Nove

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Il secondo lavoro di Jihyo, quello che la teneva occupata per gran parte della giornata, era quello di cameriera in un ristorante rinomato in tutta la Corea del Sud. La paga era fantastica al punto da averle dato la possibilità di mettere da parte una bella somma e gli orari lavorativi non erano pesanti quanto si aspettasse all'inizio.

Adorava lavorare con le persone, trovava stimolante poter interagire con delle personalità diverse e interessanti, tanto da aver fatto guadagnare dei clienti fissi col suo atteggiamento solare e  amichevole.

Il proprietario del ristorante era molto orgoglioso di ogni suo singolo dipendente e quel giorno li aveva radunati tutti prima dell'apertura per il pranzo "allora ragazzi, ho controllato le prenotazioni e quest'oggi avremo ben tre famiglie piuttosto importanti, quindi ho ritenuto necessario dividervi in zone" spiegò la situazione con cura, assicurandosi che tutti avessero capito.

Sejeong, un'altra cameriera e conoscente di Jihyo, non riusciva a smettere di saltellare da un piede all'altro per il nervoso "odio dover gestire un'intera area da sola, mi fa sudare il solo pensiero"

"Ce la farai, sei migliorata tantissimo e sono certa che grazie a te faremo un figurone con la famiglia che ti è stata assegnata" Jihyo le aveva rivolto un sorriso incoraggiante, le mani occupate a raccogliere i lunghi capelli in una coda di cavallo "facciamo del nostro meglio!"

L'entusiasmo della mora andò a scemare soltanto mezz'ora dopo dall'apertura, facendola stare ferma come un palo in mezzo alla sala "ditemi che non è vero"

A varcare la porta a vetri era stata una coppia di persone all'apparenza potenti, ma non erano stati quei due a far gelare il sangue di Jihyo: dietro di loro c'era Momo, la quale aveva il suo solito sguardo annoiato e altezzoso.

La mora era corsa al riparo, nascondendosi dietro il bancone degli alcolici. A guardarla accigliato fu Minjun, il ragazzo più stupido che potesse esistere sulla faccia della terra "posso sapere perché sei venuta qui? Sta arrivando gente e devi accompagnare tutti quegli snob ai loro tavoli"

"Ti andrebbe di darmi il cambio per un po' di tempo? Qui posso pensarci io, me la cavo piuttosto bene"

"Te lo scordi, non lascio il mio angolino tranquillo per andare a sgobbare al posto tuo"

A quel punto Jihyo dovette fare i conti con la rassegnazione e avvicinarsi alla famiglia con cui non voleva avere niente a che fare, sfoderando un sorriso che potesse risultare credibile "benvenuti, posso sapere il nome con il quale è avvenuta la prenotazione?"

"Hirai, grazie per la gentilezza" nonostante il suo aspetto austero, l'uomo le aveva risposto in modo calmo, sollevando persino un angolo della bocca verso l'alto in un mezzo sorriso.

Ovviamente gli occhi di Momo erano puntati sulla cameriera e la ragazza non riuscì a tenere la bocca chiusa "se ci sei tu a servirci scommetto che questo sarà un pranzo davvero terribile, oltre che di scarsa qualità"

"Tesoro, non essere maleducata con chi sta svolgendo il proprio lavoro" era intervenuta la donna, la quale non aveva esitato neppure un secondo prima di rivolgerle uno sguardo di rimprovero "ti prego di scusare questa maleducata, ci affidiamo totalmente a te"

"La ringrazio molto, mi è stato riferito dal mio capo che vorreste provare il menù del giorno e, se siete ancora di questa idea, andrei subito a portare la vostra ordinazione in cucina" nonostante volesse scappare il più lontano possibile, la professionalità di Jihyo non aveva eguali.

Le cose non andarono male, anzi era sicura di essersi guadagnata la simpatia dei signori Hirai, ma questo fino a quando non le venne fatto uno sgambetto da parte di Momo, facendola cadere di faccia e facendo sì che tutto cadesse a terra.

Flow Like WavesWhere stories live. Discover now