Epilogo

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"Ho pensato di morire, l'anno scorso.

L'ho pensato solo per qualche istante, ma quel pensiero mi ha attorcigliato l'anima.

Non ti avrei più rivista. Appena ho aperto gli occhi e ho realizzato di essere in ospedale, ho creduto che sarei morto.

Ma c'eri tu.

I tuoi occhi verdi, lucidi, solo per me.

È lì che ho capito una cosa: ho capito che non voglio morire, se prima non ti ho amata nel migliore dei modi.

Non voglio morire senza aver mai preso l'aereo insieme, viaggiato, scoperto nuove cose, fatto l'amore nei posti più strani, aver vissuto insieme in una casa tutta nostra e mille altre cose.

Non voglio morire se prima non mi sono inginocchiato davanti a te, chiedendoti di essere mia per sempre, mia moglie, la madre dei miei figli.

Non voglio morire senza averti mai sentito dire "lo voglio".

Sam, Baby, sposami, e mi renderai l'uomo più felice del mondo"

Mentre si guardava allo specchio, vestita di bianco, Samantha ripensava a quelle parole. Le parole che, in effetti, l'avevano portata a trovarsi lì, quel giorno.

A un passo dall'essere la moglie di Fadi, si fissava di continuo, ruotando su se stessa da destra a sinistra e da sinistra a destra.

Il vestito, scelto assieme a Nina qualche mese prima, le fasciava la vita di pizzo, terminando con una coda bianca e avorio.

Le mani esperte di Lela avevano trasformato i suoi capelli in un'opera d'arte, con piccole trecce arrotolate in cima e boccoli lucenti che le ricadevano sulla schiena.

"Sei bellissima, tesoro"

La madre, fedelmente al suo fianco, le sistemò uno splendido diadema sulla testa.

"Siamo tutti pronti. Papà ti aspetta giù. Devi vederlo, è meraviglioso in smoking!"

In Chiesa, l'attendevano le damigelle, vestite in tinta azzurra: Nina, Kate e Olivia.

I testimoni erano Enzo ed Erik.

Raccogliendo i respiri, Samantha si preparò a camminare, al fianco del padre, fino a raggiungere l'uomo della sua vita, che l'aspettava con le mani tremanti all'altare.

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Agitata, Samantha controllava ripetutamente che nella borsa viola ai suoi piedi ci fosse tutto l'occorrente.

Ovviamente, l'aveva preparata settimane prima, perché non si sa mai.

Fece una lista mentale degli oggetti necessari.

Beauty case, mutande -tantissime mutande- pigiama, vestaglia, ciabatte, pantofole, calze...

E poi, le cose che più la emozionavano: tutine a maniche lunghe, tutine a maniche corte, un cappellino, diversi body, calzini e la coperta che le aveva cucito Lisa, all'uncinetto, con tanto impegno.

"Amore" una mano familiare le si appoggiò sulla schiena, calda e protettiva "abbiamo controllato la borsa mille volte. C'è tutto" le stampò un bacio sulla tempia "sei pronta, piccola. Se dovesse mancare qualcosa, torno a casa a prenderlo. E ti starò appiccicato per tutto il tempo che mi concederanno" 

Con un sospiro, chiuse gli occhi e si appoggiò con la schiena al petto del marito, che la sostenne cingendole la vita, appoggiandole le mani sul pancione.

A distanza di anni dal loro matrimonio, la sua vicinanza le faceva ancora tremare le gambe.

"Papà!"

Fiamme Gemelle, amore e destinoWhere stories live. Discover now