•18 - Bello come un dio, dannato come il diavolo.

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«Mi dispiace» dice, sedendosi sul bordo del letto. «Tae, non è colpa tua» gli rispondo con un sospiro e mi avvicino a lui.
Circondo il suo collo, abbracciandolo da dietro e lui accarezza le mie braccia guardando davanti a sé.
«Io non ho mai avuto paura di niente, Kookie tranne che di una cosa...sono terrorizzato di essere uguale a lui.»

Scuoto la testa, con le sopracciglia aggrottate.
«Non sei come lui, non devi nemmeno pensarlo.»
«E come puoi dirlo?»
Mi guarda, allontandosi leggermente.
«Entrambi beviamo e prendiamo a pugni qualsiasi cosa ci passi davanti. Entrambi abbiamo una bestia dentro. Entrambi siamo in grado di mandare tutto a puttane in un millesimo di secondo.»

«Stronzate» sibilo, afferrando il suo viso con le mani. «Tu stai cercando di essere migliore e ci stai riuscendo. Non mandi tutto a puttane.»
«Ho mandato a puttane la nostra storia più di una volta, Jungkook...e sto per farlo ancora.»

Toglie le mie mani e tiene i suoi occhi nei miei. «Che cosa vuoi dire?» Gli chiedo, con un filo di voce con il tono preoccupato di chi sa che sta per avere il cuore in mille pezzi, ancora.
Respiro pesantemente, appena si alza e così faccio lo stesso. «Taehyung, che cazzo stai cercando di dirmi?!» Alzo la voce, con i pugni stretti.

«Che è meglio...se per un po' ti sto lontano.»

Dischiudo le labbra, rabbrividendo.
«No» sussurro, sforzando un sorriso.
«Io non posso continuare a trascinarti nella mia merda - scuote la testa -, io non voglio questo per te.»
«N-non mi stai trascinando da nessuna parte.»
Afferra la sua giacca dalla sedia, poi si massaggia la fronte e mi guarda. «Perché non ti rendi conto di quanto sono incasinato, Jungkook?!»

Sussulto, deglutendo. «T-taehyung...»
«Cazzo - colpisce il muro -, stai cercando di tirarmi fuori dall'oscurità ma non c'è nemmeno una fottuta scintilla di luce in me.»
«Non è vero» sbotto, camminando verso di lui.
«Sei accecato dall'amore e pensi che questo sia giusto, ma non è così!»

I suoi occhi sono lucidi, ma anche scuri e non riesco a capire perché stia dicendo queste cose.
«Guardami» afferra il mio viso, «non c'è niente di buono in me. Niente.»
«A-allora nemmeno il fatto che mi ami, può considerarsi una cosa buona?»
La voce esce estremamente sottile, flebile, come se temessi la sua risposta.
«Non so più se riesco ad amarti.»

Sgrano gli occhi, stringendo le labbra e una lacrima riga la mia guancia.
«Stai mentendo - sibilo -, è una cazzata.»
«Non ti sto mentendo.»

Afferro la sua maglietta, «dimmelo mentre mi guardi negli occhi.»
Stringo i denti. «Dimmi che non mi ami più.»
Il suo silenzio mi lacera dentro.
«Stronzo, dimmelo! Dimmi che non mi ami!»

Respira pesantemente.
«Sei solo uno stronzo» dico, scuotendo la testa.

Afferra i miei fianchi, portandomi contro alla porta.
Fa scontrare le nostre labbra, stringendo le mie guance e facendo unire la sua lingua alla mia.

Mugolo, appoggiando le mani sul suo petto per spingerlo via. «S-smettila» dico, colpendolo.
«Che cazzo di problemi hai?!»
Respiro pesantemente, ingoiando un groppo.
«Ti amo da morire» sibila, in modo serio e mi fa rabbrividere. «Ma tutto questo non ti fa stare bene e io non voglio farti soffrire.»

«Taehyung - dico, a denti stretti - se esci da questa stanza, tra noi due è finita per sempre.»

Sospira, «amore, tra noi due è già finita.»

«Non è finita, cristo! Hai un scelta, okay?! Non andartene. Non lasciarmi da solo.»
Appoggia le mani sulle mie guance e mi accarezza con i miei pollici.
«La mia vita è già fottuta, bambolino. Non voglio fottere anche la tua.»
«Perché mi fai questo?»
«Perché quando ami davvero qualcosa, la lasci andare.»

Scuoto la testa, «ma se torna è sempre stata tua.»
«Perché mi stai citando Gibran?»

