Capitolo 20

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Ritorno a casa che sono le sei passate e stranamente trovo mio padre, di mio fratello, invece, neanche l'ombra, come sempre d'altronde.

«Mel, com'è andata la giornata?» mi accoglie mio padre abbracciandomi. Mi crogiolo nel suo calore come se potesse sparire da un momento all'altro.
«Bene. La tua?» domando staccandomi dall'abbraccio e posando lo zaino di scuola per terra.
«Noiosa, non vedevo l'ora di tornare a casa.» dice sorridendomi amorevolmente.

«Quando parti?» domando dirigendomi in cucina per trovare qualcosa da mangiare. Sento i suoi passi dietro di me.
«Domani sera.» risponde appoggiandosi al bancone. Mangio qualche biscotto al cioccolato e qualcuno lo cedo a mio padre.
«Pensavo di fare un salto in palestra per iscrivermi.» gli dico dopo un po'.
«Oh brava, devi riprendere a fare sport. Quando ci volevi passare?»domanda sbadigliando.
«Pensavo ora.» dico guardando fuori, ormai è buio, ma non è un problema perché la palestra è a pochi passi da casa.
«Vuoi che ti accompagni?» domanda.
«No tranquillo, ci vediamo dopo.» rispondo scoccandogli un bacio sulla guancia prima di uscire.

L'aria fuori è immobile. Non un solo filo di vento. Cammino a passo sostenuto e dopo una decina di minuti mi ritrovo davanti alla palestra. Entro nell'edificio, e un atrio piuttosto grande mi accoglie. Mi dirigo verso la signora dietro il bancone, che mi saluta con un sorriso caloroso, non potrà avere più di quarant'anni.
«Ciao! Sei qui per iscriverti?» domanda con una voce squillante che mi fa sorridere.
«Sì.» rispondo.
«Avevi in mente di segnarti a qualche attività in particolare o in palestra?» chiede.
«Non lo so, che attività si fanno qui?».
«Oh di tutto, ecco tieni. Questa è la nostra locandina, ci sono tutte le informazioni sulle varie attività che facciamo.» risponde porgendomi un foglio. Lo leggo velocemente e devo dire che c'è veramente di tutto, dal nuoto alla boxe. Il posto deve essere davvero molto grande. Alla fine decido di iscrivermi in palestra con la possibilità di partecipare però a qualche corso tra quelli serali.

«Puoi fare un giro se vuoi.» mi dice la signora che ho scoperto chiamarsi Valentina.
«Grazie.» rispondo prima di girarmi verso sinistra e procedere da lì.

Entro all'interno della palestra che è davvero enorme. È su due piani, su quello inferiore ci sono vari macchinari, che prima o poi imparerò ad usare, mentre a quello superiore ci sono moltissimi tapis roulant. Ci sono alcune persone che si stanno allenando, ma non sono molte.

Giro vero destra e mi ritrovo dietro un vetro che affaccia su un'enorme piscina, non posso fare a meno di ammirare alcuni ragazzi che si stanno allenando, ho sempre creduto che i ragazzi con il fisico migliore fossero i nuotatori. Procedo avanti sbucando in una sala piena di sacchi da Boxe e un paio di ring, su uno dei quali due ragazzi stanno combattendo seguiti dal loro allenatore. Non c'è nessun altro in questa sala e si sentono solo i respiri affannati di quei due ragazzi con i loro corpi mezzi nudi.

Mi fermo con la schiena addossata alla parete e li osservo, sono entrambi molto agili, ma il ragazzo moro sembra mettere più forza nei colpi rispetto all'altro. Osservo le posizioni che assumono, i punti che lasciano scoperti e penso che mi piacerebbe salire sul ring con loro, per scaricare la tensione. Ho visto sulla locandina che ci sono corsi serali anche di boxe, penso che mi ci presenterò qualche volta.

Faccio per girarmi e tornare a casa, ma vengo fermata da una voce.

«Ehi tu, ti serve qualcosa?» domanda quello che credo sia il coach.
«No, stavo solo guardando.» rispondo voltandomi verso di loro. I due ragazzi sono in piedi e stanno riprendendo fiato mentre mi guardano con dei sorrisi in volto.

«Chi non guarderebbe?» domanda tronfio quello più basso.
«Come scusa?» domando avvicinandomi, il volto glaciale. Se c'è una cosa che non sopporto sono i ragazzi che se la credono solo perché hanno un fisico da urlo.

«Oh andiamo, hai capito dolcezza.» risponde facendomi l'occhiolino. Sposto lo sguardo sul moro, che mi sta fissando insistentemente, e devo dire che da vicino è ancora meglio, il suo viso è piuttosto spigoloso, molto mascolino.
«E' inutile che te la tiri in questo modo, non sei un granché.» rispondo a tono squadrando il biondo da capo a piedi. Mi scocca un'occhiataccia ed io gli rispondo sorridendo dolcemente.
«D'accordo ragazzi calmiamo gli animi.» interviene il coach.
«Sei iscritta al corso di boxe?» mi chiede.

«No, ma potrei pensare di farci un salto.» rispondo scoccando un bacio al biondo. Il moro se la ride in silenzio.
«Sarei felice di poterti allenare, non capita tutti i giorni che una ragazza risponda a tono a quello scapestrato.» ride il coach accennando al biondo. Sorrido in risposta.
«Ci penserò. Ci si vede.» rispondo prima di dirigermi fuori dalla sala.

«Come ti chiami?» sento urlarmi dietro dal moro. E vedo il biondo lanciargli uno sguardo truce che il moro ignora.
«Melissa.» rispondo di rimando.
«Fatti vedere qualche volta.» dice prima di tornare in posizione di combattimento.

Esco dalla sala con un sorriso sulle labbra, penso proprio che mi presenterò spesso a questo corso, anche solo per dare fastidio al biondo. Con questi pensieri me ne torno a casa.

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Ig: Vivereinunlibro1622

La fiducia è tuttoWhere stories live. Discover now