Capitolo 29

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Per un attimo, dopo aver aperto gli occhi, a Samantha parve che tutto andasse bene.

Vittima di una specie di illusione refrattaria, non vide altro che la luce sfocata che penetrava dalle finestre. Aveva dimenticato di tirare le tende, per l'ennesima volta.

Maledizione, che ora è?

Le 7 e 15, recitava l'orologio alla sua destra, un regalo che il padre aveva fatto a Olivia, appeso al muro anni prima, in segno di protesta agli orologi digitali da comodino.

In punta di piedi sulla sua illusione, riappoggiò la testa sul cuscino.

Fu quel gesto a farla ritornare al presente.

Fadi.

Fadi stava male, Fadi era in ospedale con il naso fracassato.

Le passarono davanti le immagini delle garze che ricoprivano il sangue delle ferite dell'addome del suo ragazzo e, per non vomitare, si drizzò nel letto, più sveglia che mai.

Una volta in bagno, lo specchio le giocò un brutto scherzo.

Era il suo viso, quello?

Due profonde occhiaie le solcavano il contorno degli occhi e addirittura un brufolo le era comparso sul mento, segno premonitore che le sarebbe presto arrivato il ciclo.

Bene! Altre buone notizie ne abbiamo?

Come prima cosa, dopo essersi lavata i denti, decise di chiamare a lavoro, per comunicare che sarebbe stata a casa almeno per una settimana.

Era un po' agitata, non aveva mai mentito riguardo la sua salute fisica per saltare dei giorni di lavoro.

Mentire?

Di sicuro non era il mal di schiena che le impediva di andare a lavoro, ma delle buone ragioni le aveva di certo.

Non dovette recitare più di tanto quindi, quando la segretaria le passò il centralino dell'azienda, e non lo fece nemmeno con il suo medico di base che, seguendola fin da quando era bambina, le diede sette giorni di malattia e le augurò di rimettersi presto, senza richiedere di visitarla di persona.

"Non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto, se vuole posso far venire mia madre"

"Non è necessario, ti mando tutto via mail"

Grazie tante.

Saltò la colazione ed evitò di svegliare i genitori. Decise però di preparare il caffè alla madre, che si sarebbe senza dubbio svegliata per prima.

Mentre avvitava la caffettiera, si rese conto di quanto fosse grata ai suoi genitori.

La madre l'aveva sostenuta, accompagnata all'ospedale ed era stata seduta e vigile su quelle maledette sedie verdi per ore, tenendole la mano.

Il padre non aveva fatto altro che scrivere messaggi a sua moglie in cerca di aggiornamenti -un grande passo per un uomo che detestava con anima e corpo la tecnologia- senza essere invadente, e aveva preparato la cena con il massimo impegno, solo per poter vedere l'ombra di un sorriso su due delle donne della sua vita.

Sigaretta in una mano e telefono nell'altra, sedeva sul tavolo appena fuori l'ingresso di casa. Faceva freddo, presto sarebbe arrivato il Natale.

Iniziò a bruciarle il naso: stava per piangere di nuovo.

Chissà se sarebbe riuscita a passarlo con Fadi.

Ne avevano discusso tanto. Il Natale era per entrambi un giorno di gioia, e lo era anche per le loro famiglie.

Fiamme Gemelle, amore e destinoWhere stories live. Discover now