Si allontana e mi stampa un bacio sulle labbra.
Una lacrima riga la mia guancia, mentre lui si avvicina alla porta. «Perché ti amo davvero.»

Porto le braccia al petto, mentre mi sento come se fossi in mille pezzi.
«E io non voglio ferirti.»
Lo stai facendo adesso, vorrei dirgli ma le parole mi si bloccano nella gola mentre lo guardo andarsene.

Gibran disse:"se ami davvero qualcuno, lascialo andare perché se torna è sempre stato tuo. Se non torna, non lo è mai stato".
E lui non tornerà.

[...]

«Che stronzo» sibila, scuotendo la testa. «Come ha potuto scaricarti in questo modo? Chi cazzo si crede di essere?»
Le parole di Jimin, mi sembrano ovattate mentre penso solamente a cosa ci sia di sbagliato in me. Sul perché, io finisca sempre per soffrire e perché le persone provino piacere nel provocarmi dolore.

«Non sei un fottuto giocattolo, Kookie. Avresti dovuto prenderlo per le palle.»
Lo guardo e gli sforzo un sorriso. «Non puoi convincere un egoista a mettere qualcos'altro davanti a lui.»
«Ehi - appoggia le mani sulle mie spalle -, so che hai il cuore a pezzi perché lo ami. Però, se vuoi provare a tirarti su di morale posso aiutarti.»

Tiro su col naso, tenendo le gambe al petto confuso da che cosa possa avere in mente.
«Jimin, mi hanno appena piantato» sospiro, asciugandomi il viso. «Proprio per questo devi risollevarti in prima possibile e far capire a quello stronzo, che cazzo si è perso lasciando un ragazzo come te.»
«Che hai in mente?» Gli chiedo, cercando di assecondarlo anche se mi risulta complicato.

Piega le labbra in un sorrisetto talmente soddisfatto, che mi fa stringere la bocca e preoccupare.
Si avvicina al suo cellulare.

«Prepara l'ombrello, dolcezza, perché per la prima volta nella storia cominceranno a piovere uomini.»
«Jimin» gli dico, posando le mani sulla bocca.
Schiaccia su "play" e così, la mia sala si riempe con le voci delle Weather Girls, sulle note di It's raining men.

«Vieni» dice, tirandomi su e tirandomi verso il centro della sala.

Nonostante il dolore, adesso mi sento come se avessi dimenticato ciò che è successo ieri a casa di Sihyeon.
Rido, ballo, salto e canto insieme a l'unica persona che potrebbe mai capirmi come nessun altro ha mai fatto. Mio fratello dai capelli biondi ossigenati.

E mentre la canzone si consuma, sembra andare tutto a rallentatore.
Jimin ha ragione: lui, non ha idea di cosa si è perso.

«L'unica cosa che ti può aiutare è cambiare qualcosa.»
Lo guardo, inclinando la testa di lato e lui batte le mani. «Dove lo vuoi il piercing?! E i capelli?! Come li vuoi fare?!»
«Cosa? I miei capelli vanno benissimo così.»
«Delle punte bionde ci starebbero bene.»

Sospiro, grattandomi la testa.
«Punte bionde. Lingua.»
Sgrana gli occhi, «wow, alla lingua?»

[...]

L'intera giornata passata con Jimin, mi ha fatto dimenticare ma adesso tutto sta tornando alla mia mente.
Sospiro, sedendomi sul letto e afferro il cellulare.

Guardo il mio riflesso allo specchio, con il respiro pesante.

«Taehy-»
«Al momento non posso rispondere, quindi lasciate un messaggio se volete essere richiamati.»

Mi mordo il labbro, deluso. Bip.

«Ti odio» dico, «ti odio così tanto, cazzo - dico, ridacchiando con le lacrime agli occhi-, hai capito? Io ti odio. Perché dev'essere così complicato riuscire a stare con te e amarti? Perché continui a farmi questo?
Mia madre aveva ragione: puoi sembrare bello come un dio, ma in realtà s-sei dannato come il diavolo. Come ti permetti di trattarmi così?
Fanculo, Taehyung. Non hai la mia idea di cosa sto pass-» bip. «Tempo scaduto per la registrazione del messaggio.»

Mi asciugo le lacrime e lascio il cellulare accanto a me sul letto.
Mi copro il viso con le mani, trattendomi dall'urlare a squarciagola ma non ci riesco così mi lascio andare e nel frattempo, tutto questo mi sembra solo un completo fallimento.

STRIP 2 | Deeper-Darker Where stories live. Discover now