Capitolo 6

857 59 335
                                    


𝓦illow

Scendo dal divano con una mossa felina, ma con la mia attenzione rivolta unicamente su i due sconosciuti, non mi accorgo del plaid di lana a quadri neri e rossi messa in precedenza da qualcuno. Inciampo contro esso, finendo di ritrovarmi a terra con il muso del cane più grande e antipatico che mi osserva con un cipiglio perplesso. Gli sorrido imbarazzata, e l'afflusso del sangue aumenta sulle gote. 

Che figura del cazzo...

Alzo la testa, con una lentezza imbarazzante, emettendo respiri affannosi. Il volto rosso e paonazzo di mio fratello, è una delle prime cose che risalta ai miei occhi assottigliati. James si porta una mano nella tasca dei pantaloni, mordendosi il labbro con forza per non scoppiare a ridere, tirando fuori il suo telefono invece che aiutarmi.

Lo guardo in cagnesco, insultandolo mentalmente. Invece che aiutarmi, si mette a ridere! Dov'è finita la solidarietà tra fratelli?

Volto la testa con un sospiro carico di irritazione, puntando lo sguardo sulla mega vetrata che ricopre quasi tutta la parete: il cielo, là fuori, è ormai diventato un vasto campo scuro, ricoperto da varie nuvole.

Delle piccole luci nascoste illuminano ogni angolo della grande sala in modo uniforme, non tralasciando nessuno spazio. Sbatto le ciglia, prima di lasciar cadere frustrata la testa contro il pavimento, dimenticandomi che il materiale di quest'ultimo è fatto da grandi piastrelle di marmo bianco; e non è molto piacevole sbattere la fronte contro qualcosa di duro, soprattuto se è una dannata pietra!

Emetto un gemito di dolore, sovrastato dalla fragorosa risata di mio fratello che spezza l'aria fin troppo tesa e imbarazzata. Una fitta sofferente parte dal centro della fronte, attraversando tutta la nuca prima di ritornare al punto di partenza in modo doloroso e pulsante, facendomi scarpe un verso esasperato. 

Adesso mi rifiuto con tutta me stessa di alzarmi!

Sarebbe meglio se trovassi un terreno incolto e deserto, scavandomi una fossa da sola, per poi successivamente mettermi dentro e alla fine sotterrarmi in qualche strano modo...

Pensando a un modo per sotterrarmi, non mi accorgo che qualcuno si è avvicinano a me in modo furtivo e silenzioso. Un dito tocca la spalla, con un colpetto, risvegliandomi.

≪Tutto bene?≫ questo è il ragazzo dalla voce calma! 

Alzo un po' la testa con una smorfia sofferente, ritrovandomi il biondo con le due iridi azzurre cristalline guardarmi con più premura e allarmismo del solito che, in realtà, non dovrebbe rivolgere a un'estranea. Il sottofondo delle risate di mio fratello che ha deciso di accasciarsi sul divano con una mano sulla pancia per i crampi, non è mai cessato, e il disagio che provo mi fa arricchire convulsamente il naso.

≪James, smettila! Così la metti solamente in imbarazzo!≫ il biondo entra in mio aiuto, e il suo tono di voce riesce stranamente a rassicurarmi. Con uno sguardo secco e imperturbabile osserva   mio fratello, facendomi intuire che anche lui ha un lato meno... tranquillo.

≪Sai che una persona è morta perché rideva molto?≫ informo James con un pizzico di acidità, ancora da terra. Se possibile, le sue risate raddoppiano e diventato solamente più incontrollate.

Mugugno quello che dovrebbe assomigliare a un insulto, alzandomi con l'aiuto dell'unica persona che in questa stanza ha voluto darmi il suo supporto. Lancio un'occhiata di traverso a mio fratello, incrociando le braccia sotto al seno: mi ha aiutata  uno sconosciuto e non il mio stesso fratello! 

Punto l'attenzione verso il biondo al mio fianco, esaminandolo con eccessivo riguardo. Non vorrei sembrare giudicante, ma voglio pur sempre capire chi diavolo mia ha aiutata, senza finire ad avere qualche strano patto con il capo di un gruppo criminale di Manhattan. Non passerò le mie vacanze natalizie angustiata, in attesa di dover fare la mia parte d'accordo!

Re-start, Ricomincio da teWhere stories live. Discover now