•25 - Fare la cosa giusta.

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«Sta fermo!» Ridacchio, cercando di afferrare le sue spalle

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«Sta fermo!» Ridacchio, cercando di afferrare le sue spalle. «Sono fermissimo.»
Sospiro, schioccando la lingua.
«Se non la smetti, ti taglio anche altro.»
Alza le mani in segno di difesa, poi schizza l'acqua della vasca come protesta.
«Bene» dico, prendendo le forbici per tagliargli capelli.

Deglutisco, sfiorando le cicatrici sulla schiena.
«Non pensarci troppo» dice, guardandomi dal riflesso. «No...io - scuoto la testa - ancora non mi sono capacitato di tutta questa situazione.»
Pettino i suoi capelli, con delicatezza e cerco di concentrarmi su di essi per non rendere pelato il mio fidanzato.

«Alza la testa» sussurro. La appoggia contro al bordo della vasca, per guardarmi così ridacchio. «Non così tanto» dico.
«Non riesco a concentrarmi se tu mi tagli i capelli mezzonudo.»
«Dai, fammi finire.»

Mi guarda dallo specchio, tenendo i suoi occhi fissi su di me e le mani strette sul bordo della vasca.
Prima che me ne possa rendere conto, le mie mani iniziano a tremare.
«Ho una sensazione di merda addosso.»

Lascio le forbici e il pettine, per poi alzarmi e raggiungere il lavandino.
Faccio dei respiri profondi, con gli occhi chiusi.
«Ehi» appoggia le sue mani sulle mie spalle.
«Guardami» sussurra, facendomi girare verso di lui. «Che cosa senti, bambolino?»

Dischiude le labbra, «sento lo stomaco che mi si contorge e si stringe, mi brucia la gola da farmi male e non riesco a respirare...sento di star per piangere da un momento all'altro.»
«Allora piangi, se vuoi grida pure ma non tenerti tutto dentro.»

Tiro su col naso, sentendo gli occhi pizzicarmi e all'improvviso le lacrime iniziano a scorrere lungo le mie guance senza tregua, come se stessero facendo a gara, come se ci fosse una tempesta.
Come se fossero state chiuse per troppo tempo, così tanto da non vedere l'ora di osservare la luce.
Ho sempre pensato che per ogni cosa, ci siano delle lacrime diverse. E queste, sono quelle che mi tengo dentro da giorni, mesi e forse anche anni.

"Piangi per me, ragazzino", la sua voce torna nella mia testa per un frammento di secondo.
No, non regalerò mai più le lacrime a qualcuno.
Nessuno le merita.

Ho sentito il mondo cadermi addosso così tante volte, che riconosco la sensazione a memoria.
Quando vieni schiacciato dalle macerie, ma anche se sembra finita, in qualche modo riesci a racchiudere tutta la tua forza e anche se è tremendamente difficile, ti alzi di nuovo.
E prima che tu te ne possa accorgere, sei di nuovo in piedi, più forte di prima, con le piante interrate per bene e ti prometti che niente e nessuno ti farà cadere di nuovo.
Ti guardi allo specchio, ti dici:"cazzo, sono fottutamente incredibile".
Fanculo a tutto al testo. A tutto il dolore, alle persone che fanno del male, al mondo di merda che ci circonda.
Fanculo, perché stavolta riuscirai a fare un passo avanti, asciugandoti le lacrime, stringendo i denti e i pugni, sorridendo per la prima volta dopo tanto tempo.

Perché l'unica vera cosa che farà incazzare chi ti fa del male, è un sorriso sincero ed enorme.
Quello li farà incazzare tremendamente tanto.
Per farli cadere, l'unica cosa da fare è sorridere perché solo in questo modo capiranno che non sono riusciti a scalfirti neanche minimamente, che non ti hanno fatto niente e che cadranno per niente.

STRIP 2 | Deeper-Darker Where stories live. Discover now