•16 - L'inizio dell'apocalisse.

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Le parole di mia madre, mi continuano a tornare alla mente.
"Lui non è l'uomo buono che tu pensi che sia".

«A cosa pensi?»

Alzo gli occhi su di lui, poi faccio spallucce.
«A niente» gli mento, tornando a guardare fuori dalla vetrata. «I tuoi occhi, non sono i classici occhi da "niente".»
Si siede accanto a me, «a me puoi dirlo.»

«Ci sono alcune cose che non mi tornano...mia madre, mi sta mentendo e questo mi fa impazzire» sospiro, «oltre al fatto che ti odia da morire e non vuole dirmi perché.»
«Le hai parlato?»
Annuisco, «sì...dio mi fa incazzare moltissimo che ti tratti così. Tu non te lo meriti.»

Sorride, appoggiando una mano sulla mia guancia. «Ti ringrazio, bambolino.»
Controlla l'orario e sospira, «ora devo andare ma torno tra due ore.»
Appena si alza, lo faccio anche io.
«Cosa devi fare?»
«Qualcosa di molto stressante per l'Elektra. Incontrare dei finanziatori.»

«Guardi, è tutto scritto qui» dice, continuando ad indicare il foglio

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«Guardi, è tutto scritto qui» dice, continuando ad indicare il foglio. «Questo l'ho capito, ma quando ho parlato con il signor Cha...circa due settimane fa, mi ha detto che non c'era alcun problema. Che cos'è successo?»

Mi lecco le labbra, stringendo i pugni.
«Signor Kim» sospira, appoggiando le mani sulle scrivania. «Signorina Cha» dico, roteando gli occhi, ironico.
«Mio padre non aveva preso in considerazione tutte le opzioni» mi spiega.

«Tutto questo è assurdo» ridacchio, «mi sta prendendo in giro? Ha idea da quanto sto lavorando a questo progetto? Tre anni.»
Sussulta al mio tono di voce e prende un respiro profondo, rivolgendo un'occhiata alla vetrata. «Posso dirle a quali altri banche rivolgersi.»
Mi guarda, portandosi i capelli su un lato e accavallando le gambe.
Sbatto le palpebre, sorpreso appena capisco cosa sta cercando di ottenere.

«No, grazie» dico, raggiungendo la porta.

Il fatto che questa ragazzina stia cercando di provarci con me, è abbastanza imbarazzante. Per lei, intendo.
È venuta qui per fare le vece di suo padre, non per riuscire a farsi mettere una mano sotto al vestito da me.

«Non se ne pentirà, signor Kim» dice, mentre mi raggiunge. «Conosco banche molto più competenti.»
Mi ritrovo ad avere il suo seno davanti al viso in due secondi, così sospiro e mi gratto la fronte. «Risolverò il problema da solo. Può andare.»
Lei abbassa gli occhi sui miei pantaloni, facendomi ridacchiare.
«Non quel "problema", signorina» le dico, scuotendo la testa. «Vada.»

[...]

«Kookie?»
Mi siedo sul divano, prendendo una sigaretta dal pacchetto e portandola alla bocca.
L'accendo e aspiro subito il fumo.

Sbottono alcuni bottoni della mia camicia e mentre inizio a pensare che se ne sia andato, lui entra nella sala.
Sgrano gli occhi, sorpreso e per poco non mi soffoco con il fumo.

STRIP 2 | Deeper-Darker Where stories live. Discover now