Ventuno

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"Forza Jihyo, cerca di tenerti in piedi" Jeongyeon era esausta dopo averla trascinata da una parte all'altra e aveva tirato un sospiro di sollievo rumoroso dopo aver finalmente messo piede in casa "stai attenta Kat, questa donna pesa come un macigno"

La fecero sedere sul divano, dandole dell'acqua e cercando di comunicare con lei, ma non era un'impresa semplice visto il modo sconnesso con cui parlava la mora. Come se non bastasse si era persino rovesciata il contenuto del bicchiere addosso, scoppiando nuovamente a piangere.

"Sono un completo disastro, dovrebbero rinchiudermi e dare la chiave in pasto agli squali"

Le due innamorate si guardarono con le sopracciglia alzate e un po' di imbarazzo, ma Katarina voleva assolutamente fare qualcosa per risolvere quella situazione "cosa si dovrebbe fare in momenti come questo?"

"Credo sia il caso di chiamare Nayeon, visto com'è ridotta Jihyo soltanto lei riuscirebbe a calmare le sue crisi di pianto"

"Sei forse impazzita? Hai una vaga idea del danno psicologico che farebbe ad entrambe vedersi in un momento di sconforto come questo?"

Jeongyeon la stava guardando in confusione "non riesco a capire quale sia il problema, se questa scema si è ridotta così è per l'altra idiota della nostra amica"

La bionda avrebbe voluto prendere a sberle la sua dolce metà, ma amava troppo il suo viso per poterlo colpire "Jihyo si sentirebbe ancora più ridicola se Nayeon dovesse vederla, Nay invece proverebbe un senso di colpa smisurato perché sa benissimo che la nostra Jih sta soffrendo per lei. Ora hai capito o vuoi che ti faccia uno schema dettagliato su quanto la tua sia una pessima idea?"

"Stai usando il sarcasmo con me Kat? Sai che non mi piace quando cerchi di farmi passare per una stupida" aveva assottigliato gli occhi e la stava guardando dall'alto.

"Anche se fosse? Non è di certo colpa mia se non riesci a capire delle cose tanto ovvie"

Mentre quelle due discutevano animatamente gli occhi di Jihyo si erano soffermati in direzione della cucina per qualche secondo prima che il suo cervello le desse l'ordine di andare lì a prendere qualcosa da bere, spingendola ad aprire il frigorifero.

C'erano delle birre e una bottiglia di vino, perciò niente di troppo invitante per lei, ma si accontentò di quello che aveva trovato, attaccandosi alla bottiglia di birra che era riuscita ad afferrare per prima.

Una volta tornata in salotto si era messa a ridere di gusto, mandando la testa all'indietro e rischiando di perdere l'equilibrio "siete carine persino quando litigate, che bella coppia" tentò invano di fare un cuore con la mano libera, non ricordando come si facesse e demoralizzandosi.

"Dove hai preso quella birra? Disgraziata" Katarina gliela tolse dalle mani senza alcun preavviso, guardandola come avrebbe fatto una madre con suo figlio "credi davvero di poter risolvere i tuoi problemi ubriacandoti? Sono costretta a darti una brutta notizia: non funziona così. Devi affrontare il dolore e non scappare da esso, solo così riuscirai a stare meglio"

"La penso anch'io come lei, hai bisogno di prenderti cura di te stessa e di essere lucida per affrontare qualunque situazione. Vogliamo aiutarti, devi solo permetterci di farlo"

Jihyo aveva annuito lentamente per non peggiorare il suo giramento di testa, aprendo le braccia subito dopo e facendo il labbruccio "abbracciatemi, non lo fa mai nessuno e ne ho bisogno"

Lo fecero, tanto da averla trattata come una bambina e averla messa a dormire a letto con loro. Katarina le stava scostando i capelli dal viso, un po' pensierosa "è in momenti come questo che riesco a rendermi effettivamente conto della fortuna che ho avuto con te, noi due non abbiamo mai dovuto affrontare queste fasi dolorose"

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