•15 - Il Re Oscuro.

707 49 1
                                    

️: il capitolo contiene scene forti, rivolte a un disturbo alimentare e a una violenza sessuale.

«Perché volevi parlare?» Domanda. «Lo sai il perché, mamma» sospiro, incrociando le braccia al petto.
«Non cambierò idea sul tuo "fidanzato"» dice, seriamente. «Seriamente - sospiro, girando il cucchiaino nel cappuccino -, io non capisco perché tu ce l'abbia così tanto con lui.»

«Non ti ha detto che è sposato, in primis.»

Scuoto la testa, «non centra niente, è stato obbligato a sposarsi.»
«Centra invece. Lui ha dei seri problemi con la sincerità.»

La guardo nei suoi occhi scuri, seri e talmente sicuri delle sue parole che mi fanno quasi tremare.
«Come posso farti capire che ci amiamo?»
«Ti ama? Ne sei sicuro? Non pensi che lui sia solamente ossessionato?»
Aggrotto le sopracciglia, confuso dalle sue parole.
«È il momento che tu mi dica la verità, mamma. Qual'è il vero motivo, per cui Taehyung non ti piace?» Le chiedo, leccandomi le labbra.

«Kookie, tesoro - sospira -, io mi ricordo bene quanto hai sofferto dopo la morte di tuo padre.  Non voglio vederti provare lo stesso.»
«Sono stato stuprato dal tuo compagno. Ai tempi non sapevo nemmeno chi fosse Taehyung.»
«No, lo so...ma lui sì. Lui sapeva chi tu fossi.»

«Cosa?» Le chiedo, sorpreso. «Jungkook, non voglio che tu sappia questa cosa ma ti prego di credermi quando ti dico che Kim Taehyung non è l'uomo buono che tu pensi che sia.»

Deglutisco, sentendo il mio corpo tremare e un brivido percorrere la mia schiena.

Quattro anni prima.

È una cosa che faccio da qualche tempo: mangiare così tanto e finire per vomitare tutto, ficcandomi due dita in gola.
Le mie notti vanno avanti così da settimane e non riesco a smettere di provare solo disgusto per me stesso.

E adesso, mentre sono seduto sul pavimento del bagno con le gambe al petto cerco di resistere all'impulso che mi dice di crollare ancora.
Però, non è semplice.
Mi avvicino al water, con piccole lacrime che scorrono lungo le mie guance e porto due dita alla gola.

Non so come sia cominciata, ma è successo e sono finito in un circolo vizioso da cui non riesco ad uscire.
Respiro pesantemente, poi tiro giù l'acqua. Mi pulisco con un pezzo di carta e mi sciacquo la bocca.

«Tesoro? Stai bene?»
Sussulto e mi guardo allo specchio, per asciugarmi il viso dalle lacrime.
Prendo un respiro profondo e apro la porta, trovando mia madre preoccupa.

«Mal di stomaco, nulla di che» dico, cercando di sforzarle un sorriso.
Sospira, accarezzandomi la guancia. «Che brutta cera...dovresti stenderti.»
Annuisco, nervosamente.

Appena chiudo la porta della mia stanza, mi lascio uscire un respiro represso e in modo silenzioso torno a lasciarmi travolgere da questa dannata nuvola nera che mi circonda.

[...]

Tornando a casa da scuola, con le cuffiette nelle orecchie, per un secondo spero che tutto finisca al più presto.
E quando entro in casa, penso di voler tornare indietro.

«Jungkook, bentornato» mi dice, mia madre, mentre sta sistemando la tavola.
«C-ciao» balbetto, deglutendo.

Rivolgo un'occhiata al Re Oscuro. Se ne sta seduto sul divano, a ridere con i miei fratelli come se non stesse distruggendo la mia vita giorno dopo giorno.
Come se non mi stesse facendo a pezzi, in modo lento.
Come se non mi stesse provocando solo disgusto per me stesso.

Sgattaiolo nella mia stanza e prendo un respiro profondo, mentre mi ripete in continuazione che è arrivato il momento di reagire.

«Il mio bambino, è tornato a casa e mi ha salutato?»

Sgrano gli occhi, automaticamente appena sento la sua voce.
Lo guardo per qualche istante, ingoiando il groppo di saliva che mi si è formato in gola.

«Come si dice?» Mi chiede, alzando il mio viso con la sua grande mano fredda.
«S-sono a casa, signore» sussurro.

