•26 - Una donna nella società.

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Picchietto le dita sul tavolo, mentre la guardo in modo fulmineo.
Jungkook, resta in silenzio, seduto sul divano limitandosi ad ucciderla con gli occhi.

«Te lo scordi» dice, scuotendo la testa. Mi massaggio lo spazio tra gli occhi, esasperato e l'odore del suo profumo dolcissimo riempe le mie narici.
«Seolbi, smettila di giocare.»
Alza le sopracciglia e ridacchia, «giocare? Mi prendi per il culo, cazzo?!»

Resta immobile, con le labbra dischiuse e stringe i pugni mentre mi guarda sbigottita.
«Tu pensi che io abbia una vita meravigliosa? Che abbia tutto ciò che voglio? Che non subisca mai niente? Che non pianga mai di dolore?»

Si avvicina al tavolo, afferrando le penna e stringe i denti. «Se è quello che cazzo vuoi, allora ti accontento subito.»
Firma il foglio, velocemente, facendo pressione sulla carta e i suoi occhi diventano lucidi.
«Che ti prende?» Le domando, confuso.

«Io devo sempre dimostrare quanto valgo, perché in questo mondo di merda funziona così.»
Guardo Jungkook, che fa spallucce e posa gli occhi su di lei che si massaggia le tempie.
«Che cosa stai dicendo, Seolbi?» Sospiro, ancora più esasperato.

«Mi hai vista? Hai visto come sono fatta? Hai capito la differenza tra me e te?»

Seolbi è diversa da qualsiasi altro giorno. Oggi è come se qualcosa stesse cercando di uscire da dentro di lei, come se stesse per sputare tutto ciò che ha nascosto fino ad adesso.
Per la prima volta la vedo con gli occhi lucidi e il respiro pesante.
«Quale differenza?»

«Io sono una donna, Taehyung. E le donne in questo mondo devono dimostrare sempre quanto valgono. Perché viviamo in un mondo dominato da uomini.
Guardami negli occhi e dimmi: hai mai urlato per essere ascoltato? Sei mai stato criticato per come eri vestito? Ti hanno mai fischiato per strada? Ti hanno mai dato della "puttana" solo perché la gonna era più corta del solito? Ti hanno mai toccato senza il tuo consenso? Ti sei mai chiesto cosa ci fosse di sbagliato in te?»

Scuote la testa, «no, vero?»

Si asciuga una lacrima e sospira, togliendosi i capelli corvini da davanti al viso.
«Ho così tanto successo, solo perché la gente crede che io sia sposata con l'uomo più influente del mondo. Nessuno mi vede per quella che sono, nessuno mi da quello che merito. Sono una fottuta stilista di successo globale, ho vestito i modelli più famosi e ho disegnato vestiti che hanno venduto ovunque e cos'ho ottenuto in cambio? Niente. E sono stanca di sentirmi così.
Tu non sai cosa voglia dire essere una donna al giorno d'oggi. Non è cambiato niente dal fottuto medioevo. Dal tempo in cui il fuoco cancellava la strega. Certo, adesso non ti bruciano più ma trovano moltissimi altri modi per cancellare una donna.»

Afferra la sua borsa, poi mi guarda un'ultima volta. «Mi dispiace per tutto, dico sul serio. Ho sempre voluto solo la tua felicità, fin da quando eravamo piccoli e ti posso assicurare che quando guardo voi due penso solo a quanto vorrei avere anche io, quello che avete voi due. Questo vostro bisogno l'uno dell'altro, il modo in cui vi guardate...ho sempre voluto che qualcuno mi guardasse allo stesso modo in cui tu guardi Jungkook. E so di essere stata una stronza, di avervi causato problemi e mi dispiace.»

«Seolbi...»

«Dopo domani parto per Cuba, quindi sono contenta di aver risolto tutto prima. Vi auguro il meglio, anche se so che state vivendo un momento difficile.»

Vorrei dirle qualcosa, ma non riesco a fare niente e così mi limito a guardarla mentre se ne va.
Sospiro, massaggiandomi le tempie e continuando a sentire le sue parole nelle mia testa.
«Ha ragione.»
Mi raggiunge, con le braccia al petto. «E adesso l'ho finalmente capita. Non è una cattiva persona, ma in questo mondo deve fare la stronza per ottenere qualcosa.»
Annuisco, guardandolo. «Lo so. Dio, mi dispiace da morire che si senta così...vorrei che me ne avesse parlato prima. Io non l'ho mai reputata inferiore.»

STRIP 2 | Deeper-Darker Where stories live. Discover now