Capitolo 28

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Delle due ore di visita concesse a Samantha, la prima mezzora la spese a piangere, a occhi chiusi.

Nel buio delle proprie palpebre cercava dentro se stessa le immagini più belle che aveva vissuto con Fadi.

Il loro primo sguardo, il primo messaggio di lui, il primo appuntamento.

La famosa panchina, il tramonto... quando fecero l'amore per giorni a casa sua, all'oscuro dei genitori.

Riuscì addirittura a fare un mezzo sorriso al ricordo di Enzo che trovava un suo reggiseno -la foto di lui che lo teneva sollevato con delle bacchette da sushi.

All'improvviso, Samantha scorse un piccolo movimento.

Il mignolo di Fadi si contrasse attorno al suo.

Incredula, alzò la testa dagli avambracci e lo fissò.

Attese, immobile, per capire se quel movimento fosse avvenuto solo nella sua testa.

Fadi mugugnò quasi impercettibilmente.

"Oddio, Fadi..."

La risposta fu un grugnito.

Aprì gli occhi -solo quello che non si era chiuso a causa dell'ematoma, in realtà.

"Va tutto bene... non sforzarti. Stai fermo. Sono qui... amore sono qui"

Gli strinse la mano.

"Sei in ospedale. Stai tranquillo, stanno tutti bene"

Le lacrime le solcavano le guance senza sosta.

Fadi si girò piano verso di lei.

"Sam..."

"Shhh... è tutto ok..."

"Sam... cosa... è... successo..."

"Qualcuno ti ha aggredito. Non sappiamo chi. Sei qui da poco più di un giorno, te la sei cavata alla grande. Starai bene, te lo prometto"

"Papà..."

"Tuo padre e tua madre stanno bene. Sono stati qui tutto il tempo, ho insistito perché andassero a casa a lavarsi. Li chiamo subito. Anzi, prima devo avvisare l'infermiera. Fammi solo..."

Fadi interruppe la frenesia di Samantha prendendogli la mano, senza nascondere un lamento di dolore alle costole.

Il mento di lei tremò leggermente, tradendo l'agitazione che le attanagliava lo stomaco.

"Non... aspetta"

"Non devi sforzarti a parlare. Sei appena stato operato al naso, hai la faccia tutta gonfia"

"Sam. Ce la faccio"

"Ok, però piano..."

Fadì cercò di deglutire.

"Stai tranquilla..." le sue parole sembravano più dei borbottii, ma erano sufficienti a farla stare meglio, anche se incredula del fatto che nonostante fosse letteralmente a pezzi su un lettino d'ospedale, continuava a ritenere lo stato d'animo di Samantha la sua priorità.

"Ti ricordi qualcosa?"

Come risposta, scosse la testa molto lentamente.

"Immaginavo. Hai sbattuto la testa..."

Samantha crollò.

"Dio mio Fadi, quanto male sono stata... ho pensato che... non riesco neanche a dirlo ad alta voce..." si strinsero le mani, interrotti dall'ingresso dell'infermiera.

Decidendo di sorvolare sul pulsante bello grande che Samantha avrebbe dovuto premere al minimo segno di ripresa di Fadi, la donna col camice bianco guardò entrambi con tenerezza.

Fiamme Gemelle, amore e destinoWhere stories live. Discover now