Una lacrima riga la mia guancia, mentre trattengo il fiato, sperando solo che se ne vada.
«Non piangere - sospira, pulendo la mia guancia -, dovresti essere felice che io tenga così tanto a te.»
Passa il pollice sulle mie labbra, con forza, facendomi male.
Avvicina la bocca al mio orecchio, «sai quanto mi fai eccitare quando piangi.»

«La cena è pronta!»
Sbuffa, «salvato dalla mammina.»

Mi lascia andare ed esce dalla mia stanza, così io riprendo fiato e tiro su col naso.

Mentro mangio lasciando che la mia rabbia prenda il soppravvento, sento il sguardo del Re Oscuro costantemente su di me.
Brucia, mi fa male, incide la mia pelle e mi provoca un brivido di disgusto per tutto il corpo.

E puntalmente, come un orologio svizzero, dopo la cena mi ritrovo a vomitare tutto ciò che ho mangiato.

So quello che mi sta aspettando, sulla soglia della porta dell'inferno.
Mia madre è uscita, i miei fratelli dormono e io sono solo con il Re Oscuro.

Quando vado nella mia camera, lui è lì, che mi guarda con l'espressione più ripugnante di tutto il mondo: le pupille dilatate, un ghigno sudicio e le mani unite.

«Pensavo che fosse una cosa solo da ragazzine, ficcarsi due dita in gola.»
Sussulto, rabbrividendo.
«Che cosa vuoi?» Gli chiedo, a bassa voce, scuotendo la testa. «Lo sai, che cosa voglio.»

Si alza di scatto e mi raggiunge come un fulmine.
Chiude la porta a chiave, poi afferra i miei capelli con forza.

«Oppure vuoi che la tua mammina sappia che ti spogli per soldi e i tuoi fratellini muoiano di fame?»
Deglutisco, tirando su col naso.
«N-non voglio f-farlo, ti p-prego.»
Aggrotta le sopracciglia, con un sospiro.

«Stai diventando un ragazzino un po' troppo ribelle per i miei gusti.»

Mi spinge sul letto, così stringo i denti avvertendo una fitta alla schiena quando colpisce lo il comodino.
«Sei un bambino cattivo» sospira, scuotendo la testa.
«N-no, per favore.»

È difficile da spiegare a parole, la sensazione che sto provando mentre mi priva dei vestiti e si sbottona i jeans.
Non è un qualcosa da poter spiegare: non è normale, fare una cosa del genere e non avere nemmeno il senso di colpa per aver rovinato la vita ad una persona.

Ti senti violato, ma non solo nel corpo ma anche nell'anima.
È come se fossi una sigaretta che si consuma e lentamente diventa cenere, e che cos'è la cenere appena il vento la soffia via?
Niente.

Sentirlo dentro di me, mentre spinge con così tanto forza da farmi tremare, mentre mi fa così tanto male da piangere, mentre cerco di trattenere le urla di dolore solo perché non voglio che Yena e Jaemin, sappiano cosa sta succedendo nella camera accanto a loro, mi sta facendo morire lentamente.

La prima volta ho perso sangue ed è stato come una pugnalata dritta al cuore.
Ogni volta, anche se non sanguino più, è sempre peggio di quella precedente.

La cosa più disgustata, è sentirlo gemere con soddisfazione mentre mi vede distrutto.
È così da due mesi e non c'è niente, e dico niente, che possa alleviare questo dolore.

Mentre mi tiene stretto dal collo e continua a prendere possesso di qualcosa che non gli appartiene, io riesco solo a piangere in silenzio e subire.

E appena viene, il mio respiro represso esce come i singhiozzi.
«Bravo, bambino» sibila, accarezzando la mia guancia. «Piangi per me, ragazzino.»

[...]

Dopo quattro mesi, decido che è arrivato il momento che reagire.

Appena afferra il mio polso, mi giro di scatto e lo guardo negli occhi.
«Lasciami.»
Ridacchia, «sei in vena di ribellione?»

«Che ne dici se diciamo a tua madre, cosa fai ogni sera?»
Mi lecco le labbra, «lo sa già, idiota.»
«Come cazzo ti permetti?!» Sbotta, stringendo le mie guance.

«Sei solo uno strupratore del cazzo e nessuno può toccarmi senza il mio consenso.»
Tolgo la sua mano e scuoto la testa, poi stringo i denti.
«Sei proprio un bambino cattivo» sibilo, stringendo il suo pacco con forza.

«Avanti, ragazzino, piangi per me» sussurro, inclinando la testa di lato mentre lo guardo nei suoi occhi lucidi.

STRIP 2 | Deeper-Darker Where stories live. Discover now