Capitolo 6

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Il giorno dopo, non appena aprì gli occhi (che erano stati chiusi solo per una manciata di ore) Samantha prese il telefono, cercando assonnata un segnale di lui.

Alcune notifiche apparivano sullo schermo.

Dopo una veloce scorsa, lesse una notifica alla volta, rassegnata al fatto che di Fadi non ce ne fosse traccia.

Due messaggi erano di Nina che, a quanto pareva, non aveva dormito molto più di lei.

"Saaaaam sei sveglia?? Solo io non ho chiuso occhio? Quanto è fico Erik?"

"Niente, dormi come un ghiro. Beata te. Quando ti svegli fammi sapere se il manzo egiziano ti ha scritto qualcosa! Sarei felice di diventare il tuo cupido personale!" tante faccine sorridenti.

Samantha segnò "cupido" come un'altra delle parole che non si spiegava come Nina avesse imparato.

Troppe serie tv, forse.

Con un occhio aperto ed uno chiuso, rispose:

"Nessuna notizia all'orizzonte. Destino crudele" nessuna faccina sorridente, due faccine tristi.

Dopo essersi assicurata, di nuovo, che l'altra notifica fosse una semplice e-mail della sua assicurazione, che l'avvisava gentilmente che la sua polizza stava per scadere, fece cadere il cellulare sul letto, rituffò la testa sul cuscino e si coprì con la coperta fin sopra il mento.

Fissando il soffitto, come da abitudine, inziò con il porsi le classiche domande pre-esaurimento nervoso.

Possibile che non gli importi?

Trovarmi su instagram è così facile. Forse non usa i social? Eppure avrebbe potuto benissimo chiedere ad Erik di domandare a Nina il mio numero, dato che LUI gliel'aveva chiesto.

Forse semplicemente non gli interesso e sono solo una delle tante a cui è facile sorridere e fingere interesse, per una sera. Una da usare per fare da spalla all'amico.

Passò ancora mezz'ora, prima che controvoglia si alzasse dal letto, per prepararsi all'ennesima giornata di solitudine, senza niente di nuovo, se non qualcosa di negativo.

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Nonostante il pensiero di Fadi fosse diventato un chiodo fisso per lei, Samantha riusciva ad andare avanti dignitosamente, se non ci si soffermava a guardare da vicino quanto fossero lucidi i suoi occhi di smeraldo. Non era tanto il ragazzo di per sé, quanto la considerazione che si era fatta di se stessa. Si rimproverava di essere stata così debole da aver creduto anche solo per un momento che ci potesse essere una luce in fondo al tunnel che era diventata la sua vita sentimentale negli ultimi tempi.

Convivendo con l'ansia da anni, si era ormai fatta il callo all'idea che le sue giornate fossero composte da momenti sì, e momenti no.

Principalmente da momenti no, a ben pensarci.

Grazie alla sua adorabile (nella maggior parte dei casi) psicologa, aveva imparato a pensare all'ansia come ad una bambina antipatica e desiderosa di attenzioni. La sua strategia era quella di provare a lasciarla piangere, urlare e sbattere i piedi a terra senza assecondarla.

Una bellissima metafora, certo, ma era una strategia assai complicata da mettere in atto.

Per non alimentarla, soprattutto in quel momento di particolare fragilità interiore, Samantha cercava di riempire le sue giornate di più cose piacevoli possibili.

Quella settimana, fatalità, ebbe la fortuna di poter andare con la madre a fare shopping, cosa che di solito la rilassava, se si ricordava di cambiarsi i vestiti senza che Lisa le vedesse i piercing ed avesse il pretesto per rimproverarla, come si ostinava a fare fin dal giorno che ne scoprì l'esistenza.

Fiamme Gemelle, amore e destinoΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα