, davvero molto lentamente, mi rendo conto che è mercoledì, e che oggi ci sarebbe stata scuola. Do un'occhiata all'orario, sono le dieci e mezza, quindi questa giornata di scuola è sfumata.

Mando un messaggio a Eva, per avvisarla che non sono andata a scuola a causa della stanchezza. Mi risponde poco dopo dicendomi di riposare. Decido di darle retta e vado a stendermi sul letto. Mi rigiro tra le lenzuola pulite non trovando una posizione che mi aggradi. È troppo grande questo letto per una persona sola, mi viene da pensare.

La mia mente corre a lui, al suo viso mentre dormiva sereno, al modo in cui mi teneva stretta contro il suo petto, alle sue labbra, al modo in cui sembravano sempre essere in cerca delle mie.

Sorrido, involontariamente sorrido.

Lo immagino qui, steso accanto a me, mentre flirta spudoratamente, ed io che lo scaccio come fosse un insetto, quando in realtà adoro il suo modo di tenermi sempre sulle spine, mi fa sentire viva. In questo momento mi rendo conto di quanto mi sia affezionata a quel ragazzo sfacciato e invadente. Rende le mie giornate migliori e più divertenti, con le sue battutine confezionate ad hoc, alle quali non posso fare a meno di rispondere a tono.

Una domanda però si insinua fastidiosa tra i miei pensieri: anche lui sente ciò che sento io o sono solo un passatempo?

La fiducia è tuttoWhere stories live. Discover now